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Usai e Formento, due ex Condé Nast a Dolce e Gabbana

Fedele Usai

Fedele Usai, in arrivo dall’editoria, sta ricostruendo il team con cui ha collaborato in Condé Nast e ha deciso di portare con sé in D&G Formento

Dolce e Gabbana fa shopping in Condé Nast. Fedele Usai, manager cagliaritano, è difatti il nuovo group communication & marketing officer del noto marchio del duo siciliano Dolce e Gabbana, che ha deciso di rinnovare la dirigenza dell’area marketing e comunicazione. Usai per 9 anni ha lavorato ai vertici di Condé Nast Italia fino alle dimissioni nel 2020. Subito dopo è stato amministratore delegato di Tenderstories. I primi passi in note agenzie pubblicitarie, da Leo Burnett a Tbwa, per poi lanciarsi nella comunicazione lavorando per grandi aziende del panorama italiano, la Fiat tra queste. Usai seguirà lo sviluppo delle strategie di comunicazione e marketing aziendali su scala globale e ricoprirà anche l’incarico di general manager della divisione Casa del marchio, che sarà presentata a Venezia in concomitanza con le collezioni Alta Moda, Alta Sartoria, Alta Gioielleria e Alta Orologeria dal 28 al 30 agosto.

Marco Formento

Ma non è l’unico acquisto in arrivo da Condé Nast. Marco Formento, dopo anni passati a lavorare come chief digital officer nel mondo dell’editoria (gli ultimi otto in Condé Nast, prima in De Agostini e al Secolo XIX) entra nel mondo della moda con D&G, assumendo il ruolo di direttore global digital innovation di Dolce & Gabbana. L’attività di Formento, che proprio Fedele Usai fresco di nomina a group communication & marketing officer ha voluto avere nella sua squadra dopo anni di lavoro insieme a Conde Nast, sarà dedicata a potenziare lo sviluppo innovativo dei servizi soprattutto per quanto riguarda le relazioni con i clienti finali.
Dolce & Gabbana è un colosso con sede a Milano formato da una trentina di società che coprono i maggiori mercati del mondo, centinaia di negozi, e un organico di circa 2900 dipendenti. Un sistema che nel 2020 ricavava dal web oltre il 10% del fatturato di 895.925 euro secondo il bilancio del gruppo, che rilevava come il mercato estero contasse per il 70%.

 

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