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Cos’è e cosa farà il MITE, ministero della Transizione ecologica

Ministero Della Transizione Ecologica

Il consiglio dei ministri odierni ha istituito ufficialmente il ministero della Transizione ecologica guidato da Cingolani: “Essere MITE è un valore”

“La mitezza è un valore che va riscoperto”. Ci scherza su Roberto Cingolani, neo ministro alla transizione ecologica. Neo ministro eppure già più “anziano” del suo stesso dicastero. Sì, perché il Ministero della transizione ecologica, centrale nella definizione dei progetti, nella messa a punto delle riforme che riguarderanno il nostro Paese e nella spesa del Next Generation Eu, ufficialmente è nato solo oggi, nel quarto Cdm del governo Draghi.

CHE COSA FA IL MITE

Il ministero della Transizione ecologica assume le competenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché quelle in materia di politica energetica dal Ministero dello sviluppo economico, tra le quali: la definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale; l’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale anche ubicati in mare; l’attuazione dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici e la promozione della concorrenza nei mercati dell’energia e tutela dell’economicità e della sicurezza del sistema; l’individuazione e lo sviluppo delle reti nazionali di trasporto dell’energia elettrica e del gas naturale e la definizione degli indirizzi per la loro gestione.

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E, ancora, le politiche di ricerca, incentivazione e gli interventi nei settori dell’energia e delle miniere; la ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche; la vigilanza su enti strumentali e il collegamento con le società e gli istituti operanti nei settori dell’energia; la gestione delle scorte energetiche nonché la predisposizione e attuazione dei piani di emergenza energetica; l’impiego pacifico dell’energia nucleare, la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito; le agro-energie; la rilevazione, l’elaborazione, l’analisi e la diffusione di dati statistici in materia energetica e mineraria, finalizzati alla programmazione energetica e mineraria; l’elaborazione di piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici; la qualità dell’aria; le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra; la pianificazione in materia di emissioni nel settore dei trasporti; la gestione, il riuso e il riciclo dei rifiuti e l’economia circolare.

In considerazione dell’istituzione del nuovo dicastero, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Il comitato approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell’aria ed economia circolare. Il Piano, sul quale è acquisito il parere della Conferenza unificata, individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.

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