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D’Alema e Profumo indagati per le armi alla Colombia

Profumo D'Alema Colombia

La vicenda, i profili, gli altri coinvolti dell’affaire Colombia

La Digos di Napoli, su disposizione della Procura partenopea, sta effettuando una serie di perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici romani di Alessandro Profumo (nella veste di amministratore delegato di Leonardo), dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, di Giuseppe Giordo, ex direttore del settore Navi di Fincantieri e di Gherardo Gardo, nella veste di contabile di D’Alema. Lo riporta l’Ansa, tra l’altro, in una nota di poco fa. Le accuse sono di corruzione internazionale aggravata per operazioni condotte a fine gennaio 2022 insieme a un gruppo criminale organizzato e operante in Italia, Stati Uniti, Colombia, tra gli altri.

Il decreto di perquisizione nei confronti dei quattro indagati è stato emesso nell’ambito delle indagini dell’ufficio inquirente partenopeo sulla compravendita di navi e aerei alla Colombia, ricorda l’agenzia.

Indagati anche Umberto Claudio Bonavita, Francesco Amato, Emanuele Caruso e Giancarlo Mazzotta.

CHI E’ ALESSANDRO PROFUMO: il profilo di Topmanagers.it 

Nato a Genova il 17 febbraio 1957, Alessandro Profumo si è laureato con lode in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi. Nel 1977 inizia a lavorare al Banco Lariano, dove rimane per dieci anni. Nel 1987 entra in McKinsey & Company e nel 1989 diventa, per la Bain, Cuneo & Associati, responsabile delle relazioni con le istituzioni finanziarie. Nel 1991 Alessandro Profumo ricopre l’incarico di Direttore Centrale per la RAS – Riunione Adriatica di Sicurtà. Nel 1994 entra al Credito Italiano (oggi UniCredit) con il ruolo di Condirettore Centrale. Un anno dopo ricopre la carica di Direttore Generale e, nel 1997, è nominato AD del Gruppo UniCredit, carica che mantiene sino al 2010. Da aprile 2012 ad agosto 2015 è Presidente di Monte dei Paschi di Siena. Nel settembre 2015 diventa Consigliere e Presidente di Equita SIM, cariche che ricopre sino a maggio 2017. Alessandro Profumo è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito del Lavoro nel 2004. È stato Amministratore Delegato di Leonardo dal 16 maggio 2017 al maggio 2023.

        – Leggi anche: Leonardo e Colombia, cosa ha detto Profumo di D’Alema e non solo

CHI E’ MASSIMO D’ALEMA: la biografia

Massimo D’Alema è nato a Roma il 20 aprile 1949.

Sposato con Linda Giuva, ha due figli: Giulia e Francesco.

Ha conseguito la maturità classica e studiato Filosofia all’Università di Pisa.

Giornalista professionista, ha collaborato a “Città futura”, “Rinascita” e “l’Unità” di cui è stato direttore dal 1988 al 1990.

Il suo impegno politico è cominciato nel 1963, quando si iscrive alla Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), della quale dal 1975 al 1980 è Segretario nazionale. La prima tessera del Partito comunista italiano (Pci) è del 1968. Entra a far parte nel 1979 del Comitato centrale al XV congresso, al congresso successivo nel 1983 è nella Direzione, nel 1986 nella segreteria.

E’ tra i giovani dirigenti della “svolta” che, nel 1989, con Achille Occhetto, trasformano il Pci in Partito democratico della sinistra (Pds). Alla nascita del nuovo partito, nel 1990, ne diviene Coordinatore politico. Il primo luglio 1994 è eletto Segretario nazionale del Pds.

Entra per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1987, eletto nella circoscrizione di Lecce-Brindisi-Taranto. Nel 1992 è capolista.

Rieletto, assume l’incarico di Presidente del gruppo dei deputati del Pds. Nel 1994 è candidato, con il nuovo sistema elettorale uninominale, nel collegio n.11 della Puglia, in cui è stato riconfermato il 21 aprile 1996.

Il 5 febbraio 1997 è eletto Presidente della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali che il 4 novembre dello stesso anno ha trasmesso ai Presidenti delle due Camere un progetto di legge Costituzionale di revisione della parte seconda della Costituzione.

Dal 21 ottobre 1998 all’aprile 2000 ricopre la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

Nel dicembre 2000 viene eletto Presidente dei Democratici di sinistra.

Dall’ottobre 2003 all’agosto del 2012 è vicepresidente dell’Internazionale Socialista, carica alla quale viene eletto nel Congresso di San Paolo del Brasile e riconfermato durante il Congresso di Atene nel luglio 2008.

Nel giugno 2004 viene eletto al Parlamento Europeo dove ricopre l’incarico di Presidente della Delegazione Permanente per le relazioni tra l’Unione Europea e il Mercosur.

