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Aperta la caccia ai Responsabili. Chi sono (e cosa vogliono)

Commissioni Del Senato

L’obiettivo per tirare a campare è 161. Molti si accontenterebbero di arrivare a 158. Ma Conte è dato a 151. E il PD che teme di macerare a fuoco lento col sempre più scomodo alleato, tramite Orlando avverte: “Un voto in più basta per la fiducia, ma non per governare”. Servono i Responsabili

“I partiti sono zombie che vengono tenuti in vita solo per non far governare il Movimento 5 Stelle”. Lo sbraitava Beppe Grillo nel lontano maggio 2013, denunciando l’accrocchio instabile su cui traballava l’appena nato governo di Enrico Letta. Ora però in cerca di cadaveri da riesumare nel cimitero dei partiti ci sono i grillini, vanga in pugno e molletta ben salda sul naso, anche se non sembrano più troppo schizzinosi, data la disponibilità di allearsi con chiunque pur di restare a Palazzo Chigi.

I RIESUMAT… RESPONSABILI

È bastato che si aprisse il calciomercato perché in poche ore dal sottosuolo della Prima Repubblica riemergessero il partito socialista di Riccardo Nencini, sul cui simbolo al Senato si è innestato il gruppo di Italia Viva e lo scudo crociato di Lorenzo Cesa, che soltanto poche settimane fa si vantava di essere corteggiatissimo a destra e a manca, mentre ieri però il suo compagno di partito Antonio Saccone si lagnava per il fatto che l’UDC non è stato invitato al vertice del centrodestra.

LA CARICA DEI RESPONSABILI

Già con un piede nella maggioranza la curiosa formazione Maie – Italia23 di Ricardo Merlo e dell’ex forzista Raffaele Fantetti. Resta alla finestra al momento Nencini, ex viceministro ai Trasporti nei governi Renzi e Gentiloni, ma soprattutto tenutario del simbolo del Psi che ha imprestato a Matteo Renzi per costituire il gruppo al Senato, dato che il regolamento della Camera Alta chiede espressamente che le nuove formazioni per non confluire nel Misto finiscano sotto l’ombrello di partiti entrati in Parlamento tramite le elezioni.

NENCINI, L’ULISSE SOCIALISTA

Nencini, da parte sua, gongola e si lascia andare a frasi sibilline: “Mi sento Ulisse, il governo è Itaca”. Quindi l’ultimo dei craxiani (così si è autodefinito) aggiunge di essere più che un rottamatore un “costruttore”. A buon intenditor… Altro dinosauro della Prima Repubblica che potrebbe arricchire le file dei Responsabili è Lorenzo Cesa, col suo Scudo crociato. “L’Udc non soccorrerà mai il governo” aveva detto qualche settimana fa. Ma poi Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si sono riuniti per serrare le file ricordandosi di chiamare perfino Giovanni Toti che ha qualche sparuto rappresentante di Cambiamo e Maurizio Lupi dimenticando proprio l’Udc di Cesa, col portavoce, Saccone, che l’ha subito fatto notare. Assieme a loro si trasferirebbe pure Paola Binetti, che si è già detta pronta a fare armi e bagagli per confluire nei Responsabili purché si muova tutto il partito: non che ci voglia molto visto che starebbe in una utilitaria.

 

GOVERNO. BINETTI: SE CONTE SI APRE AI VALORI UDC È POSSIBILE PENSARCI -2- (DIRE) Roma, 15 gen. – Paola BINETTI,…

Pubblicato da Paola Binetti su Venerdì 15 gennaio 2021

 

DE FALCO, TORNI A BORDO, C…

Nella foga di riesumare zombie, i 5 Stelle dovranno pure fare i conti con quelli, cattivissimi perché assetati di vendetta, cacciati, espulsi o semplicemente accompagnati alla porta nei mesi scorsi. Sono tantissimi e, oggi, preziosissimi. Il più noto è senza dubbio Gregorio De Falco, il capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno che i pentastellati vollero a tutti i costi in Parlamento per un solo merito: quello di aver intimato al comandante della Costa Concordia di risalire a bordo dopo la collisione con gli scogli dell’isola del Giglio. Oggi potrebbe essere lui però a risalire a bordo della maggioranza che fa acqua da tutte le parti proprio come la nave di Schettino e, da quanto scrive sui social, parrebbe interessato.

 

Mitigare il Covid è la vera priorità ed a tal fine si deve agire operativamente utilizzando ogni risorsa per evitare che…

Pubblicato da Gregorio de Falco su Venerdì 15 gennaio 2021

Ci sono poi Michele Giarrusso, Lello Ciampolillo e Marinella Pacifico, quest’ultima espulsa praticamente l’altro ieri, nel mese di ottobre, tutti sulla base di mancate rendicontazioni (ma non erano passate inosservate diverse assenze della Pacifico a votazioni importanti che l’avevano messa nella lista di quelli che, come Giarrusso, potrebbero confluire nella Lega), Tiziana Drago, il cui rapporto col Movimento si consumò sulla sua partecipazione all’oltranzista e un po’ reazionario Congresso delle famiglie di Verona e quel Claudio Martelli cacciato quasi subito dopo il suo ingresso in Senato per essere stato ‘pizzicato’ dalle Iene per un ammanco di 76 mila euro nelle restituzioni M5S al fondo per le piccole e medie imprese.

LE TRUPPE MASTELLATE

E poi ci sono i coniugi Mastella, entrambi abituati a cambiare casacca. Basti pensare che Clemente Mastella – oggi sindaco di Benevento ma non fuori dai giochi, visto che in Senato ha la sua signora, l’ex forzista Sandra Lonardo -, fu ministro del Lavoro con Berlusconi e Guardasigilli con Romano Prodi. Ed è proprio Mastella a presenziare ovunque, in ogni salotto televisivo e a trattare per conto di sua moglie, in una sorta di versione ribaltata di Wanda Nara e Mauro Icardi. Nella giornata di ieri, appena ha fiutato che Conte e i suoi potrebbero riappacificarsi coi renziani visto che la soglia dei 161 voti resta lontana, ha tuonato: “Nessuno faccia scherzi. Non siamo i polli di Renzi. Attenti cari Conte e Zingaretti, lunedì potreste avere sorprese. Noi siamo responsabili ma non fessi. Il figliuol prodigo ritorna. Nessun vitello grasso. Alcuni di noi sono a dieta”. Insomma Responsabili sì, ma di lungo corso che sanno come trattare col migliore offerente.

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