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Il giudice Fabio Roia è il nuovo presidente vicario del Tribunale di Milano

Fabio Roia

Fabio Roia è stato nominato ieri presidente vicario del Tribunale di Milano dal presidente Roberto Bichi

Il giudice Fabio Roia è stato scelto tra cinque candidati come nuovo presidente vicario del Tribunale di Milano. A nominarlo è stato ieri, 5 agosto, il presidente Roberto Bichi. Roia presiederà il Tribunale in caso di mancanza o impedimento del titolare. Bichi lo ha designato con un provvedimento in cui ha spiegato le ragioni che lo hanno convinto a scegliere Roia tra gli altri pretendenti che si erano proposti per l’incarico. Roia era attualmente alla guida della sezione misure di prevenzione ed era già coordinatore del settore penale. Bichi ha sottolineato che il lavoro svolto da Roia ha dimostrato “capacità di iniziativa e interlocuzione oltre a una pronta ed efficace abilità organizzativa anche in questo periodo di difficoltà determinate dall’applicazione delle normative emergenziali Covid”.

CHI È FABIO ROIA

Roia è in magistratura dal 1986, ha 60 anni e ha un passato da pm. Si è sempre occupato di reati contro i soggetti deboli. Insieme alla moglie, anche lei giudice, è stato il primo magistrato colpito da coronavirus nella cittadella giudiziaria di corso di Porta Vittoria. Dopo tre settimane di ricovero all’ospedale Sacco e una breve convalescenza, è subito tornato al lavoro occupandosi dell’organizzazione delle udienze. “Non ho mai capito perché il Ministro non abbia sospeso tutte le attività fin dall’inizio”, ha detto dopo la malattia. “È stato un errore gravissimo mettere a rischio la salute di tutti i lavoratori del palazzo”. Dopo la paura del virus, Roia ha confessato: “Sono cambiato, so che c’è bisogno di fare di più per gli altri. Ho bisogno di continuare a fare una giurisdizione mite, di comprensione e aiuto rivolta ai soggetti più deboli”.

UN GIUDICE IN DIFESA DELLE DONNE

Per tanti anni è stato sostituto procuratore dando particolare attenzione ad abusi, maltrattamenti e violenze sulle donne. Ha scritto anche un libro intitolato Crimini contro le donne. Politiche, leggi, buone pratiche. Nel 2018 ha vinto l’Ambrogino d’oro, la più ambita benemerenza civica di Milano. In quella occasione ha detto: “Una grande emozione, che condivido con tutte le donne che hanno sofferto o stanno soffrendo per mano di un uomo, mi cercano quasi tutti i giorni, via mail o chiamando al centralino del Tribunale”. Chiamano lui perché il suo impegno è riconosciuto da tutti. “Mi sono rimaste nel cuore in particolare le donne vittime di gravi violenze a cui ho dato i miei riferimento personali qualora ne avessero avuto bisogno. Queste persone che ce l’hanno fatta, con un’alternativa di vita ormai costruita, le sento magari a Natale per gli auguri o in occasioni speciali. Allora ho la sensazione di aver risolto dei problemi complessi e questo è molto appagante”. Roia, fin dagli anni Novanta, si era reso conto che proprio le donne, insieme ai minori, erano le vittime di vicende giudiziarie. “Spesso subivano una discriminazione strisciante, vedere persone che soffrivano per mano dell’istituzione giustizia mi ha portato a reagire”.

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