Il 9 aprile 2006 viene eletto deputato nella lista dell’Ulivo nella Circoscrizione Puglia.

Il 17 maggio 2006 viene nominato Vicepresidente e Ministro degli Esteri nel Governo Prodi.

Il 22 aprile 2008 si conferma Deputato della XVI Legislatura nella Circoscrizione XXI Puglia nelle liste del Partito Democratico.

Da gennaio 2010 a marzo 2013 è stato Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR).

Da giugno 2010 a giugno 2017 è stato Presidente della Foundation of European Progressive Studies (FEPS).

Attualmente è Presidente della Fondazione Italianieuropei.

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L’articolo di Piera Cosentini su Policy Maker dell’8 aprile 2022

Ha ormai assunto le proporzioni di un Colombiagate il caso che vede protagonista l’ex premier Massimo D’Alema in qualità di possibile mediatore per conto di uno studio legale di Miami nella vendita da 4 miliardi di euro di mezzi militari alla Colombia da parte di Fincantieri e Leonardo, con 80 milioni di euro di possibili provvigioni per i mediatori. Nello specifico due sommergibili prodotti da Fincantieri e alcuni aerei di Leonardo. “A un certo punto in questa negoziazione sarebbe entrato, nel ruolo di intermediario, l’ex premier Massimo D’Alema” aveva rivelato a inizio marzo l’Huffington Post Italia rilanciando indiscrezioni del quotidiano La Verità.

E come sassolini che diventano una valanga, la notizia, prima apparsa su sito dal nome evocativo e mai così calzante, Sassate, che si occupa di Difesa e poi sul quotidiano La Verità, che ha pubblicato in esclusiva anche l’audio dell’incontro tra D’Alema e gli emissari del governo colombiano, è divenuta un vero e proprio caso politico. O meglio, lo sarebbe stata se altri fatti e altre armi non si imponessero nella gerarchia delle notizie.

COSA HA DETTO L’AD DI LEONARDO SUL RUOLO DI D’ALEMA NELL’AFFAIRE COLOMBIA

“La procedura è stata avviata nel 2019, in tempi ampiamente antecedenti queste vicende, ed eravamo ancora nella fase in cui si cerca di capire come trasformare una potenziale opportunità in una realtà”, ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, durante la audizione al Senato sull’export dei materiali di difesa.

Di fronte a “potenzialità” per contratti commerciali “il presidente D’Alema, anche in relazione alla sua storia istituzionale, ha prospettato a Leonardo che queste opportunità potessero essere maggiormente concrete – ha spiegato Profumo – ma fin da subito ha chiarito che sarebbe rimasto del tutto estraneo alle future eventuali attività di intermediazione nei nostri confronti”. Quindi l’Ad scarica l’ex presidente del Consiglio: “Lo voglio sottolineare in maniera forte: D’Alema non aveva nessun mandato, formale o informale, a trattare per conto di Leonardo”.

L’ad di Leonardo ha poi ammesso di aver “partecipato a una videocall con D’Alema, ma dal mio ufficio. Doveva essere di saluto al ministro della Difesa colombiano che non si è presentato e ha avuto tempi estremamente rapidi”. Quindi ha smentito che all’ex premier siano stati pagati 80 milioni di euro per l’intermediazione in quanto “non siamo arrivati alla sottoscrizione del contratto”.

Sulla questione, si attendono i risultati degli audit interni avviati dalle due aziende partecipate dal ministero dell’Economia. Come ha annunciato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in Aula alla Camera rispondendo a un’interrogazione Fdi nel corso del question time il 23 marzo. “I risultati saranno oggetto di approfondimento e valutazione dagli organi societari e dalla istituzioni preposte” aveva fatto sapere il ministro.

LE ZONE D’OMBRA SULL’AFFAIRE COLOMBIA

“Se sul ruolo dello studio legale Robert Allen Law — lamentano i senatori della Lega in commissione Difesa a Palazzo Madama dopo l’audizione di Alessandro Profumo — e di Aviatec, sales promoters a vario titolo dell’affare, Profumo ha risposto in maniera scolastica, è sul ruolo di Massimo D’Alema, sul suo raggio di azione e sui relativi limiti, che nessuna risposta è stata fornita ai commissari. Perché si coinvolse l’ex premier nell’affare, avendo già due realtà incaricate di seguire la vicenda? Come fu individuato lo studio legale di Miami? Domande lecite, che la Lega non pone per una volontà persecutoria, ma perché convinta che il Parlamento sia l’unico luogo deputato a fornire risposte chiare ai cittadini”.

“Sono dichiarazioni surreali se confrontate con ciò che dice lo stesso D’Alema: uno dei due mente. Spero solo che non mentano entrambi”, è la posizione della vice capogruppo di Italia viva al Senato, Laura Garavini.

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