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Chi è Marco Buti, che l’Italia candida alla guida del MES

Marco Buti MES

Il Mes ha un capitale complessivo di circa 700 miliardi di euro, ha già erogato prestiti per circa 295 miliardi e dispone di una capacità residua di circa 410 miliardi di euro: Roma ha appena candidato Marco Buti, capo di gabinetto del commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni, come nuovo Dg

Per anni, non ultimo nel periodo della pandemia, il dibattito politico italiano si è avvitato sulla possibilità di accettare o meno i prestiti del ‘famigerato’ (dopo vedremo di capire perché) MES. Per molti, la linea di credito creata ad hoc per rimediare ai danni del Covid-19 e ripristinare i sistemi sanitari nazionali avrebbe rappresentato l’occasione per mettere le mani su alcune decine di miliardi di euro a tassi oltremodo agevolati; per altri, invece, avrebbe portato la “troika” (il terzetto che indica ai Paesi le riforme per uscire dal dissesto composto da Commissione europea, Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale ) a commissariare Roma. Al momento l’Italia non ha bisogno dei fondi del MES, ma le si presenta la possibilità di guidarlo, riformandolo quindi dall’interno.

ROMA CANDIDA MARCO BUTI ALLA GUIDA DEL MES

Nelle ultime ore Roma ha formalizzato la candidatura di Marco Buti (qui il Cv) per il posto di direttore generale del Mes, detenuto per finora dal tedesco Klaus Regling. Buti non sarebbe al primo incarico in ambito internazionale, avendo guidato la direzione generale Affari economici della Commissione europea. Con l’arrivo di Paolo Gentiloni al ‘dicastero’ economico dell’esecutivo Ue ne è diventato il capo di gabinetto.

GLI SFIDANTI DI BUTI AL MES

L’Italia al momento in ambito comunitario è sotto-rappresentata, dopo la prematura scomparsa nel numero 1 dell’Europarlamento David Sassoli. Il Portogallo, che nel primo semestre dello scorso anno aveva assunto la guida del Consiglio dell’Ue, ha candidato l’ex ministro delle Finanze João Leão, mentre il Lussemburgo Pierre Gramegna. Potrebbe avere meno chances l’olandese Menno Snel, ex viceministro delle Finanze dimessosi nel 2019 in seguito a uno scandalo sugli assegni familiari revocati a famiglie povere, in quanto spesso composte da migranti.

Tutte le candidature verranno discusse all’Eugruppo del 23 maggio e si punta a selezionare un nome per la riunione del 16 giugno, secondo la roadmap tracciata dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.

COS’È IL MES

Istituito nel 2012 con lo scopo di garantire la stabilità della zona Euro, il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è un’organizzazione intergovernativa che mette a disposizione degli Stati membri in difficoltà una serie di strumenti di sostegno finanziario. Scopriamo come funziona, con quali risorse presta assistenza e chi sono i beneficiari.

Il Mes ha sede in Lussemburgo. I membri dell’organizzazione le cui condizioni di instabilità finanziaria minacciano di avere ripercussioni negative nell’intera area della moneta unica possono accedere a una delle forme di assistenza previste dal Fondo per le situazioni di crisi. È noto per aver salvato soprattutto la Grecia dal fallimento e, secondo i detrattori, sarebbe però alla base dell’indebitamento che avrebbe portato il Paese ellenico alla svendita di infrastrutture, beni demaniali e società nazionali.

Il Trattato istitutivo del Mes prevede che ne siano membri di diritto i Paesi firmatari e ogni Stato che, anche successivamente, entri a far parte dell’Eurozona. L’adesione è inoltre consentita, in condizioni di parità con gli altri membri, a tutti i Paesi dell’Unione che ne facciano richiesta, anche senza l’obbligo di adottare l’euro. La platea è, dunque, ampia e, sebbene se ne sia parlato soprattutto con riferimento ai prestiti a favore di Atena, fino a ora, i paesi ad aver già usufruito del sostegno del Mes sono Cipro, Irlanda, Spagna e Portogallo.

COME FUNZIONANO I PRESTITI DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’

L’assistenza finanziaria offerta dal Mes non è incondizionata. Infatti il sostegno del Fondo è subordinato, oltre che a un vaglio preliminare, alla sottoscrizione di un accordo con lo Stato che ha richiesto il prestito, nonché alla definizione di un cronoprogramma con le tappe che lo Stato stesso dovrà percorrere per ridurre le criticità che hanno condotto al verificarsi della crisi. Se la richiesta di prestito viene accolta, il Mes affida alla Commissione europea – di concerto con la BCE e, laddove possibile, insieme al FMI – il compito di negoziare con il membro interessato, un documento che precisi le condizioni alle quali è concesso il sostegno del Fondo. Tali condizioni variano in base alla tipologia di strumento prescelto e alla gravità della crisi e possono contemplare misure di politica economica o di bilancio, riforme fiscali o del lavoro, tagli alla spesa, riforme del settore finanziario.

GLI ORGANI DEL MES

Il principale organo decisionale del Mes è il Consiglio dei Governatori, di cui fanno parte i Ministri delle finanze degli Stati membri della zona euro. Il Consiglio è presieduto dal Presidente dell’Eurogruppo. Il Mes contempla anche un Consiglio di amministrazione, composto da membri di nomina ministeriale, e un direttore generale. Le decisioni più rilevanti (decisioni di comune accordo) sono assunte dagli organi del Mes all’unanimità dei partecipanti al voto – senza contare gli astenuti. Questa regola subisce un’eccezione nei casi in cui la BCE e la Commissione valutano la necessità di adottare misure urgenti e indifferibili a fronte di circostanze che minacciano la stabilità finanziaria dell’Eurozona. In tale circostanza, onde scansare il rischio di impasse, la decisione può essere adottata con una maggioranza qualificata dell’85% dei voti espressi.

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