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Un anno di guerra e oltre: ecco perché l’Ue è più unita (e perché l’Italia guarda ancora a Mosca)

Sondaggio Ecfr

In occasione del primo anno della nuova guerra russa in Ucraina scoppiata il 24 febbraio 2022, un sondaggio dell’Ecfr – lo European Council on foreign relations – conferma la compattezza dei Paesi membri dell’Ue

Pandemia e – da un anno – la guerra hanno ricompattato l’Europa. Questa frase l’abbiamo sentita, probabilmente, tante volte. Forse passandola in rassegna senza rifletterci troppo su. Eppure ha molto di vero, non è retorica.

Addirittura, in tanti casi, l’idea prevalente sul conflitto è di stare senza sé e senza ma con l’Ucraina. Un dato non proprio da trascurare, considerando, vedasi il caso Italia, le diffidenze sull’invio reiterato di armi a Kyiv.

I RISULTATI DEL SONDAGGIO DI ECFR

“In diversi paesi – Estonia, Polonia, Danimarca e Gran Bretagna – c’è ora una chiara preferenza per l’Ucraina di riconquistare tutto il suo territorio, anche se ciò significa una guerra più lunga o più ucraini che vengono uccisi e sfollati”, dice la rilevazione di Ecfr (European Council on Foreign Relations). Mentre Germania e Francia, inserite nel blocco dei Paesi cosiddetti ambigui insieme a Spagna e Portogallo, comunque “il numero di coloro che vorrebbero vedere la fine della guerra il prima possibile è diminuito in modo significativo”. Un bel segnale che si oppone con i fatti “al cliché giornalistico secondo cui la guerra ha diviso l’UE in un est falco e un ovest dovish”.

Di più. “In ogni paese intervistato, l’opinione prevalente è ora che la Russia sia un avversario (che va dal 32 per cento in Romania al 77 per cento in Estonia)”. Insomma, “solo il 2 per cento degli intervistati vede la Russia come un alleato e il 12 per cento la considera un partner necessario per il proprio paese. Nel frattempo, il 66 per cento degli intervistati vede la Russia come un avversario o un rivale”.

Rispetto al 2021, fa sapere ancora l’istituto, “molti meno intervistati (che vanno dal 5 per cento in Bulgaria al 38 per cento in Polonia) vedevano la Russia come un avversario. La percezione più diffusa era che la Russia fosse un partner necessario per l’Europa: una visione condivisa da oltre il 30 per cento degli intervistati in Germania, Francia e Spagna, e dalla metà di quelli in Italia”. Ne sappiamo qualcosa in materia energetica.

I TRE FATTORI DECISIVI

Secondo lo European Council on Foreign Relations, inoltre, a incidere su questo ribaltamento di sentiment europeo sono stati tre fattori. E cioè: “il successo dell’Ucraina sul campo di battaglia, il modo in cui la guerra ha unito entrambi i lati dello spettro politico e il ruolo degli Stati Uniti”.

L’ITALIA ANELLO DEBOLE

Per quanto riguarda l’Italia, detto delle titubanze degli ambienti di sinistra-sinistra e della destra leghista e berlusconiana, insieme alla Romania rientra nel blocco dei Paesi meridionali ancora deboli verso la Russia. Tanto che “la preferenza per la fine della guerra il prima possibile ha il sopravvento”. Basta immergersi nell’universo dei talk-show serali, d’altronde.

“Nel frattempo, l’esercito ucraino è riuscito a riconquistare oltre il 50 per cento dei territori occupati dalla Russia dal 24 febbraio. I suoi successi in estate e in autunno hanno significato che una vittoria ucraina ora sembra più realistica. I risultati di un altro recente sondaggio indicano che la maggioranza degli europei ora crede che l’Ucraina vincerà la guerra”, aggiunge ancora l’Ecfr. Forse, allora, anche gli ultimi scettici si convinceranno di aver supportato fino all’ultimo la tesi sbagliata.

 

 

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