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Tutto bene al Gruppo Sae di Leonardis? No (e non da ora)

Alberto Leonardis

Mercoledì 17 non è andata in edicola la Gazzetta di Reggio Emilia poi sarà il turno della Gazzetta di Modena e de La Nuova Ferrara, ma soprattutto del Tirreno di Livorno, riporta oggi Dagospia. Che succede ai giornali di Alberto Leonardis?

Il Gruppo Sae continua a navigare in acque molto mosse.

Tutti i dettagli.

CITOFONARE LEONARDIS PER TIRRENO, GAZZETTA DI MODENA, REGGIO E NUOVA FERRARA

“Un inferno sindacale si sta per scatenare nel gruppo editoriale Sae, quello che il lobbysta abruzzese Alberto Leonardis ha creato comprando dal gruppo Gedi alcune testate locali. Mercoledì 17 non è andata in edicola la Gazzetta di Reggio Emilia, in sciopero contro l’ennesimo piano di riorganizzazione dell’editore, deciso in modo unilaterale interrompendo un piano nazionale stabilito con la Fnsi”.

A scriverlo oggi è Dagospia, dando seguito a una storia da tempo travagliata. Quella, appunto, dei giornali del Gruppo Sae e ex GEDI. Agli scioperi si preparano anche le testate di Modena e Ferrara (Gazzetta di), poi toccherà al Tirreno (sul quale torniamo tra poco).

Cosa c’è in ballo, in concreto? Come riporta ancora il sito di Roberto D’Agostino, “dopo il fallito tentativo di prendere da Gedi anche i giornali del nordest (…) Leonardis deve far fronte alle perdite, di copie e di ricavi, dei giornali del gruppo e presto dovrà convincere i suoi soci a mettere mano al portafoglio per ricapitalizzare Sae”.

Ci penserà la Fondazione Sardegna acquistando due agenzie di comunicazione (Different e Ragù Communication)?

LE TRATTATIVE SUL PERSONALE

Quanto alla gestione interna del personale, a febbraio Il Post commentava l’ascesa di Luciano Tancredi alla direzione di più testate del gruppo nella newsletter Charlie: “Finora la società di imprenditori appositamente costituita non ha mostrato visioni e progetti molto chiari per le testate acquisite, e adesso ha annunciato un accorpamento sotto la stessa direzione dei tre quotidiani emiliani (Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena e Nuova Ferrara) e del Tirreno di Livorno, affidandole tutte a Luciano Tancredi che già dirigeva il Tirreno. Giacomo Bedeschi si sposterà dalla direzione dei tre emiliani a quella della Nuova Sardegna, a Sassari, sostituendo Antonio Di Rosa che era lì dalla precedente gestione”.

Adesso, però, c’è un nuovo capitolo. “Con la gestione del personale tornata nelle mani del presidente e amministratore delegato Alberto Leonardis, con la collaborazione di Antonio Crudo, già nel gruppo da alcuni mesi, mentre al direttore generale Giulio Fascetti restano gestione industriale e commerciale”, riportava martedì Prima Comunicazione. Dettagliando del prossimo addio di Luca Balzanza, oggi capo del digital e pubblicità del gruppo. Servirà un sostituto anche all’area commerciale, “sempre sotto la direzione generale”.

IL CASO TIRRENO: LEONARDIS HA SFIDUCIATO IL DIRETTORE

Veniamo al Tirreno, dunque.”Il Gruppo SAE ha avviato le consultazioni con il sindacato prospettando una importante riduzione del personale giornalistico, oggi pari a 69 unità”, notificava ancora Prima Online. Riportando il rischio per la testata livornese di incappare in un passivo di 4 milioni di euro.

Il 17 maggio, però, a fronte di questa situazione in bilico (cassa integrazione al 18% fino al 2024, secondo gli accordi di inizio 2023) “l’assemblea dei redattori ha votato la sfiducia al direttore livornese e delle testate emiliane Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, e La Nuova Ferrara, Luciano Tancredi, al quale, più che una singola questione, è contestato un intero modus operandi”, scriveva ieri Cristiano Draghi.

Di qui, lo stato di agitazione in tutte le testate tranne – per ora – che a Modena. “Il nostro Gruppo ha sempre agito, e continuerà ad agire, nel pieno rispetto delle corrette relazioni sindacali e del contratto di categoria”, si è difeso il Gruppo Sae dicendosi poi “disponibile ad avviare un nuovo confronto sindacale con Fnsi, i Cdr e organizzazioni sindacali territoriali per fornire i chiarimenti richiesti”.

 

LE PROMESSE SUI CONTI DEL GRUPPO SAE

“La Sae si vuole consolidare come una società di comunicazione integrata con un posizionamento molto forte dell’editoria italiana ed europea attraverso un progetto di internazionalizzazione che prevede uno sviluppo sui progetti locali attraverso acquisizioni e la prima di queste dovrebbe avvenire al Rotterdam”, spiegava a marzo Leonardis.

Aggiungendo che “ci vogliamo espandere in varie aree, come l’organizzazione degli eventi, la comunicazione d’impresa e degli enti pubblici, e anche nella produzione di contenuti audio e video. Stiamo acquistando una società di produzione cinematografica perché abbiamo intenzione a realizzare il docufilm, reportage e docuserie di stampo giornalistico. sia da proporre a pagamento sulle nostre piattaforme, sia per venderle grandi player del mercato televisivo”.

“Nonostante il calo del cartaceo, il 2022 si è chiuso per le testate del gruppo con ricavi per 50 milioni di euro, e con la quota della raccolta pubblicitaria che si assestata al 30%, con una crescita nel digitale”, scriveva Abruzzo Web.

Eppure il terremoto interno continua.

CHI E’ ALBERTO LEONARDIS

Il profilo di Alberto Leonardis dal sito del Gruppo Sae.

Imprenditore e manager con più di 25 anni di esperienza durante i quali è stato Advisor direzionale di società quali Telecom Italia, Microsoft Italia, Oracle Italia, Siemens Medical Solutions, Poste Italiane e della società editrice Editoriale Novanta S.r.l. con deleghe di sviluppo. Azionista e presidente con deleghe operative de Il Centro S.p.A., società editrice del quotidiano regionale d’Abruzzo Il Centro.

È stato azionista del primo periodico nazionale italiano nel settore ICT, il Corriere delle Comunicazioni e dell’agenzia stampa Dire. Inoltre, Alberto Leonardis è stato membro del comitato territoriale di Banco BPM. Ha cominciato la sua carriera come addetto alla rassegna stampa presso le relazioni esterne della Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli del Gruppo Telecom Italia.

 

 

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