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Chi è Daria Perrotta, in pole per la successione a Biagio Mazzotta alla RGS

Perrotta Giorgetti

L’attuale ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, è dato ormai in rotta di collisione anche con Giorgetti. Per la successione occhi puntati su Daria Perrotta, già nello staff del ministro dell’Economia

Da più di un anno va avanti ormai il tira e molla sul presente e sul futuro della Ragioneria generale dello Stato, nello specifico del suo attuale ragioniere Biagio Mazzotta. Ciclicamente, ogni volta che le scadenze economiche prendono il sopravvento nel dibattito pubblico e politico, ecco che viene fuori il suo nome, verso cui non è stata mai mascherata – da indiscrezioni sui giornali – una certa insofferenza da parte di ambienti di centrodestra.

BIAGIO MAZZOTTA, DAL GOVERNO GIALLOVERDE ALLA GRATICOLA DEL GOVERNO MELONI

Mazzotta è stato nominato ragioniere generale dello Stato nel 2019, durante le fasi finali del governo gialloverde, il Conte I, quando Giancarlo Giorgetti era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Giovanni Tria al Mef. In questi anni Mazzotta ha visto avvicendarsi tre presidenti del Consiglio e quattro governi, di ogni colore politico. Ogni volta che in questi mesi, nell’era Meloni, è stato messo sulla graticola le cronache hanno tirato in ballo a sua protezione anche il Quirinale, oltre che lo stesso ministro Giorgetti. Si dà il caso, però, che nelle ultime ore proprio l’ombrello del titolare del Mef sembra si sia chiuso e su Mazzotta iniziano a piovere macigni. A far traboccare il vaso pare sia stato ancora una volta il famigerato Superbonus edilizio.

ANCHE GIORGETTI AVREBBE ORMAI MOLLATO IL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO MAZZOTTA

Ecco cosa ha dichiarato Giorgetti l’altra sera in conferenza stampa, rispondendo a una domanda proprio sulla conferma o meno di Mazzotta: “Per quanto riguarda il ragioniere generale dello Stato – ha puntualizzato – non mi sembra il caso di discutere qua”. Ed ecco cosa scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera, di solito molto attento agli spifferi che provengono dal principale ufficio di via XX Settembre: “Il ministro (Giorgetti, ndr) avrebbe già discusso a Palazzo Chigi l’idea di sostituire Mazzotta dopo il Def di aprile, in qualche modo additando lui come primo responsabile della grande deriva del bonus”.

Fa eco l’indiscrezione di Giuseppe Colombo su Repubblica: “Il governo cerca una ‘buonuscita’ per il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta. Un incarico di peso per risarcirlo della cacciata che si appresta a compiere. Palazzo Chigi ha deciso che il suo mandato è giunto al capolinea, e neanche Giancarlo Giorgetti nasconde più la sua irritazione. L’occasione è pronta: il Superbonus della discordia, che nelle ultime ore ha generato nuovi screzi. Il ministro dell’Economia è furibondo per quella che ritiene essere stata l’ennesima sottovalutazione sugli extracosti dei bonus edilizi. Anche perché è lui che ha dovuto mettere la faccia e la firma sotto il nuovo decreto emergenziale, varato a sorpresa martedì per contenere una spesa ancora fuori controllo. Senza l’ennesima stretta, i conti rischiavano di sballare di altri 30 miliardi. Una previsione che ha fatto balzare tutti sulla sedia”.

LE PORTE GIREVOLI  DI GIORGETTI E DARIA PERROTTA TRA MEF E PALAZZO CHIGI

Alcuni fanno osservare, maliziosamente, che Giorgetti si sia deciso ad agevolare l’ormai probabile fuoriuscita di Mazzotta per salvare politicamente sé stesso, facendo dell’attuale ragioniere dello Stato la perfetta vittima sacrificale in quanto tecnico. Non sfugge infatti che Giorgetti presiede il Mef da ormai quasi un anno e mezzo, che durante il governo Draghi era ministro dello Sviluppo economico, altro dicastero centrale nelle politiche economiche, e che quindi da quella posizione ha avallato gli interventi correttivi al Superbonus che, evidentemente, non sono stati sufficienti se la bolla in questi anni si è ingigantita.

