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Ecco come il Pd si è spaccato sul voto delle armi all’Ucraina

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Guerini, Quartapelle e Madia del Pd hanno votato a favore della proroga dell’invio di armi all’Ucraina, votando “per coerenza” anche la parte delle risoluzioni del centrodestra e del terzo polo che impegnano il Governo a proseguire con gli aiuti 

Alla fine sul voto per il proseguimento degli aiuti militari a Kiev a spaccarsi è stato il Pd. L’Aula della Camera infatti ha approvato – con una serie di consensi e astensioni ‘trasversali’ – le risoluzioni presentate dalla maggioranza, dal Partito democratico e da Italia viva, Azione e Più Europa, sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che impegnano l’Esecutivo a prorogare l’invio di equipaggiamenti (è stato annunciato l’ottavo pacchetto di aiuti).

IL VOTO IN AULA E LE INDICAZIONI DEL PD

Il Governo aveva espresso parere favorevole sul primo e sul terzo documento, mentre si era rimesso all’Aula sul testo dei Dem. Respinte invece le risoluzioni proposte da M5S e Alleanza Verdi Sinistra, sulle quali il parere dell’Esecutivo era stato contrario.

Il Partito democratico ha portato avanti in Aula una linea di astensione sulle mozioni degli altri gruppi: dal testo della maggioranza sul proseguimento degli aiuti militari, a quello del M5s, schierati per il cessate il fuoco.

GUERINI, QUARTAPELLE E MADIA (PD) VOTANO ANCHE LE RISOLUZIONI DEL CENTRODESTRA

La posizione non è stata, però univoca. L’ex ministro della Difesa, il dem Lorenzo Guerini, per esempio, si è smarcato dalle indicazioni del partito e ha votato sì al primo punto della risoluzione del centrodestra + Terzo polo, che chiedeva di “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Ue, nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”.

L’ex titolare della Difesa ha poi votato contro – a fronte dell’astensione dei dem – l’impegno del testo M5S a diminuire le spese sulla difesa. “Sono stato coerente con quanto ho sempre fatto da ministro, ho firmato cinque decreti”, ha spiegato Guerini ai cronisti in Transatlantico.

La stessa posizione è stata espressa anche dalle deputate Marianna Madia e Lia Quartapelle, responsabile Esteri dei Dem.

Non solo. Susanna Camusso non ha votato la risoluzione presentata dal gruppo dem al Senato. La ex segretaria della Cgil ha tenuto sempre una posizione contraria all’invio di armi a Kiev, tanto da non votare analoghi documenti sul tema presentati dal suo gruppo. In particolare, Camusso si è astenuta sui punti due e quattro della risoluzione, che prevedevano di continuare a sostenere l’impegno militare. Sul resto ha votato a favore della risoluzione.

I RENZIANI GONGOLANO

I renziani non si sono fatti sfuggire l’occasione per sottolineare le contraddizioni interne al Pd. “Onore a Guerini, Quartapelle e Madia che – in dissenso dalla assurda linea del Pd – hanno votato a favore della risoluzione “liberal-democratica” (IV, Azione, Più Europa) sull’invio delle armi all’Ucraina”, ha scritto su X il deputato di Italia Viva Luigi Marattin.

Per il renziano Faraone “il solito fritto misto del Pd alla Camera sull’Ucraina. Il gruppo di Elly Schlein si astiene sia sulla mozione di IV-Az-Più Europa che su quella del M5S che chiede lo stop dell’invio di armi. In pratica sostengono una posizione (molto simile alla nostra, tanto che noi l’abbiamo votata) e l’esatto contrario. Bravi Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle e Marianna Madia per la loro coerenza”

COSA PREVEDE LA RISOLUZIONE DELLA MAGGIORANZA SULL’INVIO DI NUOVI AIUTI IN UCRAINA

La risoluzione di maggioranza sull’Ucraina impegna il governo a “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito nato e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. Il documento invita anche a “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del Gruppo G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiali nel rispetto del diritto internazionale”.

Il terzo punto è l’impegno a “continuare a garantire l’assistenza umanitaria al popolo ucraino pesantemente logorato dalla guerra”. Il quarto è “assicurare il supporto a tutte le iniziative di ricostruzione e ripartenza economica, sociale, politica e istituzionale della nazione Ucraina in piena sinergia con gli intendimenti dell’Unione europea e degli alleati occidentali”. Il quinto punta “a mantenere un costante dialogo con il Parlamento in riferimento all’andamento del conflitto e sugli sviluppi politici e diplomatici”.

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