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Chi è Igor Boni, il radicale candidato alle primarie di Torino

Chi è Igor Boni

Militante del Partito Radicale dal 1986, Igor Boni fa politica da 35 anni (ma fuori dai palazzi) e ora è uno dei quattro candidati alle primarie del centrosinistra a Torino

Amante della politica e della natura, europeista e radicale. Porta avanti le battaglie per la legalità nelle istituzioni, le unioni civili, l’eutanasia legale, la cannabis terapeutica e la riforma della legge sull’immigrazione. Ecco chi è il candidato alle primarie del centrosinistra a Torino Igor Boni.

CHI È IGOR BONI

Igor Boni è nato a Torino nel 1968 e si è laureato in Agraria. Lavora presso l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente del Piemonte (IPLA), del quale è stato Amministratore Unico per 6 anni, fino al marzo 2020 dopo aver riportato in attivo conti e bilanci.

Oggi, da quanto si legge sul suo sito, è tornato per scelta a fare il tecnico specialista. Militante del Partito Radicale dal 1986, si è occupato, in particolare, di tematiche ambientali (protezione del suolo e del territorio, risparmio idrico e politiche energetiche), di diritti civili e di politica internazionale, di trasparenza delle istituzioni e diritti umani nel mondo.

LE SUE BATTAGLIE

Ha promosso, con successo, le campagne contro le firme false di Michele Giovine che hanno riportato la regione al voto, lotta da anni per diverse battaglie care ai radicali: il rispetto dello stato di diritto e la legalità nelle istituzioni, l’anagrafe degli eletti e dei nominati, il registro dei testamenti biologici, le unioni civili e l’eutanasia legale.

Attualmente è impegnato nella campagna per la cannabis terapeutica e per la riforma della legge sull’immigrazione. Boni è anche presidente nazionale di Radicali Italiani e fa parte dell’Assemblea nazionale di +Europa.

LA SUA TORINO

La Torino di Boni dovrebbe essere “connessa, umana e sostenibile”, questo il claim scelto per la sua candidatura. Una Torino aperta e connessa ai grandi Comuni, Milano in primis, oltre che all’Europa per creare lavoro e ricchezza. Per questo motivo Boni dice sì alla Tav e alla seconda linea della metropolitana.

UNITI CONTRO “LA DESTRA POST-FASCISTA”

Parola d’ordine “discontinuità” rispetto alla gestione Appendino e M5s. A Repubblica ha dichiarato: “Non ci sono sconti da fare per trovare improbabili alleanze con chi ha contribuito ad affossare questa città”. A prescindere da quale sarà l’esito delle primarie del centrosinistra a Torino, Boni concorda con gli altri candidati sull’unirsi fin da lunedì per battere il centrodestra, che secondo il radicale è “la destra post-fascista, di FdI e Lega, e Damilano mette la sua faccia pulita al servizio di tutto questo”.

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