Da Filosa a Imparato, è già partita la corsa su chi sarà il successore di…
Perché Renzi lascia il Riformista
L’indiscrezione è stata confermata: Matteo Renzi si candida alle elezioni Europee e per questo ha deciso di dimettersi da direttore editoriale del Riformista
Dal primo marzo Matteo Renzi non sarà più direttore editoriale del Riformista. Le indiscrezioni sono state confermate da una nota di Italia Viva e dalla voce dell’attuale direttore responsabile del quotidiano edito dall’avvocato Alfredo Romeo (che detiene anche L’Unità).
“Renzi va via il primo marzo dal Riformista perché ha deciso di affrontare la campagna elettorale europea e non ritiene corretto farlo restando alla guida del giornale. Lui si candiderà e ha fatto questa scelta per correttezza”, ha spiegato a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Andrea Ruggeri. “La decisione – hanno precisato poi dal partito – era stata comunicata all’editore, al fine di potersi dedicare alla campagna per le elezioni europee che lo vedranno candidato in tutte le circoscrizioni”.
RENZI LASCIA IL RIFORMISTA PER DEDICARSI ALLE ELEZIONI EUROPEE
Renzi, quindi, dopo nove mesi (aveva iniziato l’incarico a maggio 2023) lascia la direzione de Il Riformista ma, soprattutto, getta il cuore oltre l’ostacolo e il partito conferma che il senatore di Rignano sarà candidato in tutte le circoscrizioni alle elezioni del prossimo giugno. Con quale lista e sotto quale simbolo ancora non è chiaro.
Il leader di Italia Vica in questi mesi ha avuto molteplici interlocuzioni con vari esponenti politici. Ha provato a lanciare il soggetto politico Il Centro che ancora stenta a decollare, ha provato a far sedere intorno a un tavolo la milanese Letizia Moratti (poi diventata presidente della Consulta nazionale di Forza Italia) e il siciliano Cateno De Luca (il quale gli ha sbattuto la porta in faccia dopo che Renzi gli ha ‘scippato’ l’unica senatrice di riferimento in Parlamento) ma senza fortuna. Adesso ha accolto l’appello di Emma Bonino per una lista unitaria che si richiami agli Stati Uniti d’Europa. Con un piccolo grande inconveniente però, rappresentato dall’ex alleato Carlo Calenda. L’unica certezza quindi, al momento, a scanso dei consueti colpi di scena a cui l’ex premier ci ha abituato, è che si candiderà per provare a essere eletto al Parlamento europeo.
RENZI A BRUXELLES POTRA’ CONTINUARE A FARE CONFERENZE PER STATI STRANIERI?
Che questo fosse l’epilogo della sua esperienza al Riformista era già emerso nei mesi scorsi. Lo stesso leader di Italia Viva in un post sui social del 5 aprile 2023 aveva annunciato: “Ho accettato una sfida affascinante: per un anno sarò il direttore”. Poi dalla conferenza stampa in diretta Facebook aveva spiegato il progetto che ha preso il via il 3 maggio 2023: “Io non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il mio lavoro da parlamentare di opposizione, a intervenire in Aula, a fare esattamente quello che stavo facendo, ma ci metto sopra il carico di un’esperienza, tentando di fare un’operazione che serve al Paese”.
I detrattori erano scettici che alla fine potesse davvero prendere questa decisione, obiettando che le regole del Parlamento Europeo non consentono ai politici di fare conferenze per Stati e governi stranieri. Oltretutto nel frattempo è anche scoppiato lo scandalo Qatargate, Di certo, se così fosse e se venisse eletto a Bruxelles, Renzi potrebbe allungare la sua carriera di eletto di almeno un altro anno e mezzo. Senza dimenticare quello di scrittore, considerato che proprio in queste settimane è in giro per l’Italia per presentare il suo ultimo libro.
CHI SARA’ IL NUOVO DIRETTORE EDITORIALE DEL RIFORMISTA
A subentrare nel ruolo di direttore editoriale dovrebbe essere Alessandro Barbano, giornalista e saggista italiano, attualmente condirettore del Corriere dello Sport. Barbano ha diretto per quasi sei anni, dal 10 dicembre 2012 al 2 giugno 2018, il quotidiano Il Mattino di Napoli e per cinque anni è stato vicedirettore de Il Messaggero. Scrive Repubblica che è amico del ministro della Giustizia Carlo Nordio, a dimostrazione del profilo garantista che dovrebbe continuare a mantenere il quotidiano.