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Perché Fratelli d’Italia non vuole concedere il terzo mandato alla Lega

terzo mandato

Ancora una volta la Lega sbatte sul no al terzo mandato per i governatori. Fratelli d’Italia non ne vuole sapere e nel frattempo scalpitano i candidati in pectore di Giorgia Meloni 

Il sismografo politico anche oggi registra forti oscillazioni tra Lega e Fratelli d’Italia. Ormai siamo andati oltre le ‘fonti’ e le ‘veline’, avendo di fronte uno scontro molto ruvido alla luce del sole, con accuse dirette e circostanziate. Al centro della disputa ancora una volta è il terzo mandato per i presidenti di Regione che, oggi, ha un nome e cognome: Luca Zaia.

Un tema carsico che periodicamente la Lega prova a infilare in qualche provvedimento confidando prima o poi di fare breccia nella granitica resistenza degli alleati, a partire proprio dal partito di Giorgia Meloni.

MOLINARI (LEGA): “FRATELLI D’ITALIA NON VUOLE DARCI IL TERZO MANDATO”

Il Carroccio infatti ha deciso di presentare in commissione Affari costituzionali del Senato due emendamenti al decreto elettorale, in cui chiede di elevare da due a tre il limite dei mandati sia per governatori sia per i sindaci di tutte le città, indipendentemente dalla popolazione.

Le possibilità di successo sono molto risicate. Già in passato diversi tentativi sono andati a vuoto. Tanto da far uscire ora allo scoperto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, il quale senza giri di parole afferma su SkyTg24: “c’è un gioco di Fdi a non volerci dare il terzo mandato per i governatori. Questa è la spiegazione. Noi – osserva – abbiamo già ottenuto un risultato importante” con l’approvazione di “una norma a cui lavoravamo da tempo che toglie il limite dei mandati nei comuni sotto i 5mila abitanti e lo estende a 3 fino a 15 mila. È chiaro che lo stesso principio lo vorremmo applicare anche ai comuni più grandi e alle regioni”.

“Noi – prosegue Molinari – riteniamo che anche i sindaci di città più importanti e i presidenti di regione possano avere tre mandati. Anche perché tutti incensano il sistema di elezione diretta del sindaco, perché è il rapporto più diretto tra il voto e il cittadino, c’è un controllo democratico della base elettorale sul lavoro del sindaco e sono i cittadini a decidere se qualcuno ha lavorato bene o ha lavorato male. Il fatto che ci siano tre mandati – conclude – non mette a repentaglio la sicurezza delle istituzioni”.

TAJANI RIBADISCE IL NO DI FORZA ITALIA AL TERZO MANDATO DEI GOVERNATORI

Come capitato altre volte negli ultimi mesi, prima arriva lo stop di Forza Italia e poi batte un colpo anche Fratelli d’Italia. Forza Italia, puntualizza il leader di FI Antonio Tajani, non è favorevole al prolungamento del mandato ai governatori che hanno già avuto due mandati. Riteniamo giusto” che ci siano “due mandati” e “non è una questione che riguarda la Lega” ma è “per la tutela della democrazia e una garanzia di alternanza”.

DE CARLO, CANDIDATO GOVERNATORE IN PECTORE IN VENETO: “SONO PRONTO”

Subito dopo si inserisce nel dibattito politico proprio colui che – come avevamo raccontato – viene già indicato come governatore in pectore, l’uomo di Giorgia Meloni in Veneto – ovvero il senatore Luca De Carlo. Intervistato da affaritaliani.it De Carlo va dritto al punto e afferma che “assolutamente sì”, a Fratelli d’Italia spetta la candidatura alla presidenza della regione Veneto nel 2025.

“Non solo perché non abbiamo la presidenza di alcuna regione del Nord, bensì – aggiunge l’esponente Veneto di FdI – perché il dato delle ultime elezioni politiche è stato chiarissimo: il 32,5% dei veneti ha votato Fratelli d’Italia. Un veneto su tre ha scelto il nostro partito. E non è affatto un caso. Interpretando il pensiero di un terzo dei veneti, Fratelli d’Italia può ambire alla guida della regione”. De Carlo non si tira affatto indietro sull’ipotesi che possa correre lui come Governatore per il dopo Zaia: “Io sono sempre pronto alle scelte che la nostra leader Giorgia Meloni prenderà. Abbiamo in Veneto un’ottima classe dirigente, tanti profili che possono fare il presidente”.

E quanto alla proposta della Lega sul terzo mandato per i Governatori, De Carlo precisa: “Come ha affermato Meloni nella conferenza stampa di inizio anno, quando arriverà la discussione del provvedimento lo prenderemo in considerazione. In commissione, Fratelli d’Italia valuterà i pro e i contro. Tra i pro c’è il fatto che i cittadini possano scegliere a oltranza chi governa, magari bene, tra i contro la necessità del ricambio generazionale nelle istituzioni limitando la concentrazione del potere nelle mani di una sola persona. Soppeseremo le due valutazioni e prenderemo una decisione”, conclude.

FDI: “EMENDAMENTO TERZO MANDATO NON HA REQUISITI DI URGENZA

A suonare il de profundis, almeno per il momento, sul terzo mandato ci ha pensato il capogruppo alla Camera di FdI: “L’emendamento della Lega al dl elettorale sul terzo mandato? Faccio notare che si tratta di un dl. Gli emendamenti dovrebbero riferirsi al caso di necessità e urgenza per i quali il decreto viene adottato ai sensi della Costituzione. Ritengo che, allo stato attuale, non sia possibile riconoscere i requisiti di necessità e urgenza che dovrebbero portare la politica a pronunciarsi in un senso o nell’altro. Se il Governo avesse ritenuto di dover adottare il provvedimento d’urgenza l’avrebbe inserito direttamente nel dl. Il Senato lo valuterà e si esprimerà”.

Game. Set. Il match con la Lega, però, Fratelli d’Italia non l’ha ancora vinto.

SENZA TERZO MANDATO LA LEGA PERDEREBBE IL VENETO E ZAIA SAREBBE LIBERO DI SCALARE IL PARTITO

Come avevamo già scritto, per Matteo Salvini riuscire a strappare il sì al terzo mandato è quasi di vitale importanza. Per due semplici motivi: perché senza l’uscente Zaia la Lega quasi sicuramente perderà la guida della Regione e perché Salvini si ritroverebbe tra i piedi proprio l’attuale governatore veneto. Zaia (che nei fatti è già al terzo mandato, in carica dal 2010, ma per via del combinato disposto legge nazionale-legge regionale risulta ancora al secondo) rimarrà in sella fino al 2025. Fuori tempo massimo per le elezioni Europee e probabilmente troppo in anticipo per le prossime Politiche. E’ chiaro che, con questo scenario, c’è già chi guarda allo stesso Zaia – senza incarichi istituzionali – come prossimo leader della Lega.

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