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Dopo Draghi, Brunetta. Quale sarà il prossimo errore di Berlusconi?

Brunetta Berlusconi

I Graffi di Damato

In questa campagna elettorale che, fra tutte in settantasei anni di storia della Repubblica è insieme la più breve e rovente, Silvio Berlusconi rischia di perdere sul terreno che più gli dovrebbe essere più congeniale, conoscendo la sua competenza quasi maniacale in tema di comunicazione, d’immagine e simili.

Mi rendo conto che l’ex presidente del Consiglio non potrebbe separarsene così presto dopo tutto quel chiasso mediatico attorno alla cerimonia quasi nuziale con la deputata forzista Marta Fascina. Una cerimonia già sfortunata di suo sul piano politico con quel giudizio del quasi sposo sull’ospite Matteo Salvini come “l’unico, vero leader d’Italia”. Che fu obiettivamente uno schiaffo ai tanti che nella sua Forza Italia già soffrivano per le prestazioni del capo della Lega e alleato. Tanti, fra quali il più misurato, se non ricordo male, era il ministro Renato Brunetta. Che però questa volta non è riuscito a trattenersi lasciando rumorosamente il partito condizionato a tal punto dagli umori e dagli interessi di Salvini da avere partecipato alla finzione di fiducia, in realtà sfiducia per fuga dall’aula, a Mario Draghi dopo la discussione di “verifica” al Senato disposta dal presidente della Repubblica.

Mi rendo conto, dicevo, che non potrebbe separarsene così presto, ma la quasi nuova consorte ha fatto a Berlusconi un guaio grosso come tutte le sue case messe insieme, quasi una città, aderendo alla campagna forzista contro Brunetta in groppa alla derisione del nano. Il quale “è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo vicino al buco del culo”, dice un verso scurrile di una vecchia canzone di Fabrizio de Andrè rilanciata dalla quasi consorte -ripeto- di Berlusconi condividendo telematicamente un attacco per tradimento al ministro. Il quale sarà pure nano, tappo, o il “manganello tascabile” una volta affibbiatogli da un Massino D’Alema più urticante del solito, ma non è un fesso. Tutt’altro.

Sin quasi a farsi ancora più basso di quello che è, il ministro cogliendo in fallo la famiglia allargata del Cavaliere si è avvolto nella tela della vittima in televisione, a Rai 3, procurandosi simpatie e, forse fra qualche settimana, dovunque o con chiunque intende candidarsi, voti che sino all’altro ieri avrebbe potuto solo sognare. E ciò persino fra i dipendenti della pubblica amministrazione che come ministro, sempre sino all’altro ieri, lo hanno contestato di brutto per la sua ostinata volontà di farli lavorare davvero, o comunque più di quanto fossero abituati.

E brava la signora deputata -ripeto- Marta Fascina, per quanto la donna, anch’essa parlamentare, politicamente ancora più vicina a Berlusconi, e graduata, la senatrice Licia Ronzulli, abbia tenuto a descriverla, in una intervista a Repubblica, “persona buona”. Che “non credo avesse l’intento di offenderlo”, ha detto parlando rispettivamente della quasi signora Berlusconi, appunto, e di Brunetta.

Ciò che non era riuscito a fare Maurizio Crozza del mio amico Renato con le sue imitazioni, è riuscita Marta Fascina: dargli tutti quei centimetri negatigli dalla natura e trasformarlo da nano a gigante. Complimenti. E grazie.

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