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Vacanze italiane 2020. I dati di Confturismo

Vacanze

La salute del turismo italiano migliora ma solo un po’, nessuna svolta rassicurante secondo i dati dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg di luglio

L’estate 2020 è all’insegna delle vacanze nel Belpaese, soprattutto per gli italiani. Chi si fa sentire è l’assenza dei turisti stranieri, ad eccezione di una piccola percentuale di europei. “In epoca normale – ha commentato il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè – il quadrimestre giugno-settembre valeva il 60% delle presenze turistiche e della spesa di tutto l’anno in Italia: senza contare l’outgoing, dove gli Italiani spendevano, nello stesso periodo, 11,5 miliardi di euro. Di tutto questo, l’estate 2020 salverà – forse – il 25%”.

L’ESTATE ITALIANA DEGLI ITALIANI

Secondo i dati di luglio raccolti dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e da Swg, gli italiani spenderanno nel proprio Paese una media di 1.022 euro a famiglia, circa 680 euro a persona. Il 20% però non prenota per problemi economici e disponibilità di ferie. Quest’anno le vacanze saranno dedicate al “non fare”: al primo posto ci sono il riposo e il contatto con le persone care, mentre solo agli ultimi posti delle preferenze troviamo visite ai musei, monumenti e mostre, che scendono dal 33% dello scorso anno al 15%; lo shopping che precipita dal 21% al 5% e il wellness che passa dal 12% al 9%.

NIENTE “BIG SPENDER”

Quest’anno i grandi assenti saranno i turisti stranieri. Tra giugno e settembre, saranno infatti circa 25 milioni in meno rispetto all’anno scorso e praticamente solo di origine europea, con una perdita quindi nell’ordine del 75% dei flussi e ancora più alta per la spesa, visto che a mancare saranno i “ricchi” turisti intercontinentali americani e asiatici.

VACANZE IMPROVVISATE (E INCERTE)

Sale a quota 65 – 3 punti in più rispetto a giugnol’indice di fiducia che misura la propensione degli italiani ad andare in vacanza, ma a smorzare l’entusiasmo per questo piccolo segnale compaiono due fattori. Il confronto col passato, dove l’indice, nello stesso periodo dello scorso anno, si attestava a quota 72, quindi ben 7 punti più, e il numero degli incerti: il 34% degli intervistati intenzionati a partire entro settembre non aveva ancora prenotato a fine luglio mentre un ulteriore 8% addirittura non intende farlo e punta a trovare una sistemazione direttamente sul luogo. Un atteggiamento “attendista” che fa sorgere molti dubbi sul fatto che questa “voglia di vacanze” si concretizzi davvero in una o più partenze.

A RISCHIO 1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO

“Tutto questo mentre l’andamento degli indici epidemiologici ed i focolai individuati a macchia di leopardo sul territorio nazionale, fanno notizia molto più dell’egregio lavoro che operatori del settore e comunità locali compiono ogni giorno per garantire ai turisti una fruizione serena delle loro vacanze. Basta con questo approccio autolesionistico – ha continuato Patanè – e al via da subito una serie di misure importanti e con forti stanziamenti dedicati al settore. Si prenda atto, una volta per tutte, che il turismo è già da tempo colonna portante dell’economia italiana, non una vaga chance per il futuro. Sono concretamente a rischio 1 milione di posti di lavoro”.

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