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Confindustria, campagna elettorale al rush finale

Confindustria

Chi la spunterà tra Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini? Il 26 marzo lo deciderà il Consiglio generale di Confindustria chiamato a trovare un successore a Vincenzo Boccia

Sta per cominciare l’ultimo mese di campagna elettorale per i candidati alla presidenza di Confindustria. La corsa è ormai ridotta a tre fra il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, l’attuale vicepresidente con delega Licia Mattioli e il numero uno degli industriali bresciani Giuseppe Pasini: tra loro il 26 marzo il Consiglio generale di Viale dell’Astronomia, composto da 178 votanti, dovrà scegliere a chi affidare le redini della confederazione dopo il quadriennio dell’imprenditore campano Vincenzo Boccia.

CARLO BONOMI

Presidente di Assolombarda dal giugno del 2017, Bonomi è nato a Crema 53 anni fa e presiede il consiglio di amministrazione di Synopo, gruppo attivo nel settore della strumentazione per neurologia. Riveste cariche anche in altre società ed è stato in passato pure vicepresidente di Assolombarda. A Viale dell’Astronomia ha già fatto qualcosa: è presidente del gruppo tecnico per il fisco, membro del Consiglio generale di Confindustria e del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia. Infine, fa parte del cda della Bocconi. La sua candidatura — ben vista in tutta la Regione eccezion fatta per Brescia, schierata a favore di Pasini — è piuttosto forte. La sua elezione sarebbe in discontinuità con la precedente gestione Boccia. Da notare che Carlo Bonomi per la sua campagna elettorale ha scelto un profilo piuttosto basso e lontano dai riflettori.

LICIA MATTIOLI

In linea di continuità, invece, sarebbe la presidenza di Licia Mattioli, che infatti è appoggiata da Boccia di cui è stata grande elettrice nel 2016. Piemontese, nata nel 1967, Licia Mattioli è amministratore delegato della Mattioli Spa, l’azienda di famiglia che produce gioielli. È anche presidente di Exclusive Brands Torino la prima rete orizzontale nel mondo lusso che ha fondato nel 2011. Un anno prima ha ricevuto la Mela d’oro, riconoscimento della Fondazione Bellisario. In un’intervista al Foglio, ieri, si è definita “una combattente con un sogno” quello di “lasciare il segno” perché “gli imprenditori che ogni giorno rischiano in prima persona per portare avanti l’azienda possono cambiare il Paese”.

Secondo Mattioli, poi, “l’Italia deve essere un Paese normale: servono sburocratizzazione e giustizia efficiente. Sono riforme di lungo periodo ma i governi durano poco e la politica sembra badare solo al consenso immediato”. Secondo Mattioli, inoltre, “le politiche per l’industria devono farle chi l’industria la conosce” e invece “oggi c’è troppa improvvisazione, anche al governo”.

A chi le rimprovera di non parlare abbastanza di donna, proprio dalle colonne del quotidiano diretto da Claudio Cerasa, Mattioli ha risposto senza tentennamenti: “Ho ritenuto pleonastico inserire nel programma un punto ad hoc sul genere femminile. Voglio dire: io sonno donna e imprenditrice, la mia esperienza vale più di ogni racconto”.

GIUSEPPE PASINI

Giuseppe Pasini ha ufficializzato la sua candidatura il 23 settembre scorso. È presidente dell’associazione industriali di Brescia e dal 2001 al 2012 è stato presidente di Federacciai. Nato in provincia di Brescia 59 anni fa, dal 2008 guida l’azienda di famiglia, la Feralpi, uno dei maggiori produttori di acciaio in Europa con 2,5 milioni di tonnellate nel 2018 e un fatturato di 1,32 miliardi di euro. Pasini può contare sull’appoggio della provincia di Brescia e su quella di Federacciai che ha fatto un pubblico endorsement a suo favore.

Oggi dalle colonne del Corriere della Sera parla della “sua” Confindustria a cominciare dai tre punti in agenda: chiedere modifiche al codice sulle crisi d’impresa, “convincere” il governo a “mobilitare subito” risorse per la crescita, un “patto” per mettere al centro i giovani e la formazione. Per il rilancio di Viale dell’Astronomia Pasini punta a “mettere a fattor comune l’esperienza delle grandi imprese e la visibilità che hanno sui mercati internazionali, a vantaggio anche delle piccole e medie” mentre si schiera decisamente contro Plastic tax, Reddito di cittadinanza e Quota 100. Favorevole alla decisione dell’esecutivo “di andare verso la decarbonizzazione” l’industriale bresciano non si dice convinto, invece, dalla proposta del salario minimo.

Alla domanda sulla presenza di donne nella sua futura squadra, Pasini risponde che vorrebbe “una delega alla legalità e alla responsabilità sociale d’impresa e qui vedrei bene una donna”. Frase che  molti addetti ai lavori, in queste ore, stanno considerando un passo falso da parte del candidato lombardo.

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