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Crosetto sta spingendo Meloni a spostarsi al Centro

Centro

Crosetto ha raccomandato a Meloni di accelerare l’evoluzione al centro della sua destra conservatrice. I Graffi di Damato

Eh, quanta fretta hanno al Foglio di sposare i consigli, presunti o reali, di Romano Prodi al Pd di riempire, per quanto sotto la guida di Elly Schlein, il vuoto creatosi al centro con la crisi del cosiddetto terzo polo. Che sulla Stampa è finito anche sotto esame dallo psicanalista Massimo Recalcati, reduce da un elogio di chi riesce a “fare l’amore in tutta la vita con la stessa persona”: cosa che politicamente non si può certo dire né di Carlo Calenda né di Matteo Renzi. Che se le stanno dando e dicendo di tutti i colori accusandosi a vicenda di avere disatteso gli impegni sulla strada di un partito unico.

Per non riparlare del sollievo attribuito ieri immaginariamente, in una vignetta, dallo stesso Foglio a Silvio Berlusconi, che si gode dal letto dell’ospedale in terapia intensiva lo spettacolo mediatico della dissoluzione della coppia aspirante alla sua successione, va sottolineata una intervista al Corriere della Sera nella quale il ministro della Difesa Guido Crosetto ha praticamente raccomandato a distanza a Giorgia Meloni di accelerare l’evoluzione al Centro, sempre con la maiuscola, della sua destra conservatrice, non più missina, e tanto meno fascista come molti ancora si ostinano a considerarla, o temerla. Al manifesto, per esempio, proprio oggi in prima pagina per riferire della visita in corso della premier italiana in Africa hanno evocato addirittura il telegramma del maresciallo Pietro Badoglio del 5 maggio 1936 a Benito Mussolini per annunciare, dopo 7 mesi di guerra, “l’ingresso delle truppe del regio esercito ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia”. Da qui deriverebbe il presunto e coloniale “mal d’Africa della Presidente del Consiglio”.

Eppure non c’è giorno che passi senza che qualcuno a sinistra, con l’intenzione di denigrarla , e di farle perdere voti, ma con l’effetto di accreditarla e fargliene guadagnare ancora altri, non accusi la presidente del Consiglio di tradire questa o quella origine, questa o quella promessa. Sono gli scherzi della propaganda quando supera certi limiti e diventa autolesionista.

Crosetto, con quell’aria e con quelle dimensioni un pò da King Kong, il famoso mostro cinematografico, non ha mai smesso metaforicamente di sollevare da terra – come da una storica foto di tanti anni fa- fra le sue braccia e cullare la fisicamente minuscola sorella dei fratelli d’Italia, sino a depositarla nell’ottobre dell’anno scorso a Palazzo Chigi con l’aiuto dell’insospettabile presidente antifascista della Repubblica nata dalla Resistenza eccetera eccetera: il buon Sergio Mattarella. Che sempre più spesso- riferiscono le cronache e i retroscena- l’assiste con consigli anche conviviali e telefonate ad amici e omologhi all’estero, essendo evidentemente consapevole della solidità del successo elettorale conseguito dalla Meloni e della debolezza, ai fini della governabilità del Paese, delle opposizioni divise fra di loro e al loro interno.

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