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Cosa dicono BCE e Bankitalia sulla ripresa post Covid

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La BCE rileva come il rapporto debito pubblico/pil aggregato dell’area dell’euro è salito al 100% nel 2020, dall’86% del 2019, poiché i governi hanno finanziato un ampio aiuto economico per sostenere famiglie e imprese, mentre Bankitalia registra una lieve ripresa del mercato del lavoro

«La continua necessità di misure di sostegno può aumentare le preoccupazioni per la sostenibilità del debito sovrano a medio termine nei paesi più vulnerabili». È quanto si legge nella financial stability review pubblicata dalla Banca centrale europea (BCE). L’istituto sottolinea come il rapporto debito pubblico/pil aggregato dell’area dell’euro sia salito al 100% nel 2020, dall’86% del 2019, poiché i governi hanno finanziato un ampio aiuto economico per sostenere famiglie e imprese.

La crisi legata al Covid non ha colpito allo stesso modo l’intero Vecchio continente. Il sostegno di politica fiscale è stato particolarmente ampio in alcuni Paesi con una quota importante di settori economici fortemente colpiti dalla pandemia e dai lockdown. «Di conseguenza – si legge nel rapporto – le vulnerabilità derivanti dallo stock di debito in essere appaiono più elevate che all’indomani della crisi finanziaria globale e della crisi del debito sovrano dell’area dell’euro, sebbene i rischi di servizio del debito e di rollover appaiano più favorevoli date le condizioni di finanziamento sovrano favorevoli sia in termini di prezzi che di durata. I livelli del debito sovrano potrebbero tuttavia aumentare ulteriormente se la situazione economica si rivelasse più debole del previsto e venissero richieste su più ampia scala garanzie sui prestiti alle imprese legate alla pandemia».

 

Il conseguente aumento dei livelli del debito pubblico, ulteriori ritardi nell’attuazione del Recovery Fund o l’emergere di un nesso avverso sovrano-banca-impresa potrebbero innescare una rivalutazione del rischio sovrano da parte degli operatori di mercato e riaccendere le pressioni del mercato sui profili sovrani più vulnerabili. Ciò potrebbe rendere più difficile l’uscita dalle misure di sostegno nei paesi vulnerabili con una maggiore dipendenza da queste misure.

Venendo invece alle notizie italiane, Bankitalia certifica che stia continuando la ripresa del mercato del lavoro, seppure a ritmi moderati. Tra l’inizio di gennaio e la penultima settimana di febbraio le assunzioni, al netto delle cessazioni, sono aumentate a ritmi sostanzialmente identici a quelli rilevati nel corrispondente periodo sia del 2020, quando ancora non si era manifestata la pandemia, sia del 2019, un anno di moderata crescita del mercato del lavoro. Dalla fine di febbraio di quest’anno fino a metà di aprile, a causa dell’andamento dei contagi, la creazione netta di posti di lavoro è rallentata; sono poi tornati a manifestarsi segnali di ripresa. Complessivamente, si legge, nei primi 4 mesi del 2021 l’impatto della pandemia è stato significativamente meno intenso di quello osservato nello stesso periodo del 2020: tra gennaio e aprile sono state create circa 130.000 posizioni di lavoro, a fronte delle oltre 230.000 distrutte nello stesso periodo dell’anno prima.

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