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Bianchi di scuola, ecco la riforma del ministro

Riforma Scuola Bianchi

Basta precariato e più riconoscimento a insegnanti e dirigenti, riduzione del gap tra mondo scolastico e del lavoro, la scuola come motore del Paese tra le idee per la riforma del ministro Bianchi

Nell’audizione alle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha annunciato grandi cambiamenti per il mondo della scuola, a partire dal suo dicastero. “Il ministero così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Stiamo ampliando l’età dell’educazione dai 0 anni fino alla formazione continua: serve un dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore […] Mentre un tempo potevamo immaginare che la formazione permanente fosse un lusso oggi è necessario per tenersi al passo con le nuove tecnologie”.

LA SCUOLA COME MOTORE DEL PAESE

Secondo Bianchi dobbiamo adeguare il modello scolastico ai livelli europei e recuperare il principale vulnus del nostro sistema: le disuguaglianze e la dispersione scolastica. Per questo il Ministro ha parlato di due modi per legare gli investimenti allo sviluppo: far aumentare competenze e quindi di pari passo produttività e crescita; oppure aumentare il numero di coloro che sono in grado di partecipare alla vita del Paese.

“Noi abbiamo bisogno di entrambe le cose”, ha detto Bianchi presentando le linee programmatiche che portano il titolo di ‘La scuola come motore del Paese’. “Un piano di intervento – ha spiegato il Ministro – che si muove su due linee molto chiare: quella delle persone (studenti, personale della scuola e famiglie) e poi asse orizzontale dell’organizzazione degli studi e il superamento delle cosiddette ‘gabbie’ del ‘900”.

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LA SCUOLA DEL FUTURO

Il Ministro ha fatto sapere che nei prossimi 10 anni ci saranno 1 milione e 400 mila ragazzi in meno. Il che farebbe pensare a una drastica riduzione del numero di insegnanti, ma Bianchi ha detto che “dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti-tot studenti” per arrivare finalmente ad avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola.

Attenzione particolare anche per i dirigenti che dovranno essere di più e a cui dovrà essere riconosciuto “il giusto peso” soprattutto nel confronto contrattuale per la “gravosità degli impegni che hanno avuto”. Stesso riconoscimento e carriere più articolate che si dovranno ripensare anche per gli insegnanti e per tutto il personale scolastico.

IL GAP TRA SCUOLA E MONDO DEL LAVORO

La pandemia come choc esterno, ha ricordato Bianchi, ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: “abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C’è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate”.

BASTA PRECARI

Nell’audizione, il Ministro ha ricordato che su quasi 500mila posti comuni, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse. L’errore, secondo Bianchi, sta nel “trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua”.

PENSIONAMENTI E ASSUNZIONI

“Bisogna programmare le uscite degli insegnanti – ha concluso Bianchi – con l’Inps siamo riusciti ad avere per tempo le previsioni di uscita di quest’anno e dei prossimi 10 anni e ci vuole, anno per anno, la possibilità di reclutamento che tenga conto delle uscite per garantire continuità e stabilità nei processi di reclutamento”.

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