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Gioco pubblico: “Necessario posticipare le imposte”
Le associazioni di categoria, chiuse da 270 giorni, chiedono di rinviare il versamento del preu (il prelievo erariale unico) e del canone concessorio del quinto bimestre 2020. A rischio la sopravvivenza del comparto del Gioco pubblico
Secondi i conti di ATI Gioco Lecito, sotto i cui vessilli lo scorso 18 febbraio sono scese in piazza le principali associazioni di categoria (Acadi, Anib, Astro, Confederazione Giocare Italia, EGP-Fipe, Federbingo, FIEGL Confesercenti, Sapar, S.G.I ) per denunciare che un’intera categoria del nostro comparto economico è a rischio sopravvivenza, sono ormai 270 i giorni di lockdown cui è stato costretto il gioco pubblico. Per questo, Acadi-Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici aderente a Confcommercio, in una lettera al capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia, Giuseppe Chinè, e al direttore generale dell’Agenzia Dogane e Monopoli, Marcello Minenna, chiedono di posticipare il versamento del preu (il prelievo erariale unico) e del canone concessorio del quinto bimestre 2020.
Le sigle imprenditoriali sottolineano “l’urgenza e l’improcrastinabilità di un intervento normativo”, ricordando che l’ultimo Dpcm sulle misure di contrasto al coronavirus ha prolungato a oggi, martedì 6 aprile, la chiusura dell’intera rete fisica di gioco, e che “il settore sta vivendo una situazione drammatica sia dal punto di vista economico che finanziario”. La loro proposta è di procedere a una “riprogrammazione temporale dei versamenti delle scadenze attualmente previste entro il primo semestre 2021 posticipandole al successivo e, comunque, entro il 31 dicembre 2021″. Ciò “consentirebbe alle filiere distributive e ai concessionari stessi di essere messi in condizione di adempiere alle proprie obbligazioni, grazie alle riaperture che auspichiamo siano normate a breve, e alla conseguente ripresa delle attività distributive e degli ordinari flussi finanziari”.