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Cantone insiste: attenzione a soglia degli appalti in dl Sblocca cantieri

Anac Cantone

Il presidente dell’Anac Cantone in audizione in commissione Ambiente alla Camera. Attenzione ad abbassamento soglia per appalti e ad estensione periodo per certificare requisiti costruttori

Il decreto Sblocca Cantieri fa grandi passi avanti rispetto al Codice degli appalti varato nel 2016. A dirlo il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, oggi in audizione in commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera in merito al provvedimento che è in corso di conversione. Al decreto il magistrato aveva già fatto cenno durante la Relazione annuale dell’Autorità la scorsa settimana evidenziando come esso incida “anche sui poteri dell’Anac, prevedendo il ritorno al regolamento attuativo in luogo delle linee guida dell’Autorità”. Un ritorno definito oggi “scelta condivisibile” visto che “le linee guida non hanno assicurato quella certezza che dovevano assicurare”. L’approvazione del regolamento in 180 giorni, però, è “oggettivamente ottimistica”.

IL DL SBLOCCA CANTIERI E IL CODICE DEGLI APPALTI

Come dicevamo, per Cantone il dl “cambia già in modo strutturale” il Codice degli appalti e quello “che uscirà sarà completamente diverso da quello del 2016 e sarà sempre più un ibrido rispetto all’idea del Codice che doveva essere nelle idee generali”. Se dunque “non è vero che il decreto Sblocca Cantieri è una sospensione integrale del codice” pure rappresenta una riforma incisiva visto che apporta “modifiche in passaggi fondamentali”. In particolare il riferimento è a tre sospensioni, fino al 31 dicembre 2020: l’obbligo di centralizzazione degli appalti per i piccoli Comuni, l’obbligo di mandare in gara lavori solo su progetto esecutivo e l’obbligo di aggiudicare le gare con commissioni formate da esperti indipendenti nominati attraverso l’albo gestito dall’Anac, in contrasto peraltro “con una norma inserita nell’originario Sblocca Cantieri”.

Il punto nodale, poi, è che il dl sospende l’obbligo di nominare i commissari ma non abolisce l’albo gestito dall’Anac. “Prendiamo atto della scelta politica – ha detto Cantone – ci dispiace anche per l’investimento fatto, visto che quest’anno iscriveremo a bilancio un cospicuo valore negativo: pari a circa 500mila euro. Forse sarebbe stato più coerente cancellare del tutto l’albo dei commissari”.

SUI COMMISSARI RISCHIO INCOSTITUZIONALITÀ

Sempre rimanendo in tema di commissari il numero uno dell’Anac critica la norma che introduce le deroghe e i poteri straordinari perché risulta “troppo ampliativa” ed è “a rischio di illegittimità costituzionale”. Le deroghe al Codice appalti infatti non vengono precisate per legge ma verranno stabilite con “un atto amministrativo che sospende condizioni previste da una legge, da una fonte primaria”. Da qui i “rischi di legittimità costituzionale”.

SOGLIA PIÙ BASSA PER APPALTI È PERICOLOSA

Attenzione anche alla scelta di abbassare da 200mila a 150mila la soglia da cui si può procedere all’assegnazione di lavori con procedura negoziata e tramite consultazione di tre operatori economici. “È oggettivamente pericolosa e non solo per i rischi di corruzione” ha spiegato Cantone secondo cui “mette in discussione la qualità degli appalti”, oltre a “creare tensione non semplice nella gestione degli appalti”. Certamente si tratta di una norma che “non ha un tasso di pericolosità enorme, ma aumenta la discrezionalità in un settore nel quale non c’è mai stato il blocco degli appalti”. Comunque “è una scelta democratica del Parlamento”.

Rimanendo in tema di gare d’appalto il magistrato ha giudicato invece “razionale” la decisione di ripristinare la possibilità di aggiudicare le gare d’appalto fino a 1 milione con le procedure negoziate.

TORNA LA LOGICA DELLE STAZIONI DIFFUSE

Un’altra novità che arriva con lo Sblocca Cantieri riguarda la messa in discussione del principio della riduzione delle stazioni appaltanti. In tal modo, ha rilevato Cantone, “si manda in soffitta l’idea di un numero ristretto delle stazioni appaltanti e torna la logica delle stazioni diffuse”. Il problema ulteriore è che “non si comprende come questa norma si contempera con la norma che prevede la qualificazione delle stazioni appaltanti che è ancora in vigore”.

MOLTO PERICOLOSO ESTENDERE PERIODO PER CERTIFICARE REQUISITI COSTRUTTORI

Definita senza mezzi termini “oggettivamente molto pericolosa” la norma del provvedimento che estende da 10 a 15 anni il periodo di riferimento valutabile dalle Soa, ovvero le Società organismi di attestazione, per certificare i requisiti dei costruttori interessati a partecipare al mercato dei lavori pubblici. “Il codice inizialmente prevedeva cinque anni, il Milleproroghe l’ha portata a 10, ora arriviamo a 15” ha ricordato il presidente dell’Anac per cui in tal modo “si rischia di certificare requisiti di imprese che magari non stanno più lavorando, incidendo pesantemente sulla qualità delle opere”. In sostanza “questa norma annacqua il valore delle qualificazioni su cui è basato il sistema di abilitazione delle imprese”.

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