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Cosa vuole fare Confindustria contro la disoccupazione dei giovani?

Brugnoli Confindustria

“Governi e politica, in questi anni, hanno perso di vista i giovani”, ha detto Giovanni Brugnoli (vicepresidente di Confindustria) al Sole 24 Ore. Numeri, commenti e prospettive  per l’Italia e la distanza tra mondo della scuola e del lavoro

L’Italia ha ancora un problema con i suoi giovani, specie nell’ambito lavorativo.

TUTTI I MONITI (E LE ACCUSE) DI GIOVANNI BRUGNOLI

Parlando al Sole 24 Ore, il vicepresidente di Confindustria Giovanni Brugnoli ha detto che “se abbiamo tre milioni di Neet, cioè di ragazzi che non studiano e non lavorano, un abbandono scolastico stabilmente a doppia cifra, con picchi drammatici al Sud, un tasso di disoccupazione giovanile tra i peggiori a livello internazionale significa che in Italia un problema c’è”

La colpa? Di “governi e politica, in questi anni, hanno perso di vista i giovani”.

Nel 2021, è vero, “l’industria ha fatto ripartire il Paese” ma… Ma, ha aggiunto Brugnoli: “abbiamo oltre il 45% di assunzioni difficili, una crisi demografica che fa scomparire più di 100mila studenti l’anno, un 8-10% di laureati, soprattutto Stem, che ogni anno va all’estero: ecco sono tutti numeri da invertire al più presto, non possiamo più perdere altro tempo”.

TUTTO SUL MODELLO ITS?

“Vediamo che il ministro Giuseppe Valditara intende proseguire in questa direzione. Gli istituti tecnici e professionali devono essere rilanciati, e puntare su una didattica laboratoriale, nuova, con una quota di docenti che arrivi direttamente dalle aziende per contaminare in modo innovativo le lezioni tradizionali”, ha detto dallo stadio Benito Stirpe di Frosinone Brugnoli. “Il modello degli Its Academy può essere esteso anche all’intera filiera secondaria dell’istruzione tecnica e professionale. In altre parole, l’Italia deve far decollare quella seconda gamba professionalizzante che ha fatto la fortuna di mezza Europa. II Pnrr d dà un’iniezione di risorse senza precedenti, oltre 30 miliardi di cui più di undici per legare formazione e aziende. Non sprechiamo questa opportunità”.

I DATI

Alcuni numeri ricordati da Brugnoli.

Quelli di Istat che ha rilevato che il tasso di occupazione è al 60.9% ed è in tendenza positiva. Da gennaio a marzo si sono registrati aumenti, da ultimo dell’1,3% sul 2022.

Dall’altro lato, però, Excelsior e Unioncamere, un’impresa su due fatica ad attrarre capitale umano nuovo. Nel 2019 erano 2,5 su 10. Danni? 38 miliardi annui, verso il 2030 serviranno quasi 4 miliardi di nuovi ingressi.

LA POSIZIONE DELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO

Come ricordato stamani da Euractiv, “il governo guidato da Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia/ECR), insieme ai vicepremier Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (Forza Italia/PPE), punta ad una grande riforma dell’istruzione tecnico-professionale”.

Intervistato da Federica Pascale, l’eurodeputato della Lega Paolo Borchia ha detto: “La grande sfida è di orientare, personalizzare e soprattutto di riformare: dobbiamo costruire una scuola che sia capace di capire dove deve andare il mondo della formazione e che sia capace di offrire opportunità”.

E quindi, a suo modo di vedere, va colmata la distanza tra licei e istituti tecnici, ma non solo. Infatti, aggiunge Pascale, “c’è il reclutamento degli insegnati direttamente dalle aziende e la promozione del lavoro estivo per gli studenti, così che entrino il prima possibile nel mondo del lavoro”. Insomma, scuola e lavoro devono parlarsi sempre più da vicino guardando anche alle offerte del mercato occupazionale. Altrimenti, per dirla ancora con Giovanni Brugnoli, il mismatch resterà drammatico come già è ora.

 

– Leggi anche: Che cos’è il fondo sovrano per il Made in Italy

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