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Blocco licenziamenti, utile o no? Le aziende vogliono assumere

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Il termine del blocco dei licenziamenti, criticato anche dall’Ue, non deve spaventare. Il Nord Est scalpita per ripartire: il 70% delle imprese pronto a procedere con nuove assunzioni

Il blocco dei licenziamenti, su cui si sta avvitando il dibattito politico, sarebbe un falso problema. Lo dicono da più parti, ora pure uno studio di Fòrema, società di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, su un campione di aziende del territorio. Nella metà dei casi si registrano nuove assunzioni dovute a un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia.

Ma, soprattutto, il 70% delle imprese venete nei prossimi 6 mesi ha in programma di assumere nuovo personale. Il 61% delle assunzioni dei prossimi mesi sarà diretto da parte delle imprese. Il 30 % avverrà nei reparti produttivi e sarà in gran parte assunzioni stabili. Il 34% del totale infatti sarà assunzioni saranno a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage. Crollano sotto la soglia del 10% (precisamente al 9%) le assunzioni tramite agenzia interinale (lavoro somministrato). Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti.

Chiariamo un aspetto: quelle fotografate nel report sono solo le imprese venete: un campione di 213 aziende del territorio (51% Padova, 44% Vicenza, 3% altro in Veneto, 2% fuori veneto). Più nel dettaglio, le aziende sondate sono suddivise in queste categorie: 10% grande imprese, 37% media, 53% piccola. Tra i settori di appartenenza delle imprese quasi il 50% fa riferimento al metalmeccanico, il 20% appartiene all’ambito gomma-plastica-chimico, il resto ai settori commercio, grande distribuzione organizzata, edilizia, moda, sport, servizi, alimentare, cartiero, legno.

Insomma, almeno nel Nord Est la fine dello scudo del blocco dei licenziamenti non sembra essere un problema. Il 70% del campione intervistato (148 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi. Il 61% saranno assunzioni dirette, mentre crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali. Le percentuali crescono nei singoli settori (gomma/plastica e chimica – 80%; metalmeccanica – 78%, alimentare – 76%). La maggior parte delle assunzioni riguardano le grandi imprese.

Il 30% delle nuove assunzioni avverranno nei reparti produttivi, il 14% in area commerciale, il 12% in area tecnica, a seguire il resto sotto del 10% (amministrazione, commerciale marketing, risorse umane, logistica, qualità, ricerca). L’indagine ha evidenziato una grande attenzione all’ambito “operations” (produzione + acquisti + logistica) che in totale pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale. Per quanto riguarda in particolare le imprese metalmeccaniche, il 50% di inserimenti avverrà in area “operations”, 26% in ufficio tecnico e ricerca, 10% marketing e commerciale.

Quasi la metà del panel (49%) ricerca nuovo personale per far fronte ad un aumento delle attività aziendali. Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all’avvio di nuove attività o processi (10%) o per la necessità di nuovi ruoli e professioni (14%). Il 34% delle aziende che assumono lo farà a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage, il 9% tramite somministrazione (agenzia interinale) mentre solo il 2% ricerca collaboratori esterni in p.iva

Le assunzioni dirette da parte delle imprese rappresentano il 61% del totale degli inserimenti previsti. L’apprendistato mantiene il ruolo di canale di ingresso in azienda (17%; per le piccole imprese 20%), seguito dal tirocinio (11%). Le nuove assunzioni tramite agenzia interinale saranno il 9% del totale (nelle grandi imprese il valore arriva al 16%, nelle piccole invece si ferma al 3%). In merito alle competenze ricercate per i neoassunti le imprese mettono al primo posto le competenze tecniche di base (41%), poi le avanzate (33%), infine le trasversali (15%), di settore o di ruolo (11%). Tra le competenze trasversali le più richieste vi sono: il problem solving, l’apprendimento continuo e il senso critico. Le competenze trasversali, relazionali, digitali, da abbinare dunque a quelle di base, risultano fondamentali requisiti per il nuovo personale.

Tra i profili introvabili per le aziende alla ricerca di personale vi sono al primo posto gli addetti alla produzione meccanica, macchine CNC, saldatori, carpentieri e simili (29%). A seguire tutto il resto, addetti marketing (9%), ingegneri (8%), tecnici (8%), programmatori (6%), impiegati (6%), manager (6%), manutentori (6%), progettisti (6%), altri profili (16%). Il 69% delle imprese dichiara di aver sperimentato difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali per il proprio organico. Il fenomeno interessa più le piccole imprese (72%) che le grandi imprese (62%).

 

 

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