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Come si muove Conte tra Mes e M5s

Conte

Questa volta Conte nell’informativa alle Camere sull’emergenza virale e sul Consiglio Europeo di domani è stato molto attento a non deludere le attese del presidente della Repubblica. I Graffi di Damato

Questa volta Giuseppe Conte nella cosiddetta informativa alle Camere sull’emergenza virale e sul Consiglio Europeo di domani — di cui si attendono le decisioni su modalità e consistenza  degli interventi finanziari dei quali potrà disporre l’Italia mentre si profila una perdita del Pil di addirittura il 15 per cento, come ha gridato in prima pagina la Repubblica di carta — è stato molto attento a non deludere le attese del presidente della Repubblica. E neppure quelle del Pd, pur non condivise nella maggioranza da larga parte dei grillini, sulla possibilità di ricorrere al cosiddetto e temutissimo fondo salva-Stati, o meccanismo europeo di stabilità, dopo l’uso devastante fattone in Grecia, anche se adesso sono cambiate le cosiddette “condizionalità”.

UN’ESPLICITA APERTURA ALLE OPPOSIZIONI

Il riguardo verso il capo dello Stato, da mesi ormai impegnato a raccomandare solidarietà e unità nazionale di fronte alle dimensioni della crisi sanitaria, economica e sociale in corso, si è tradotto in un’esplicita apertura di Conte alle opposizioni. Che ha provocato mormorii e proteste fra leghisti e fratelli d’Italia, diffidentissimi verso il presidente del Consiglio per come li aveva trattati sino al giorno prima. Invece, specie al Senato, Conte è riuscito a strappare persino applausi tra i forzisti berlusconiani. I quali però nella discussione seguita alle dichiarazioni del presidente del Consiglio non si sono gran che distinti dalle altre due componenti del centrodestra. Particolarmente duro con Conte è stato, per esempio, il senatore piemontese Lucio Malan. Abbastanza critica col governo è stata alla Camera la capogruppo forzista Mariastella Gelmini.

LE ACQUE AGITATE IN FORZA ITALIA

In verità, nel partito di Berlusconi le acque sono abbastanza agitate, anche se l’ultima parola la conserva naturalmente il Cavaliere nel suo rifugio antivirale in Provenza. Il direttore del Giornale  di famiglia, Alessandro Sallusti, ha scritto nel suo editoriale di un Conte Godot, dalle attese  quindi inutili. Il giorno prima l’ormai ex parlamentare Antonio Martino, oltre che ex ministro, ma pur sempre fra i più prestigiosi fondatori di Forza Italia, aveva liquidato Conte sullo stesso Giornale come persona inaffidabile anche per “la portineria” del suo condominio. Le conclusioni mediatiche, se non  politiche, le ha un po’ tratte il vice presidente di Forza Italia, ed ex presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani dichiarando al Corriere della Sera, testualmente: “Questo governo è debole e pieno di contraddizioni, ma oggi siamo ancora nella fase dell’emergenza e un cambio di esecutivo non è all’ordine del giorno. Quando si supererà, vedremo. Non ora”.

AUMENTANO LE TENSIONI NEL M5S

Aumentano intanto le tensioni fra i grillini, sempre più divisi tra convinti sostenitori o rassegnati a Conte e insoddisfatti o furenti. Un segno tangibile di ciò che bolle in quella pentola si coglie nel sostanziale attacco del Fatto Quotidiano, tra prima pagina e interno, al ruolo evidentemente decisivo svolto da Davide Casaleggio nella conferma alla guida operativa dell’Eni di Claudio Descalzi, nonostante il veto, chiamiamolo così, posto ripetutamente dal direttore di quel giornale, seguitissimo sotto le cinque stelle: un veto motivato con le sue pendenze giudiziarie e gli affari presuntivamente condivisi con la consorte congolese Marie Madeleine Ingoba. Ora Descalzi sarà affiancato da un nuovo presidente, che è la quasi editrice dello stesso Fatto Quotidiano Lucia Calvosa, tra il comprensibile imbarazzo, credo, dei lettori in senso lato di quel giornale.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

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