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Ddl lobby, solo sette emendamenti da approvare. Parla Fregolent

Come procede la discussione sul Ddl Lobby in Commissione Affari Costituzionale? Lo abbiamo chiesto a Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva e prima promotrice di una legge di settore

“Chiunque affermi che non si voglia portare a casa una legge mente sapendo di mentire”. Così, Silvia Fregolent, sentita da Policy Maker, risponde a tutti coloro che nelle scorse ore hanno sostenuto che Italia Viva, con la complicità del Centro-destra, intenda affossare la legge sulle lobby, su cui, in questi giorni, lavora la Commissione Affari Istituzionali della Camera.

In effetti, racconta, la stessa Fregolent mancano solo 7 emendamenti da approvare.

Il testo unificato sulla “Disciplina dell’attività di rappresentanza di interessi”, ora in discussione,  è stato  preparato dalla relatrice Vittoria Baldino, partendo da tre proposte di legge diverse: C. 196 Fregolent, C. 721 Madia e C. 1827 Silvestri.  Alcuni punti, però, hanno causato tensioni all’interno della Commissione. 

Onorevole Fregolent, come sta procedendo la discussione sul Ddl Lobby?

Nel corso della discussione sono state già individuate molte soluzioni condivise, di buon senso.

Cioé?

Abbiamo deciso, per esempio, di non considerare portatori di interessi i sindacati, anche perché regolati dalla Carta costituzionale.

Su alcuni articoli occorre definire una sintesi di buon senso per evitare che una legge che aveva come obiettivo quello di adeguarsi alla normativa europea si trasformi in una lista di sanzioni e divieti.

Cosa resta da decidere ancora?

Ad oggi rimangono soltanto sette emendamenti all’approvazione finale del provvedimento su settantotto presentati: chiunque affermi che non si voglia portare a casa una legge mente sapendo di mentire.

Siamo a buon punto, dunque…

La buona politica è lo strumento per costruire soluzioni efficaci e condivise, come è stato fatto anche su questo provvedimento su alcuni aspetti inizialmente complicati. Se poi qualcuno vuole strumentalizzare questa situazione per fare campagna elettorale faccia pure, questo ad Italia Viva non interessa.

Politica a parte, Italia Viva e centro hanno votato compatti contro l’emendamento, che è comunque passato, che obbliga i membri del Governo ad attendere un anno dalla scadenza del mandato prima di poter iscriversi al registro dei portatori di interessi. Perché questa scelta?

Italia Viva è convinta della necessità di regolamentare i rappresentanti di interesse; detto questo riteniamo che l’obiettivo prioritario della legge sulle lobbies debba essere la trasparenza, così come accade a livello europeo, e non l’esclusione delle competenze.

Nel corso del dibattito parlamentare sono state fatte alcune ipotesi in merito all’incompatibilità tra chi ha ricoperto ruoli di governo (oltre ai presidenti di Regione) e chi vuole collaborare in modo chiaro con i portatori di interesse.

Voi queste incompatibilità non le vedete?

Siamo convinti che eventuali incompatibilità debbano essere giudicate singolarmente, secondo le mansioni che uno vorrebbe ricoprire e non in modo generalizzato. A chi vuole impegnarsi temporaneamente nelle istituzioni e nella politica non può essere poi precluso a priori un determinato percorso lavorativo e professionale, altrimenti passerebbe il concetto che può ricoprire un ruolo di governo solo chi è benestante e può permettersi di non lavorare.

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