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Elezioni europee 2024: Decaro e Emiliano per il Pd, Renzi punta Gentiloni, a destra idee chiare solo per FdI

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Bruxelles ha scelto le date per le prossime elezioni europee: dal 6 al 9 giugno 2024. Nomi e strategie dei partiti italiani per non farsi trovare impreparati

“Alle prossime elezioni europee, non restate a guardare. Partecipate al più grande esercizio democratico d’Europa. Non lasciate che qualcun altro scelga per voi. Votate.” Arriva direttamente dalla presidente del PE Roberta Metsola l’appello agli elettori a partecipare alle prossime elezioni europee. Il consiglio dei rappresentanti permanenti dei governi presso l’Unione europea (Coreper) ha deciso le consultazioni elettorali per rinnovare il Parlamento Europeo si terranno in una finestra temporale che va dal 6 al 9 giugno 2024. La decisione verrà ufficializzata nel corso del prossimo Consiglio, probabilmente già il 22-23 maggio prossimo. “L’Unione europea non è perfetta, è in costante evoluzione. Il mondo cambia e noi dobbiamo tenere il passo – ha aggiunto la presidente Roberta Metsola –. Abbiamo anche bisogno di riforme. Non dobbiamo temere i cambiamenti, ma accoglierli e continuare a restare in ascolto, a dare chiarimenti e a mantenere gli impegni.

I RISULTATI DELLE ULTIME ELEZIONI PARLAMENTO EUROPEE

La politica italiana nel 2019, data delle ultime elezioni europee, era molto diversa. La Lega aveva era il primo partito della coalizione di centrodestra, aveva ottenuto il 34,3 per cento dei voti seguita dal Partito democratico al 22,7% e dal Movimento 5 stelle al 17,1%. Molto dietro Fratelli d’Italia che si attestava al quinto posto, dopo Forza Italia, con il 6,8 per cento dei voti. Oggi le cose sono cambiate molto, prima di tutto perché il leader della coalizione di centrodestra non è più il partito di Matteo Salvini, sostituito da quello di Giorgia Meloni, il Pd ha cambiato segretario e l’appeal elettorale del M5S si è affievolito. A guidare il M5S, molto probabilmente, ci sarà proprio Giuseppe Conte, forse l’ultima figura con un residuo appeal elettorale nel M5S.

ELEZIONI EUROPEE, LE MOSSE DEI PARTITI ITALIANI: PER IL PD OBIETTIVO 25%

Elly Schlein ha messo le elezioni europee nel suo mirino già dalla prima direzione Pd presieduta da segretaria. “Sarà una sfida epocale e sono convinta ce la potremo fare – ha detto Elly Schlein -, perché non c’è altro partito nettamente europeista come il nostro”. L’obiettivo per il Partito democratico è attestarsi almeno al 25%, questa è la cifra oltre la quale si potrà dire di successo l’operazione rinnovamento del PD. Punta alle europee anche il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. “Dobbiamo tornare ad essere il primo partito. Io – ha detto – temo che con questa destra l’Italia torni indietro, che ci isoliamo in Europa, che la società, l’economia e i diritti si fermino”.

I NOMI FORTI DEL PD PER IL PARLAMENTO EUROPEO

Passando ai nomi forti per le europee il primo della lista è certamente quello dell’attuale presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che avrebbe già individuato come suo successore il sindaco di Bari Antonio Decaro. Lo stesso Decaro, però, il cui mandato è in scadenza, potrebbe optare per una candidatura a Bruxelles, forte anche del supporto dell’ANCI di cui è presidente. E sempre dalle fila degli amministratori locali arrivano altri due nomi di peso cui starebbe pensando la segretaria Schlein, quello del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e dell’ex Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Insieme a loro Camilla Laureti, Marta Bonafoni e l’eurodeputato uscente Massimiliano Smeriglio.

