Fitto lascia il governo per Bruxelles. Da Belloni a Cirielli, dalla tecnica Siniscalchi a vari…
Che cos’è Ecr, il Partito dei Conservatori e Riformisti Europei presieduto da Giorgia Meloni
È iniziata ufficialmente la presidenza di Giorgia Meloni dell’Ecr, il partito che riunisce i conservatori e riformisti europei. Chi l’ha sostenuta e cosa significa questa nomina per l’Italia
Giorgia Meloni è stata eletta questa settimana presidente dell’Ecr (European conservatives and reformists party), il partito che riunisce i conservatori e riformisti europei. La decisione è stata presa con il consenso pieno di tutti i componenti e proietta la leader di Fratelli d’Italia (FdI) sulla scena internazionale. Si tratta della prima donna al vertice di un partito dell’Unione europea. Meloni è attualmente l’unica donna leader sia di un partito politico europeo che di un importante partito italiano. Insieme a lei, è stata rieletta segretario generale Anna Fotyga, europarlamentare polacca, e tesoriere l’eurodeputato spagnolo Jorge Buxadè.
CHE COS’È L’ECR
Il partito Ecr è nato nel 2009 dopo gli eventi causati dall’uscita dei conservatori britannici (Tories) dal Ppe. L’Ecr ha un orientamento di destra, liberista, conservatore, cristiano-cattolico ed è contrario al federalismo europeo. Oggi è dominato dal Partito diritto e giustizia (Pis) polacco, l’unico ad avere 24 europarlamentari e un governo alle spalle. Ecr è gemellato con il Partito repubblicano statunitense e con il Likud israeliano. In virtù dell’egemonia del Pis polacco, ha un una fortissima impronta di orientamento cattolico-conservatore. Con i suoi 6 eurodeputati, Fratelli d’Italia è il secondo partito dell’Ecr, seguito da movimenti in ascesa come lo spagnolo Vox e il FvD olandese. A seguire c’è una costellazione di piccoli partiti, per lo più provenienti da vari paesi dell’Est.
LE POSIZIONI DELL’ECR
Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sarà dunque alla guida di un partito che riunisce i conservatori e riformisti ma che in Europa si tengono a distanza sia dai cosiddetti “sovranisti” (il partito di Matteo Salvini e Marine Le Pen, per intenderci) sia dai popolari (quello a cui è legato tradizionalmente il gruppo di Forza Italia che ha fatto squadra intorno a Silvio Berlusconi). Le relazioni con gli Stati Uniti sembrano essere un fattore determinante per Giorgia Meloni. Nel febbraio 2020 Meloni ha ricevuto un endorsement da Washington con l’invito alla convention repubblicana dove parlava Donald Trump. Come riportano molte fonti, negli ultimi anni Meloni “ha costruito la sua rete di contatti in maniera chirurgica e silenziosa”, al contrario del leader della Lega Matteo Salvini “che a un certo punto si è auto-ghettizzato e marginalizzato riproponendo all’infinito lo stesso copione”. Aderendo all’Ecr, Meloni ha scelto un percorso di destra, ma in linea con una tradizione europea costruttiva e integrata, non distruttiva come quella di Salvini e il suo gruppo Identità e Democrazia insieme a Marine Le Pen e ad Alternativa per la Germania (AfD), che puntava a unire tutti i cosiddetti sovranisti con obiettivi come la distruzione dell’Eurozona o l’uscita dall’Unione europea sulla scia della Brexit.
I MEMBRI DELL’ECR
I paesi che fanno parte del partito sono: Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e Svezia.
CHI HA SOSTENUTO GIORGIA MELONI
Come riportano più fonti, un ruolo importante nell’ascesa di Meloni è stato ricoperto dall’ex membro di Forza Italia Raffaele Fitto, sconfitto alle elezioni regionali in Puglia dello scorso 20 e 21 settembre da Michele Emiliano. Fitto nel 2015 lasciò il Partito popolare europeo (Ppe) per aderire al partito conservatore, aprendo la strada all’ingresso di Fratelli d’Italia nel novembre 2018 (all’epoca senza eurodeputati). Con l’elezione di Meloni a capo dell’Ecr, sembra essersi chiuso il cerchio di un’idea concepita qualche anno fa. Come hanno fatto notare alcuni commentatori, con la scelta di Meloni, l’Ecr toglie anche dal tavolo ogni possibile ipotesi o speculazione su una svolta moderata di FdI in favore del Ppe.
LA RUSSIA
Come ha riportato il Corriere della Sera, l’Ecr, “oltre ad essere un importante punto di riferimento per la destra europea, ha rapporti di gemellaggio per così dire con i maggiori partiti conservatori del mondo: dal partito repubblicano americano all’israeliano Likud, dal partito liberale australiano al partito conservatore canadese. E chi lo rappresenta, si capisce, ha il compito di tessere relazioni, tenere i contatti, portare avanti politiche comuni”. Per definire una posizione, si può affermare che l’Ecr è un partito strutturato, con solidi rapporti transatlantici – aspetto che assume una rilevanza strategica. Nel futuro europeo, l’Ecr propone un ritorno a un atteggiamento più diffidente nei confronti della Russia di Putin, diversamente da quanto mostrato al mondo da Matteo Salvini e dalla Lega negli ultimi anni – “essere ambigui su certe cose può funzionare quando sei all’opposizione ma non ti permette di proporti come credibile forza di governo”, ha scritto Open. Meloni tutto questo sembra averlo capito.
MELONI VS SALVINI
In molti si aspettano che Meloni potrà sfidare Matteo Salvini per la guida della coalizione del centrodestra italiano. D’altronde i dati dicono che ha il vento a favore: uscita rafforzata dalle ultime regionali in cui ha raddoppiato i consensi, i sondaggi a livello nazionale fotografano la sua ascesa. L’ultimo, quello di ieri di Swg per il Tg La7 danno il suo partito al 15,8% dal 14,4%: +1,4%. I “meloniani” sono ormai a -0,2% dal M5S al 16%. La Lega invece registra un ennesimo arretramento, dal 26,3% scende al 23,8% (-2,5%).