A fianco a Mazzotta e Giorgetti c’è un terzo nome che spesso viene accomunato ai due. Stiamo parlando di Daria Perrotta, l’attuale capo del legislativo proprio di Giorgetti al Mef. I due si conoscono da anni, Perrotta era capo ufficio della segreteria del Consiglio dei ministri ai tempi di Giorgetti sottosegretario a Palazzo Chigi. In soldoni le chiavi del Cdm li avevano loro due. Perrotta è tornata dal portone principale alla Presidenza del Consiglio con il governo Draghi, nel ruolo di capo di Gabinetto dell’allora sottosegretario Garofoli.

Si dà il caso che, come avvenuto già nei mesi scorsi, anche adesso Daria Perrotta venga indicata come possibile successore di Mazzotta alla guida della Rgs che, così, si tingerebbe di rosa. Anche se, scrive sempre Repubblica seppur “molto stimata da Giorgetti, dovrà vedersela con candidati altrettanto quotati”.

IL PROFILO DI DARIA PERROTTA TRACCIATO DAI GIORNALI

Per capire chi è Daria Perrotta riportiamo alcuni passaggi di articoli di differenti testate in diverse fasi politiche degli ultimi anni.

Nell’ottobre del 2018, in pieno scontro tra il governo gialloverde e la Commissione europea sull’entità dei conti pubblici, ecco cosa scriveva l’Huffington post: “In questo clima che Lega e Movimento 5 stelle si incontreranno domani. Prima un vertice politico. Quindi il Cdm con un ordine del giorno delicatissimo. La lettera che lunedì andrà inviata a Bruxelles in merito alle durissime osservazioni che la Commissione ha mosso alla legge di bilancio. E, soprattutto, la riformulazione del decreto fiscale, che ha fatto esplodere il caso politico delle ultime 48 ore.

(…) Gireranno nuove bozze, del decreto come della missiva per Bruxelles, ed è per questo che sui tecnici si è accesa una luce carica di diffidenza. Il Movimento 5 stelle ne ha messi tre nel mirino. Claudio Zaccardi, capo del legislativo del ministero dell’Economia. Fabrizio Lapecorella, Direttore generale finanze del Mef. E Daria Perrotta, Capo ufficio della segreteria del Consiglio dei ministri. Per i pentastellati è soprattutto su quest’ultima che gravano i sospetti. Perché è dal suo ufficio che passano tutti i testi diretti al Cdm. E per il suo background di ex capo di segreteria di Maria Elena Boschi, passato mal digerito dalla metà gialla dell’emisfero governativo”.

PERROTTA, CORAZZIERA DELLE REGOLE E PUPILLA DI GIORGETTI

A giugno 2023, Carmelo Caruso sul Foglio scriveva: “… Basta praticare uno strappo nel cielo di carta di Meloni e si scopre che Mantovano dialoga con Giorgetti, che Giorgetti ragiona con Pugnalin e che Daria Perrotta, capo del legislativo di Giorgetti, è la bravissima corazziera delle regole, tutta leggi e Quirinale”.

Un mese dopo, a luglio 2023, è il turno di Luigi Bisignani il quale sul Tempo scriveva: “dopo Palazzo Chigi e Consulta, presto anche la Ragioneria generale dello Stato indosserà la gonna. Grazie ad una ardita manovra di Palazzo, è in arrivo la «ganzissima» Daria Perrotta, da sempre pupilla del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’anno scorso, l’eminenza grigia della Lega non era riuscito ad insediarla come capo di gabinetto del Mef, dove invece aveva dovuto piazzare il modesto Stefano Varone il quale, sulla scia del suo ministro, non si è certo dimostrato un cuor di leone.

La tenace Perrotta, invece – proseguiva Bisignani – per scalzare dall’incarico apicale del prestigioso dipartimento di via XX Settembre una vecchia volpe della Ragioneria come Biagio Mazzotta, è riuscita a contare addirittura sull’endorsement, insperato, di un’altra «gonna», quella di Alessandra Dal Verme, cognatina preferita del commissario Gentiloni e in buoni rapporti con il PD a cui la coppia Meloni-Mantovano, in fatto di nomine, abbaia ma certo non morde. (…) Vedremo se la nomina della Perrotta si rivelerà -quota rosa a parte- una scelta giusta, anche in vista del gravoso compito della Ragioneria per la «bollinatura» delle coperture della Finanziaria”.

La legge di Bilancio 2024 ormai è andata, a questo punto non rimane che attendere chi sarà a “bollinare” la finanziaria 2025.

Leggi anche: Perché Giorgetti è rimasto da solo (o quasi) dopo il ko al superbonus

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