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Afghanistan, chi è Filippo Grandi, Alto Commissario Onu per i rifugiati
“In Afghanistan la crisi dei rifugiati inizia ora”, ecco chi è e che cosa ha detto Filippo Grandi, il primo italiano a ricoprire il ruolo di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Adesso che gli Stati Uniti hanno ufficialmente lasciato l’Afghanistan, ponendo fine alla loro presenza militare dopo vent’anni di guerra, la preoccupazione è per chi rimane. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, il primo italiano a ricoprire questo incarico ha infatti ricordato che “una crisi più grande” per 39 milioni di persone “è appena iniziata”.
L’APPELLO DI GRANDI
L’Onu, la scorsa settimana, ha detto che fino a 500.000 afghani potrebbero fuggire entro la fine dell’anno e Grandi, che ha fatto appello al sostegno internazionale, ha chiesto nuovamente che le frontiere rimangano aperte e che più Paesi condividano “questa responsabilità umanitaria” con Iran e Pakistan che già ospitano 2,2 milioni di afghani.
“I trasporti aerei da Kabul finiranno in pochi giorni – ha dichiarato qualche giorno fa – e la tragedia che si è consumata non sarà più così visibile. Ma sarà ancora una realtà quotidiana per milioni di afghani. Non dobbiamo voltarci dall’altra parte. Una crisi umanitaria molto più grande è appena iniziata”.
CHI È FILIPPO GRANDI
Filippo Grandi è nato a Milano nel 1957. Ha conseguito una laurea in storia moderna presso l’Università degli Studi di Milano, una laurea in filosofia presso l’Università Gregoriana di Roma, e un dottorato onorario presso l’Università di Coventry.
UNA LUNGA CARRIERA NELLA COOPERAZIONE
È stato Vice Rappresentante Speciale del Segretario delle Nazioni Unite in Afghanistan, a seguito di una lunga carriera all’interno di organizzazioni non governative. Dal 1988 al 2004 ha lavorato proprio nell’UNHCR presso il quartier generale dell’organizzazione a Ginevra e in Africa, Asia, Medio Oriente, in contesti difficili tra cui il Sudan, l’Iraq durante e dopo la prima guerra del Golfo, la zona dei Grandi Laghi in Africa Centrale e la Siria.
Grandi ha lavorato nella cooperazione internazionale per più di 30 anni, 27 dei quali come funzionario delle Nazioni Unite, in particolare nel settore dell’asilo e dell’assistenza umanitaria. Dal 2010 al 2014 è stato a capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), dopo esserne stato il Vice Commissario Generale a partire dal 2005. All’interno dell’UNRWA ha affrontato crisi difficili come la guerra in Libano nel 2006, il conflitto a Gaza nel 2009 e la guerra civile in Siria.
Hopefully the same solidarity currently shown towards people at risk evacuated from Afghanistan will continue after evacuations end, and benefit Afghan refugees, countries hosting them, and people displaced or otherwise vulnerable in Afghanistan. All will need sustained support.
— Filippo Grandi (@FilippoGrandi) August 23, 2021
È stato poi eletto Alto Commissario dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ruolo che lo ha portato a essere a capo di una delle più grandi organizzazioni umanitarie, che fornisce protezione e assistenza a oltre 70 milioni di rifugiati, sfollati interni e apolidi e che per due volte ha vinto il Premio Nobel per la Pace.
IL FUTURO DELL’AFGHANISTAN
Per Grandi la preoccupazione di nuove ondate migratorie “non è imminente” perché dipenderà “da quanto sarà duro il regime talebano”. In ogni caso, l’esodo sarebbe “in primo luogo regionale: Pakistan, Iran, forse Tagikistan”.
Solo nel caso in cui “gli aiuti a questi Paesi non fossero consistenti, allora sarebbe forte il rischio che i movimenti continuino verso l’Europa” – cosa che è successa nel 2014-2015, ha ricordato Grandi, quando gli aiuti umanitari a Turchia, Giordania, Libano furono fortemente ridotti portando i siriani a muoversi verso l’Europa.