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Descalzi, Messina, Armani, Donnarumma: ecco i manager che puntano sull’Esg

Top Manager Febbraio 2023

La rilevazione sui Top Manager è stata svolta tenendo conto di news, menzioni, blog e social network ma anche l’evoluzione storica per ottenere l’apporto reputazione quantitativo e qualitativo ai contenuti

Giunta al decimo anno di attività, la ricerca dell’Osservatorio di Reputation Manager ha aggiornato la classifica dei top manager italiani per il mese di febbraio. Sul podio ci sono Claudio Descalzi, ad di Eni; Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo; Francesco Starace, ad di Enel.

Per i primi due, una posizione in più rispetto al precedente report, scala di due Starace. Il fattore dominante della classifica torna a essere quello degli Esg, sigla che indica i parametri di riassetto delle aziende in base a ambiente (environment), sociale (social) e governance. Rispetto a gennaio il plus è del 28% in termini di conversazioni, il41% del totale. Dati in crescita e mai così alti. Leadership e performance aziendali, inoltre, sono sempre più parametri interconnessi.

GLI ALTRI TOP MANAGER

Guardando oltre il podio, Andrea Orcel di Unicredit scala tre posizioni diventando sesto nella top 100. In crescita anche Matteo Del Fante (Poste, +1) e Alessandro Benetton (Edizioni, +1).

Restando tra i primi venti, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis guadagna cinque posizioni e diventa 16°. A chiudere questo blocco ci sono Miuccia Prada e Carlos Tavares, ad di Stellantis.

“Tra la fine del 2022 e l’inizio del nuovo anno, gli executive italiani hanno alzato l’asticella, posando il proprio sguardo sullo sviluppo di relazioni virtuose con aziende e Paesi esteri”, rilevava Reputation Manager a febbraio.

In occasione della festa della donna, l’8 marzo, l’Osservatorio ha aggiornato la classifica delle top manager femminili più (e meglio) attive sul web. Ai primi tre posti troviamo Cristina Scocchia di Illycaffè, Miuccia Prada e Diana Bracco. “Le manager donna, secondo gli ultimi dati di Manager Italia”, aggiungeva. “Oggi sono il 20,5% del totale. Un dato in crescita negli ultimi anni, ma ancora troppo basso”.

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