IL PROGETTO DI MATTEO RENZI: UN’AREA DI CENTRO CON A CAPO PAOLO GENTILONI

Mentre la segretaria Schlein compila la lista degli “avversari” interni da mandare in Belgio Matteo Renzi lavora sottotraccia per creare un polo moderato capeggiato da Paolo Gentiloni,commissario agli Affari economici e malpancista del Pd a guida Schlein. Secondo un retroscena de “Il Foglio” Matteo Renzi starebbe lavorando a un’aggregazione di partiti che va da Italia viva a +Europa e che comprenda anche Carlo Calenda. Intanto continua l’esperienza di Renew Europe anche per le prossime elezioni europee del 2024. Al cartello europeo partecipano anche +Europa (come membro di Alde), Azione e Italia Viva (membri del Pde). Il segretario generale del Partito Democratico Europeo (Pde), Sandro Gozi, i co-presidenti del Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa (Alde), Timmy Dooley e Ilhan Kyuchyuk, e il presidente del gruppo di Renew Europe all’Eurocamera, Stéphane Séjourné hanno firmato un memorandum d’intesa prevede l’utilizzo del marchio comune ‘Renew Europe’ per tutti i partiti affiliati, la possibilità di designare uno o più candidati leader comuni e di organizzare eventi europei comuni durante la campagna.

ELEZIONI EUROPEE, COME SI MUOVERANNO I PARTITI ITALIANI: ANCHE FDI PUNTA SUGLI AMMINISTRATORI

Le acque si muovono anche nella casa del centrodestra. Anche Fratelli d’Italia, leader della coalizione conservatrice, guarda ad ex amministratori locali. Fa rumore l’ipotesi, che sarebbe sponsorizzata dal presidente del Senato Ignazio La Russa, di candidare l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, nonostante la condanna per corruzione che sta ancora scontando. L’ex numero uno del Pirellone dovrebbe raccogliere il voto cattolico, che tradizionalmente scelgono (o sceglievano) Forza Italia. Altri nomi sui quali punta il partito di Giorgia Meloni sono quello di Renato Perrini, consigliere regionale, di “scuola fittiana”, e Marcello Gemmato, al quale potrebbe essere richiesto di correre come capilista. La ricandidatura appare scontata anche per Denis Nesci, che nel 2019, è stato l’unico europarlamentare eletto nella lista di Fratelli d’Italia nel Collegio Sud Italia. Raccoglie consensi anche la ricandidatura di Vincenzo Sofo, prima della Lega ora di Fdi, marito di Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen.

LA LEGA DEVE SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE

Dopo il magro risultato delle elezioni politiche la Lega attende le europee per tracciare un bilancio dell’operato di Matteo Salvini alla guida del partito. I test delle amministrative, al momento, sorridono al Capitano che giova anche dei buoni risultati complessivi della coalizione. Il tema che agita il Carroccio è, però, come collocarsi in Europa, se, quindi, seguire FdI nell’allineamento al PPE, oppure mantenere l’attuale assetto che vede la Lega alleata in Europa con il Rassemblement national di Marin Le Pen e l’Afd nel gruppo Identità e democrazia. Spingono per la prima ipotesi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro Roberto Calderoli, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il governatore della Lombardia Attilio Fontana, per la seconda il presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo.

I PROBLEMI DEI PARTITI ITALIANI PER LE EUROPEE 2024: GUERRE INTESTINE IN FORZA ITALIA

Acque agitate in Forza Italia dove, l’assenza obbligata del Cavaliere, si fa sentire. “Al fine di arrivare pronti alle prossime elezioni europee, con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale – aveva detto Silvio Berlusconi in una nota -, ho ritenuto di nominare al fianco di Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo quale Vice-Coordinatore Nazionale di Forza Italia con la delega alla organizzazione territoriale del partito”. Ed è proprio Alessandro Cattaneo a scatenare una piccola guerra interna con Alessandro Sorte, coordinatore di FI in Lombardia al posto di Licia Ronzulli. Cattaneo ha deferito Sorte al collegio dei probiviri poiché quest’ultimo “ha nominato una serie di commissari provinciali in Regione senza alcun momento di condivisione e confronto con i rappresentanti locali del partito in Parlamento”. Insomma, l’unità tanto desiderata da Berlusconi è ancora lontana dall’essere trovata.

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