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Diretta | Aziende e semplificazione normativa, audizione Eguaglia

Semplificazione

Continuano i lavori sull’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa

Alle ore 8.30, la Commissione parlamentare per la semplificazione (Palazzo San Macuto – Aula IV piano), nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa, svolge l’audizione di rappresentanti di Eguaglia.

 

Sul tema della semplificazione, l’ISTAT, ascoltata in merito, aveva fornito in particolare un quadro molto interessante sulla digitalizzazione della PA, di cui si parla con insistenza con riferimento al PNRR. Rispetto alle dotazioni infrastrutturali, si legge nel report dell’Istituto di statistica, i principali indicatori raccolti dalla rilevazione individuano una situazione caratterizzata da un’alta percentuale di personale in servizio con accesso a Internet (l’85,9% dei dipendenti) e una presenza relativamente ampia di strumenti tecnologici di base come i dispositivi portatili (di cui dispone il 62% dei comuni).

Si registra, tuttavia, tra i comuni, una scarsa diffusione di strumenti tecnologici moderni, ovvero con età inferiore ai 5 anni (il 38% delle amministrazioni), una bassa incidenza di portatili e dispositivi mobili rispetto al personale effettivo (10,4%) e una limitata adozione della classe massima di velocità di accesso a Internet pari almeno a 30 Mbit/s (40,3%) o di utilizzo della tecnologia in fibra ottica (27,8%); raggiunge solo il 60% la quota di comuni che utilizza una rete Intranet per il coordinamento comunicativo e informativo.

Nell’area organizzativa e strategica, è ancora circoscritta l’attenzione dei Comuni verso lo sviluppo di competenze interne e la formazione del personale in materia di tecnologie ICT: nel 2018 solo il 7,3% del personale ha partecipato ad attività formative in materia. È invece molto diffuso il ricorso a società esterne che fanno da tramite tra le esigenze amministrative interne e quelle dell’utenza, offrendo supporto della definizione della tecnologia e della formazione informatica necessaria alle Amministrazioni.

Nel 2018, per la gestione delle funzioni ICT, il 94,1% dei Comuni ha dichiarato di utilizzare fornitori esterni privati, il 14,1% ha coinvolto quelli pubblici (altro soggetto pubblico o società partecipata/controllata), mentre il 65,2% ha fatto ricorso a personale dipendente interno. Si registra, invece, un buon livello raggiunto dai Comuni nella gestione in rete di alcune tra le principali funzioni amministrative, eccetto quel che riguarda l’informatizzazione in rete dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) (gestito in modo informatizzato solo dal 20% dei comuni). Quasi il 40% dei Comuni, però, utilizza ancora procedure analogiche quali timbri, firme autografe, ecc. per almeno il 50% della produzione documentale.

Per quanto riguarda l’offerta online dei servizi dei Comuni si evidenzia, nelle ultime edizioni dell’indagine, un generale miglioramento della disponibilità di strumenti: passa dal 33,9% del 2015 al 48,3% (era il 18,9% nel 2012) la percentuale di Comuni che offrono la possibilità di avviare e concludere online l’intero iter di almeno uno dei 24 servizi osservati dall’indagine ed erogati dall’Amministrazione; sale dal 58,7% del 2015 al 69,0% (era 36,7% nel 2012) la quota di quelli che offrono la possibilità agli utenti di caricare online la documentazione relativa ad almeno uno dei servizi offerti.

Oltre nove Comuni su dieci permettono di acquisire on line modulistica e quasi tutti (98,3%) forniscono online informazioni (sempre con riferimento ad almeno uno dei servizi). Nonostante gli avanzamenti registrati, la diffusione dei servizi comunali gestiti interamente online è ancora limitata, soprattutto nei Comuni più piccoli: la quota di Comuni che, nel 2018, ha dichiarato di rendere disponibile interamente online almeno un servizio tra quelli osservati scende dal 62,9% di quelli con oltre 5mila abitanti al 42% di quelli fino a 5mila; la possibilità di caricare documenti e modulistica compilata sul canale online del Comune è fornita nei due segmenti dimensionali, rispettivamente, nel 79,4% e nel 64,4% dei casi. Il gap tra Comuni si amplia considerando dimensioni inferiori ai 1,000 abitanti.

L’offerta online di servizi alle imprese nei Comuni In generale, i Comuni più grandi – anche in considerazione del maggior numero di pratiche da evadere – sembrano più consapevoli dell’opportunità rappresentata dalla digitalizzazione dei servizi; il livello di disponibilità online si riduce invece al crescere della loro complessità, in particolare nei Comuni più piccoli. Tra i 24 servizi osservati nell’indagine sull’utilizzo dell’ICT nelle PA locali, quelli offerti online – a qualsiasi livello massimo di interazione2 – sono soprattutto destinati alle imprese. In particolare, per quanto riguarda i servizi relativi a Sportello unico per le attività produttive (SUAP), permessi per costruire (SCIA e DIA), Sportello Unico per l’edilizia (SUE) e dichiarazione inizio di attività produttiva (DIAP), la gran parte dei Comuni oltre i 5mila abitanti li rende disponibili online.

L’offerta in rete di tali servizi raggiunge buoni livelli anche tra i Comuni fino a 5mila abitanti: circa otto su dieci offrono servizi relativi al SUAP, ai permessi per costruire e ai bandi di gara. Fatta eccezione per il SUAP, l’offerta interattiva dei Comuni di minori dimensionisi concentra però su un livello di informatizzazione inferiore a quello dell’avvio e completamento per via telematica dell’intero iter relativo al servizio richiesto. In generale, risulta più contenuto il livello di informatizzazione delle autorizzazioni ambientali, disponibili in modalità online in quasi il 70% dei comuni maggiori e nel 50% dei comuni con meno di 5mila abitanti.

Le regioni nelle quali è più diffusa l’offerta dei quattro principali servizi online alle imprese (SUAP, permessi per costruire, SUE, DIAP) – a qualsiasi livello di informatizzazione dei servizi offerti – sono Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto; tra quelle meno performanti, ci sono la Valle d’Aosta, il Molise, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Calabria. Valutando solo l’offerta online dei Comuni delle 14 Città metropolitane, i servizi alle imprese risultano erogati soprattutto in modalità online nelle Città metropolitane di Milano e Bari, mentre restano più indietro Reggio Calabria, Messina e Palermo.

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