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Chi non vuole De Pasquale all’Archivio Centrale dello Stato

De Pasquale Archivio Centrale Stato

L’appello del presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna a Mario Draghi per fermare la nomina di Andrea De Pasquale a Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato

Paolo Bolognesi è il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna e guida anche l’Unione dei familiari delle vittime di stragi. Ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo di fermare la nomina di Andrea De Pasquale a Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato (ACS).

Con Bolognesi ci sono anche Carlo Arnoldi e Manlio Milani, rispettivamente a capo delle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia.

CHI VUOLE DE PASQUALE

La nomina di De Pasquale al vertice dell’ACS è una decisione assunta dal ministro della cultura Dario Franceschini.

Si chiede a Draghi di intervenire, spiega Bolognesi, perché “un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia non va affidato a una persona che ha sicuramente i titoli, ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo”.

COSA FA IL SOVRINTENDENTE

Il Sovrintendente dell’ACS, infatti, come ricorda Repubblica, “è uno dei principali responsabili della corretta attuazione della desecretazione delle carte relative a stragi ed attentati”.

Se la nomina sarà confermata, denuncia Bolognesi, “devo pensare che nei fatti non c’è nessuna volontà di fare chiarezza sui retroscena della strage e delle stragi in generale, sulle collusioni degli apparati, di chi erano i gladiatori, delle loro ‘imprese’ e tantomeno delle varie implicazioni politico terroristiche della famigerata loggia P2”.

LE OMBRE SU DE PASQUALE

De Pasquale è stato al centro di una polemica per l’acquisizione dell’archivio Rauti da parte della Biblioteca nazionale centrale di Roma, di cui De Pasquale è stato direttore. Nella mail che presentava l’iniziativa, De Pasquale definiva Pino Rauti come “uno dei personaggi chiave della Storia della Destra in Italia: organizzatore, pensatore, studioso, giornalista, deputato dal 1972 al 1992. Tanto attivo e creativo, quanto riflessivo e critico”.

Bolognesi spiega che in questa operazione De Pasquale “ha mostrato o comunque avallato un atteggiamento di scarsa autonomia scientifica e di compiacenza nei confronti della famiglia Rauti e della parte politica sua e dei suoi eredi”, destando “vive preoccupazioni”.

Bolognesi ricorda che, “sollecitato dall’associazione dei famigliari delle vittime di piazza Fontana, il dottor De Pasquale ha avuto un atteggiamento curioso: si è scusato, ma non ha riconosciuto alcun problema nella comunicazione e presentazione del fondo Rauti”. Un atteggiamento “tale da compromettere agli occhi di molti la correttezza di un’istituzione prestigiosa come la Biblioteca nazionale centrale”.

L’INCOERENZA DI FRANCESCHINI

Come ricorda il Fatto Quotidiano, in quella occasione proprio Franceschini “si distinse per un intervento rapido che accoglieva la sollevazione di studiosi e antifascisti, i quali ricordavano i trascorsi militanti di Rauti nei Fasci di Azione Rivoluzionaria (FAR) e soprattutto la fondazione di Ordine nuovo, poi divenuto una vera e propria agenzia del terrore, secondo quanto accertato dalle sentenze di Milano e Brescia”.

Anche il manifesto ricorda che all’epoca “Franceschini si rese conto della gravità dell’accaduto tanto da far rimuovere la pagina ‘celebrativa’ dal sito istituzionale beniculturali.it”. Ma adesso la nomina di De Pasquale come Sovrintendente dell’ACS sembra ancora più grave, perché l’Archivio è “uno degli organismi cui spetta la corretta attuazione della ‘direttiva Renzi’ che ha stabilito la desecretazione delle carte relative a stragi e attentati”.

LE STRAGI E LA P2

Nell’appello a Draghi, Bolognesi ricorda le stragi su cui gli storici potranno fare maggiore chiarezza proprio grazie alle carte dell’Archivio. “All’indomani del 41esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980, dove, per mano di terroristi fascisti collusi con i vertici dei nostri servizi segreti e ispirati e pagati dai vertici della loggia massonica P2, morirono 85 persone e più di 200 furono i feriti, e dopo i grandi apprezzamenti riservati alla nostra associazione per la battaglia quarantennale per la verità, mi corre l’obbligo di scriverLe per chiederLe di evitare che un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia sia affidato a una persona che ha sicuramente i titoli, ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo”.

Se la nomina di De Pasquale non fosse fermata, si conclude il messaggio a Draghi, “sarebbe un profondo rammarico per la nostra associazione e per tanti altri cittadini e cittadine, familiari, esperti e storici che da anni combattono in questa direzione”.

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