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I pugni chiusi e le parole in libertà sul decreto Genova in Parlamento. I Graffi di Damato
I Graffi di Damato
Ho avuto paura che mi esplodesse il televisore insieme con la faccia della capogruppo forzista del Senato Anna Maria Bernini, troppo stretta forse nei ritocchi di mantenimento che vi si scorgono, quando ho visto e sentito la sua protesta nell’aula di Palazzo Madama contro il ministro grillino delle infrastrutture Danilo Toninelli. Che – ho poi scoperto – aveva scandalizzato la parlamentare berlusconiana per avere festeggiato dal banco del governo, sollevando in aria il pugno chiuso, la conversione definitiva in legge del decreto che continua a portare ormai arbitrariamente il nome di Genova. Esso è infatti diventato più famoso, e controverso, con l’articolo fattovi inserire dal vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, grillino pure lui, per sanare nel modo più vantaggioso possibile non solo i danni sismici ma anche gli abusi edilizi a Ischia. Che sono quasi quanto le case che vi esistono, in piedi o diroccate che siano dopo le scosse telluriche.
GENOVA-ISCHIA, NESSO ANOMALO
Il nesso anomalo fra il decreto per Genova, imposto dall’emergenza creatasi in agosto col crollo, non certamente sismico, del ponte Morandi e la sanatoria edilizia a Ischia non poteva essere rappresentato meglio dall’insospettabile Fatto Quotidiano con la vignetta di prima pagina che sostituisce il ponte crollato della capitale ligure con quello progettato per unire Genova all’isola tanto cara a Di Maio. Cara, per motivi che dubito siano soltanto romantici o paesaggistici, visto che essa appartiene al suo territorio elettorale. Un bel viadotto da Genova a Ischia sarebbe davvero imponente. Provate a pensare, con la fantasia che ha dimostrato di avere fra i suoi riccioli il ministro Toninelli, quanti ristoranti, discoteche, sale da gioco per bambini, sale cinematofragiche, negozi straordinariamente aperti anche di domenica, palestre, officine, piste ciclcabili, commissariati di polizia e altre diavolerie potrebbero sorgere sul gigantesco manufatto.
RIMPROVERI SURREALI
Anche se la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati – collega di gruppo della signora Bernini, e per qualche ora di notte, all’esordio di questa legislatura, sua concorrente al vertice di Palazzo Madama per una proposta a sorpresa fatta a Berlusconi dal leader leghista Matteo Salvini– ha ritenuto di approfondire l’esame della situazione sospendendo la seduta e poi contestando a Toninelli quel pugno alzato in segno di festa, e non di protesta, la vicenda mi è apparsa subito e mi è rimasta surreale.
Non capisco, per esempio, di cosa avesse da dolersi del decreto di Genova, e più in particolare della sua parte più controversa, quella riguardante Ischia, la capogruppo forzista del Senato dopo avere contribuito a salvarla, tra voti a favore e astensioni dei suoi collegi pubblicamente annunciati, dalla bocciatura rischiata per il dissenso di alcuni parlamentari del movimento grillino, ora sotto processo stellare e a rischio di espulsione.
Né capisco perché il ministro Toninelli o altri al suo posto, magari dimenticando qualche vicenda giudiziaria loro contestata anche di recente, non abbiano ancora ringraziato senatori di Forza Italia, campani e non, che li hanno aiutati a conseguire quella che ritengono una grande vittoria “contro le lobby”, ha detto l’ormai più imprevedibile e incontenibile esponente del governo gialloverde. Per il quale evidentemente quella degli abusi edilizi, almeno ad Ischia, non è una lobby. Dev’essere un’associazione patriottica, o benefica, da premiare, magari rimproverando al buon Dio di averli “abbandonati” alla tentazione, per usare la nuova formulazione della preghiera del Padre Nostro appena sancita in Vaticano.