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Il governo italiano dice addio a Whatsapp e Telegram? Cos’è ‘App sicura’
Il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, annuncia all’Ansa che il Governo starebbe pensando a un ‘app sicura’ nelle comunicazioni tra i ministri
Una app sicura per tutelare le comunicazioni tra i membri del Governo. C’è una riflessione in corso su questo, spiega all’Ansa il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, “visto l’attuale momento di tensione geopolitica e l’innalzamento delle minacce che attori ostili possono portare verso il blocco occidentale”. E si guarda anche al rischio rappresentato dall’installazione di social come Tik Tok sui cellulari dei dipendenti della Pa.
Frattasi è colui che, insieme all’ambasciatore Stefano Pontecorvo, finì al centro delle polemiche il mese scorso alla festa di Fratelli d’Italia a Pescara per essersi fatto immortalare con le T-shirt elettorali del partito della premier Meloni, creando un vero e proprio caso politico.
Oggi Frattasi, nel colloquio con l’Ansa, ricorda come Commissione e Parlamento europeo abbiano “disposto il divieto per i funzionari europei”, una decisione “che corrisponde all’esigenza di ridurre la superficie digitale di attacco, eliminando così una porta dalla quale malintenzionati potrebbero accedere alle altre applicazioni presenti sul dispositivo”.
LE RIFLESSIONI DEL GOVERNO SULLA ‘APP SICURA’
Il ragionamento sulla ‘app sicura’, sottolinea il direttore dell’Agenzia cyber, “tiene sempre sullo sfondo l’attuale momento di grave turbolenza mondiale che stiamo vivendo, con una ‘terza guerra mondiale a pezzi’ come l’ha definita papa Francesco, in corso e la minaccia ibrida sempre più pervasiva. In questo quadro – aggiunge – ha un senso aumentare il livello di protezione sui flussi comunicativi più delicati, più sensibili. In prima battuta, quindi, quelli che avvengono tra le autorità di governo, che riguardano la sicurezza nazionale”.
ADDIO DAI MINISTRI A WHATSAPP, TELEGRAM E SIGNAL?
Ci sarà, dunque, anche in Italia – chiede l’Ansa – come avvenuto lo scorso dicembre in Francia l’indicazione ai ministri di usare due app francesi, certificate dall’Agenzia cyber nazionale, dismettendo le app di messaggistica potenzialmente vulnerabili come WhatsApp, Signal e Telegram? Al momento c’è una fase di riflessione, fa sapere Frattasi. “Non è stata fatta – precisa – nessuna indagine esplorativa di mercato su un’eventuale app italiana, nessuna gara. Abbiamo cominciato, insieme ai colleghi del Dipartimento per la trasformazione digitale, a pensare a questo progetto ma non coinvolgendo i produttori di app: prima viene il progetto e poi la sua realizzazione”.
E un aiuto, prosegue il prefetto, potrebbe arrivare dal disegno di legge cyber appena approdato al Senato, dopo l’approvazione della Camera. Nel provvedimento, infatti, “sono previste misure di premialità per gli appalti di servizi e prodotti digitali che riguarderanno la sicurezza nazionale: ad usufruirne potranno essere le imprese italiane, ma anche quelle Ue, dei Paesi Nato e dei Paesi con cui abbiamo accordi di collaborazione”.
CHI E’ BRUNO FRATTASI, IL PREFETTO CHE NON PIACEVA ALLA LEGA
Chi è Bruno Frattasi? Ecco cosa scriveva il Sole24ore quando il prefetto venne nominato dal Cdm, un anno fa, quale nuovo direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Frattasi “è stato capo di gabinetto dell’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, prima ai tempi del Conte II, successivamente sotto l’esecutivo Draghi. Quando Matteo Piantedosi è stato nominato responsabile del Viminale, Frattasi lo ha sostituito dal 31 ottobre scorso nel ruolo di prefetto di Roma.
In questo incarico, ha messo in primo piano il contrasto alle occupazioni abusive e si è mosso per aumentare il livello di sicurezza nelle aree della capitale caratterizzate da un maggior degrado, a cominciare da quella nei pressi della stazione Termini. Nel mirino di Frattasi anche la movida “selvaggia” nel fine settimana, che ha registrato non pochi episodi di violenza. L’opzione Frattasi, sostenuta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli 007, Alfredo Mantovano, non convince la Lega, in quanto da capo di gabinetto di Lamorgese Frattasi ha “smontato” i decreti Sicurezza targati Salvini”, la chiosa dell’articolo del Sole24ore.