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“Forza Italia con la corrente Fascina dice addio a Salvini”. Parla Fabrizio Cicchitto

Cicchitto

Conversazione con Fabrizio Cicchitto, tra il 1999 e il 2013 deputato di Forza Italia e del Popolo della libertà

Nei giorni scorsi all’interno di Forza Italia c’è stata una piccola rivoluzione. Il nuovo capogruppo della Camera è Paolo Barelli, che prende il posto di Alessandro Cattaneo, che assume il ruolo di Vice-Coordinatore Nazionale di Forza Italia, mentre a Licia Ronzulli, che è rimasta capogruppo al Senato, è stato chiesto di fare un passo indietro dal coordinamento Lombardia, posizione nella quale è stato collocato l’on. Alessandro Sorte. A questo si aggiunge un inedito ruolo di primo piano, di silenziosa aggregatrice del dissenso, di Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi e il ritorno in pista di Gianni Letta in qualità di consigliere del Cavaliere. I cambiamenti all’interno del partito nascono dall’esigenza di riallineare Forza Italia su posizioni più governative, sia nell’ambito della politica interna che internazionale, con un occhio sulla partita delle partite, quella delle nomine alle grandi aziende di Stato.

Di tutto questo ne abbiamo parlato con l’onorevole Fabrizio Cicchitto, tra il 1999 e il 2013 deputato di Forza Italia e del Popolo della libertà.

On. Cicchitto che significato hanno gli avvicendamenti in ruoli centrali di Forza Italia a cui abbiamo assistito in questi giorni?

La vicenda è complicata perché ci sono mille questioni: politiche, personali e aziendali. Rimanendo

fermo sul punto politico mi sembra che ci sia un cambio di asse, nel senso che, se “l’era Ronzulli” ha significato uno schiacciamento di Forza Italia su Salvini, questo cambio implica che Forza Italia per un verso punta sul governo e sulla Meloni, e per un altro verso riacquisisce una sua autonomia politica. Certamente un’autonomia da Salvini. Poi in come verrà tradotto tutto questo in termini di nomine e di posti è assolutamente imprevedibile. Però il senso mi sembra questo duplice cambiamento di asse: l’abbandono dello schiacciamento su Salvini e una posizione molto più positiva sulla Meloni, per un verso, e per un altro verso un ruolo la ripresa di un ruolo relativamente autonomo di Forza Italia su un terreno, chiamiamolo così, liberale. Poi c’è da vedere quali saranno le conseguenze rispetto alla gestione di alcuni dossier, come quello della Giustizia. Leggo sui giornali di oggi di reazioni interne a Forza Italia da parte di coloro che si riconoscono nella corrente Ronzulli, ecco come evolverà la situazione è un punto di domanda.

Quindi esistono le correnti all’interno di Forza Italia?

Esistono e non esistono. Come realtà strutturata e riconosciuta mai. Infatti, è meglio chiamarle cordate e non correnti, realtà impalpabili. Nel passato c’era un’area liberale, socialista, un’area Democrazia Cristiana con sfumature varie di maggior durezza o maggiore articolazione rispetto ad altre forze. A questo va aggiunto un elemento personale fortissimo che è costituito dal fatto che, in ultima analisi, le decisioni le prende sempre e comunque Berlusconi che può essere influenzato dalle varie tendenze. Fino a qualche tempo fa l’influenza fondamentale era della Ronzulli ed era un’influenza nella direzione di Salvini, adesso questo è cambiato. A quanto sembra che abbia un peso anche dalla discesa in campo di Marina Berlusconi. Ma andiamo sempre su un terreno molto fluido. Però se dobbiamo fare una foto di questo momento vediamo un duplice cambiamento di asse.

È una fantasia giornalistica quella che racconta un’ascesa nel partito della compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, all’interno del partito? Oppure lei è la frontrunner per altre istanze?

Per certi aspetti non c’è dubbio che ci sia una sostituzione di influenza. Ma il punto è, la sostituzione di influenza è tra Fascina e Ronzulli, o tra Ronzulli e Marina Berlusconi?

Quindi è possibile pensare che Marta Fascina sia portatrice delle” istanze dei figli di Berlusconi.

Questo in parte c’è. Già a suo tempo ci fu una piccola battuta di Fedele Confalonieri che disse “Però della Meloni dobbiamo tener conto”. Effettivamente non si capiva, a meno che non ci fosse stato e non c’è, un atteggiamento pregiudizialmente negativo della stessa Meloni nei confronti Berlusconi e della sua azienda, non si capiva perché dovevano trattare i nomi delle Commissioni per conto di Salvini. Quello che è evidente è che è finita la subalternità di Forza Italia a Salvini. Questo è il dato fondamentale e quindi c’è un rapporto più positivo rispetto alla Meloni. Frutto, probabilmente, dell’incrocio di influenze tra Marina Berlusconi e Marta Fascina.

Il ritorno di Gianni Letta in qualità di che consigliere di Berlusconi come va letto?

Va letto innanzitutto con l’acquisizione di una maggiore professionalità politica perché, francamente, una serie di mosse che erano state fatte erano all’insegna di un pressappochismo che lasciava abbastanza sorpresi come, per esempio, il mancato voto di Forza Italia a La Russa non essendosi accorti che, in Senato, quei voti erano stati già sostituiti. Quindi Gianni Letta è una persona che, per certi aspetti, garantisce l’azienda, il Governo, lo stesso Berlusconi su una linea che certamente è lontana da quella di Salvini. Una linea di mediazione sia rispetto al governo sia rispetto alla storia tradizionale di Forza Italia.

Il ministro Tajani ha detto che non c’è pericolo di scissione. Lei cosa pensa di questa affermazione?

Io dico che il ministro Tajani non poteva non farla questa osservazione, però io mi domando scissione verso dove? Cioè chi decide di separarsi cosa fa? Dove va? Verso Salvini? Quello che io non vedo è l’approdo. Le scissioni sono sempre determinate in un contesto chiaro di prevedibilità politica. L’unica direzione in cui potrebbero andare gli scissionisti è quella di Salvini. Ma su questo c’è un grande punto di domanda.

Prima accennato al discorso delle nomine. L’avvicinamento di Forza Italia a Fratelli d’Italia in che modo può influenzare il percorso delle nomine?

Su questo mi è difficile dare una risposta. È prevedibile che sia più facile la collocazione di qualche persona, diciamo così, che ha un rapporto personale stretto con Berlusconi, può facilitare la sua collocazione. Ma non possono e non sono in grado di fare nomi. Però entriamo in un campo difficilmente prevedibile. Certo è che sicuramente non ci sarà una sponda comune tra Forza Italia e Salvini. Questo è il punto sicuro sulle nomine. Le ricadute concrete non gliele so dire.

 

Leggi: Forza Italia: Cattaneo vice-coordinatore, Barelli e Ronzulli Capogruppo

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