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Cosa chiede il turismo
Green pass digitale e test salivari, il turismo intravede una luce in fondo al tunnel, ma resta ancora la perplessità di molti addetti ai lavori sulla “scelta ragionata” delle riaperture
A pochi mesi dall’estate far ripartire il turismo è una priorità e gli attori coinvolti fanno sapere la loro sulle riaperture. Soddisfazione per alcuni e sconcerto per altri. Il green pass trova approvazione, mentre i test salivari suscitano alcuni dubbi.
GREEN PASS DIGITALE
Si dice “estremamente favorevole” all’introduzione del green pass digitale Gianni Rebecchi, presidente nazionale di Assoviaggi Confesercenti, Associazione italiana agenzie di viaggi e turismo. Uno strumento che già chiedevano da moltissimo tempo.
“Siamo favorevoli che i Paesi aderenti all’Unione europea si dotino in primis di protocolli comuni per la circolazione delle persone, almeno nell’ambito Ue; quindi la possibilità comune di spostarsi per lavoro, per fiere, per turismo ovviamente ove vi siano le condizioni sanitarie che ce lo permettano attraverso questo green pass digitale, chiamato in modo improprio passaporto vaccinale”, ha dichiarato Rebecchi.
“Il green pass digitale – precisa – è uno strumento che si potrà utilizzare anche in formato cartaceo o appunto digitale tramite un’app che permetterà di certificare che una persona che in quel momento sta viaggiando è stata sottoposta a vaccinazione, o a un tampone molecolare negativo, oppure ha gli anticorpi al virus perché entro i sei mesi precedenti ha contratto la malattia”.
LA CONFUSIONE SULLE APERTURE
Se il green passa fa la felicità di molti, sorgono invece dubbi sulla “scelta ragionata” delle riaperture. La presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli si dice “perplessa” sulla confusione che si sta generando sulle differenti date di riapertura.
“Francamente – spiega – non capiamo perché i parchi a tema e gli stabilimenti termali possano riaprire solo a luglio perdendo così un mese decisivo come giugno in termini di arrivi turistici. I Parchi tematici svolgono, tra l’altro, un ruolo di traino per molte destinazioni che senza la loro apertura rischiano di rimanere con alberghi e ristoranti vuoti. Quanto agli stabilimenti termali confidiamo che si tratti chiaramente di una svista visto che le terme, per la loro attività caratteristica, ovvero le cure mediche termali, sono rimaste aperte anche in periodi di lockdown e quindi sarebbe curioso chiuderle proprio adesso”.
“Così come – afferma Lalli – se le sale al chiuso possono ospitare il 50% degli spettatori rispetto alla capienza, fino a un massimo di 500 persone, viene da chiederci perché la stessa disciplina non si possa applicare anche all’industria dell’intrattenimento prevedendo protocolli specifici e ad esempio chiedendo un pass sanitario che provi l’immunità”.
IL PARERE DEL VIROLOGO CARUSO
Il virologo e presidente della Siv-Isv (Società italiana di virologia) Arnaldo Caruso si è pronunciato positivamente sul pass per regolare gli spostamenti: “Il pass mi sembra una buona cosa – afferma – in un momento in cui siamo ancora in una situazione emergenziale perché il virus resta con noi, anche se sta perdendo potenza per l’andamento stagionale”.
“Almeno in questo prossimo periodo estivo – continua Caruso – è bene che il movimento delle persone sia in qualche modo regolamentato da uno strumento ad hoc. Poi, una volta messa in sicurezza la popolazione con la vaccinazione, ovviamente questi pass andranno rivisti in base alle necessità contingenti”.
Nutre invece dubbi sui tamponi salivari perché se fatti a campione “servirebbe a poco”, mentre farli a tappeto “avrebbe costi troppo alti per la società”.