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Coronavirus, in arrivo nuovo decreto a sostegno Pmi

Palazzo Chigi

La bozza dà sostegno alle imprese con il fondo di garanzia per le pmi, il contenimento dei costi dei confidi e misure per aiutare l’export

Per contrastare l’emergenza epidemiologica del coronavirus, il governo propone una serie di ulteriori interventi del Fondo di garanzia PMI (integrativi della previsione dell’articolo 25 del decreto-legge n. 9/2020), che costituiscono una deroga, giustificabile solo in ragione del carattere temporaneo e contingente, della ordinaria disciplina del Fondo, non più circoscritta alle sole “zone rosse”, ma improntata in un’ottica di contenimento degli effetti complessivi sul sistema delle imprese. Lo prevede la bozza di decreto Coronavirus ter, visionata da ENERGIA OLTRE, che il Governo sta ancora mettendo a punto e che dovrebbe sbarcare nel cdm previsto per oggi.

COSA PREVEDE IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI

In particolare, per le Pmi si prevede, per un arco di tempo limitato: la gratuità della garanzia del Fondo, sospendendo, pertanto, l’obbligo di versamento delle commissioni per l’accesso al Fondo, ove previste. Dette commissioni vengono, infatti, tradizionalmente ribaltate dal soggetto finanziatore sul beneficiario. La loro eliminazione, pertanto, si traduce in un minor costo del credito per l’impresa; l’ammissibilità alla garanzia di operazioni di rinegoziazione del debito, a condizione che il soggetto finanziatore conceda nuova finanza per almeno 15% del debito residuo. La misura (fino ad oggi circoscritta al solo ambito delle garanzie di portafoglio), consentirebbe di venire incontro a prevedibili, immediate esigenze di liquidità di imprese ritenute comunque affidabili dal sistema bancario; l’allungamento automatico della garanzia nell’ipotesi di moratoria o sospensione del finanziamento, prevista per norma o su base volontaria, correlata all’emergenza coronavirus; eliminazione della commissione di mancato perfezionamento per tutte le operazioni al di sotto di una soglia fisiologica di operazioni deliberate e non perfezionate (che, com’è noto, comportano oneri di gestione per l’erario, senza alcun vantaggio per l’impresa); la possibilità di cumulare la garanzia del Fondo con altre forme di garanzia, anche ipotecarie, in deroga ai vigenti limiti previsti dalla disciplina del Fondo, acquisite dal soggetto finanziatore per operazioni di importo e durata rilevanti nel settore turistico alberghiero e delle attività immobiliari; la possibilità di accrescere lo spessore della tranche junior garantita dal Fondo a fronte di portafogli destinati ad imprese/settori/filiere maggiormente danneggiati dall’epidemia; possibilità di istituire sezioni speciali del Fondo per sostenere l’accesso al credito di determinati settori economici o filiere di imprese, su iniziativa delle Amministrazioni di settore anche unitamente alle associazioni ed enti di riferimento.

La bozza di disposizione del governo mira anche a estendere anche a soggetti privati la facoltà di contribuire a incrementare la dotazione del Fondo PMI (oggi riconosciuta a banche, Regioni e altri enti e organismi pubblici, ovvero con l’intervento della Cassa depositi e prestiti S.p.A. e della SACE S.p.A.), secondo le modalità stabilite dall’apposito decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dello sviluppo economico. Non solo. Il comma 3 estende l’impiego delle risorse del Fondo per le garanzie di portafoglio (oggi plafonate dall’art. 4 del DM 14 novembre 2017).

L’estensione della gratuità dell’accesso alla garanzia del Fondo comporta oneri a carico della Finanza pubblica. Nel corso del 2019, infatti, il Fondo ha introitato pagamenti a titolo di commissioni pari a euro 39.391.009,34, cui vanno aggiunti ulteriori 461.504,02 di euro per le commissioni per concessione di garanzie di portafoglio. L’eliminazione della commissione di mancato perfezionamento, purché contenuta entro la fisiologica soglia proposta, può trovare copertura nelle attuali dotazioni del Fondo, secondo il governo.

La nuova operatività per le rinegoziazioni ed il prolungamento automatico delle garanzie, comporta una potenziale incremento della platea dei beneficiari e della rischiosità del portafoglio garantito dal Fondo, che è controgarantito dallo Stato. In sostanza si prevede un rifinanziamento del Fondo per 50 milioni di euro.

CONTENIMENTO DEI COSTI DEI CONFIDI

Vengono poi previste misure per il contenimento dei costi per le PMI della garanzia dei confidi. Scopo della norma è prevenire un innalzamento dei costi delle commissioni applicate alle PMI per le garanzie concesse dai confidi in conseguenza del nuovo assetto istituzionale preposto al loro controllo. Nel luglio scorso è stato infatti istituito (ed è operativo a tutti gli effetti) l’Organismo previsto dall’art. 112 bis del TUB, i cui costi di funzionamento sono interamente a carico dei confidi iscritti al relativo elenco. Contenere tali costi è possibile senza alcun onere per il bilancio dello Stato, agendo su due leve che corrispondo ai due commi della proposta normativa: consentendo ai confidi di ridurre i contributi obbligatori ai fondi interconsortili (che hanno natura privatistica) in misura pari agli importi corrisposti all’Organismo che li vigila; esplicitando che la natura giuridica di tale Organismo è la medesima di quello (concepito contestualmente) degli Agenti e Mediatori Creditizi, sicché risultano applicabili le norme vigenti per le persone giuridiche di diritto privato e non quelle (ben più onerose) in materia di contratti pubblici e di pubblico impiego.

MISURE PER L’EXPORT

Per mitigare le ripercussioni negative sul settore del turismo derivanti dall’emergenza sanitaria in atto, il governo ha intenzione di mettere in atto per il 2020 alcune misure di sostegno del credito all’esportazione, anche in coerenza con quanto emerso in occasione della presentazione del “Piano straordinario per il Made in Italy”.
L’intervento normativo disciplina la procedura per il rilascio della garanzia dello Stato in favore di SACE Spa per operazioni deliberate dalla società in relazione ad alcune importanti commesse per la costruzione di navi da parte di imprese italiane.
Più in particolare, la disposizione è intesa ad accelerare la procedura di rilascio della garanzia dello Stato (c.d. “riassicurazione MEF-SACE”), permettendo in tal modo il definitivo perfezionamento di operazioni commerciali strategiche per l’economia italiana e il mantenimento dei livelli di occupazione in questo particolare frangente.

 

Articolo pubblicato su energiaoltre.it

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