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La Ue stringe le maglie dell’export di armi

Stragi Usa Armi

Sanzioni per chi non rispetta le regole comuni. L’Italia rappresenta il 2,5% del mercato mondiale delle armi con un giro d’affari di 10,9 miliardi di euro nel 2017

Rafforzare i controlli sulle esportazioni di armi nell’Ue, garantendo maggiore trasparenza e un meccanismo sanzionatorio nei confronti degli Stati Ue che violano le regole comuni. Lo ha chiesto il Parlamento Ue.

SANZIONI PER GLI STATI MEMBRI CHE OMETTONO DI APPLICARE LE REGOLE DI EXPORT DELLE ARMI

Nonostante ci siano regole concordate congiuntamente che stabiliscono chi può ottenere la licenza di esportazione delle armi, gli Stati membri hanno omesso sistematicamente di applicarle. Per questo l’europarlamento chiede un meccanismo per imporre sanzioni agli Stati membri dell’Ue che violano le regole. Per i deputati europei avere norme comuni sulle esportazioni di armi è essenziale per evitare abusi dei diritti umani e impedire l’utilizzo di armi europee contro le stesse forze europee.

IL CASO DELL’ARABIA SAUDITA

Gli eurodeputati hanno riportato alcuni esempi particolari, come quello dell’Arabia Saudita: nonostante il Paese violasse sei degli otto criteri stabiliti comunemente, quasi tutti gli Stati membri hanno dato il via libera all’esportazione di armi, compromettendo così l’intero sforzo europeo di controllo degli armamenti. Secondo Strasburgo le navi da guerra esportate hanno contribuito a rafforzare il blocco navale nello Yemen, mentre gli aerei e le bombe sono state fondamentali per la campagna aerea, causando sofferenze continue alla popolazione dello Yemen. Si sono quindi congratulati con la Germania e con l’Olanda, che hanno cessato di vendere armi all’Arabia Saudita e hanno criticato gli Stati membri che ancora non l’hanno fatto. Tanto che gli eurodeputati hanno chiesto anche un embargo nei confronti di tutti gli altri membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen.

DAESH ARMATO CON IL MADE IN UE

Gli eurodeputati si sono detti “sconvolti per la quantità di armi e munizioni di fabbricazione europea trovate nelle mani di Daesh in Siria e in Iraq”. Secondo la posizione comune dell’Ue, gli Stati membri devono garantire che le licenze di esportazione non siano dirottate verso utenti finali indesiderati. Tuttavia, alcuni Stati membri, come la Bulgaria e la Romania, non applicano efficacemente questa disposizione. Per evitare il rischio che le armi finiscano nelle mani sbagliate, i parlamentari europei hanno chiesto a tutti gli Stati membri di “rifiutare in futuro trasferimenti simili, in particolare verso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita”. La risoluzione sul controllo delle esportazioni di armi è stata approvata con 427 voti in favore, 150 voti contrari e 97 astensioni.

LA UE È IL SECONDO MAGGIORE FORNITORE DI ARMI NEL MONDO

Secondo la 19esima relazione annuale sulle esportazioni delle armi, l’Ue è il secondo maggior fornitore di armi al mondo (27% delle esportazioni mondiali di armi), dopo gli Stati Uniti (34%) e prima della Russia (22%). Nel 2016, il 40,5% delle licenze di esportazione delle armi è stato concesso a paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. L’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) rappresentano la maggior parte di tali esportazioni (57,9 miliardi). La posizione comune dell’Ue sulle esportazioni di armi è l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello regionale sulle esportazioni di armi convenzionali. Essa elenca otto criteri che gli Stati membri devono applicare quando prendono una decisione sulla licenza di esportazione di armi.

L’ITALIA RAPPRESENTA IL 2,5% DEL MERCATO MONDIALE

Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) nel periodo 2013-2017, l’export di armi è stato superiore del 10% rispetto al 2008-2012: il volume di scambi è aumentato in direzione di Medio Oriente e Asia mentre è diminuito verso l’Africa, l’America e l’Europa. I cinque maggiori esportatori sono Stati Uniti, Russia, Francia, Germania e Cina, e insieme hanno rappresentato il 74% di tutte le esportazioni di armi nel 2013-17. L’Italia è in nona posizione con il 2,5% dell’export mondiale che rappresenta nel periodo 2013-2017 una crescita del 13% rispetto ai cinque anni precedenti. Secondo quanto riporta Ansa in un’intervista al direttore di armamento (Uama) Francesco Azzarello, nel 2017 il valore delle vendite italiane all’estero è stato di 10,3 miliardi di euro pari allo 0,9% del Pil meno del record italiano segnato nel 2016 con 14,9 miliardi passando da 82 a 85 paesi destiniatari con un indiretto diretto e indiretto di 150 mila persone. Per quanto riguarda l’Arabia Saudita il direttore dell’Uama ha affermato che le licenze sono passate da 427 milioni di euro nel 2016 a 52 milioni nel 2017 con un calo di quasi l’88%.

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