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Cosa succede sulla legge sulle lobby, tutti i mugugni

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Italia Viva vota con il centrodestra, mentre passa una norma che per la coalizione Lobbying4Change vedrà lobbysti di serie A e di serie B. Le novità sulla legge sulle lobby

Crea parecchia maretta la legge sulle lobby, che verrà votata giovedì 2 dicembre alla Camera. Da un lato, ancora una volta, ci sono le solite frizioni tutte interne alla maggioranza, con Italia dei Valori che non perde occasione per lanciare segnali agli alleati di governo, dall’altro i mugugni della coalizione Lobbying4Change contro l’emendamento “salva Confindustria”, che esonererebbe le associazioni imprenditoriali, e insieme anche i principali sindacati, dagli obblighi previsti dalla legge sul lobbying. Ma andiamo con ordine.

Il fenomeno delle revolving doors

Scintille, ieri in commissione Affari costituzionali della Camera al momento dell’esame sul divieto per i membri di governi nazionali o regionali di iscriversi al registro dei «portatori di interessi» per un anno dopo la fine del proprio mandato. Contrario tutto il centrodestra più, appunto, Italia Viva, secondo cui è un riguardo eccessivo. “Il dirigente di una pro loco che è un ente di diritto privato – spiega Marco Di Maio, capogruppo di Iv in Commissione – viene escluso se riceve dal Comune 100 euro per organizzare la sagra del Paese. Le norme non si scrivono in modo così impreciso”.

Ad agosto era stato adottato dalla Commissione un testo base preparato dalla relatrice Vittoria Baldino che escludeva dalla possibilità di iscriversi al Registro dei portatori di interessi per tre anni dopo la fine del mandato i “decisori pubblici”, vale a dire “i membri del Parlamento e del Governo; i presidenti, gli assessori e i consiglieri regionali”, gli amministratori di città con più di 300mila abitanti e i membri delle autorità indipendenti, compresa la Banca d’Italia.

Sbotta il presidente della commissione Giuseppe Brescia (M5S), che ripete qualcosa che negli ultimi tempi si sente pronunciare piuttosto spesso: «È inaccettabile che in conferenza dei capigruppo si dia l’assenso a portare il testo in aula salvo poi mettersi di traverso in commissione. Serve lealtà nei partiti di maggioranza». Quindi l’affondo: «Il problema non è più di merito, Italia viva vuol far pesare i propri voti in vista delle elezioni per il Quirinale».

LE ACCUSE SULLA DISPARITA’ DI TRATTAMENTO

Ma in Commissione Affari Costituzionali è successo pure altro. Lo denunciano a gran voce le 31 organizzazioni della coalizione Lobbying4Change secondo cui, con gli ultimi ritocchi sulla legge sulle lobby, Confindustria e i sindacati confederali non dovranno registrare i propri incontri con politici e decisori negli appositi registri. Obbligo invece presente, secondo quanto previsto dalla proposta di legge, per le organizzazioni della società civile impegnate a difendere i diritti, l’ambiente e cause di ogni genere. In questo caso l’emendamento è stato sostenuto da una coalizione assai più ampia e trasversale: Forza Italia, Lega, Fratelli D’Italia, Partito Democratico, Gruppo Misto, Coraggio Italia e Italia Viva.

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