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Consulenti del lavoro: «Riconoscere malattia anche a PIVA»

Consulenti Del Lavoro

Il monito dei Consulenti dei Lavoro: «Nell’ultimo anno tantissimi lavoratori autonomi hanno continuato a lavorare anche durante le restrizioni, con il rischio di contrarre l’infezione, in ragione dell’importanza e della pubblica utilità delle loro attività professionali e dell’assenza di adeguate tutele nei loro confronti»

 

La crisi pandemica sia occasione per parificare in toto pubblico e privato, o quantomeno dipendenti e liberi professionisti. È l’auspicio delle sigle di rappresentanza e dei singoli Ordini professionali, che vede oggi dire la sua anche i Consulenti del Lavoro.

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Occorre «riconoscere anche a partite Iva e professionisti affetti da coronavirus, o posti in quarantena a scopo cautelare, il diritto alla tutela per malattia e infortunio, nonché la possibilità di astenersi dal lavoro senza incombere in responsabilità professionali per il mancato assolvimento degli obblighi verso la Pubblica amministrazione». Il monito arriva dal Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro.

L’Ordine non manca di rimarcare come «nell’ultimo anno tantissimi lavoratori autonomi abbiano continuato a lavorare anche durante le restrizioni, con il rischio di contrarre l’infezione, in ragione dell’importanza e della pubblica utilità delle loro attività professionali e dell’assenza di adeguate tutele nei loro confronti».

 

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