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Ilva, il mondo politico prova a piegare (e cacciare) la lady di ferro Morselli

Lucia Morselli

Assunta per fare repulisti, Lucia Morselli potrebbe essere a sua volta spazzata via per agevolare la creazione della nuova immagine “linda e pinta (e green)” che governo e ArcelorMittal vogliono dare all’acciaieria, così da intercettare i fondi del Next Generation Eu

La sua abilità manageriale non le ha consentito di salvare l’ex Ilva, oggi  guidata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal ma, in compenso, il suo piglio autoritario, quasi despotico, potrebbe essere riuscito nella mirabile impresa di mettere d’accordo destra e sinistra sul suo licenziamento. Ed è comunque un risultato ragguardevole. Parliamo di Lucia Morselli, 65 anni, una lady di ferro alla guida della più grande acciaieria d’Europa. Pure la più malata. E infatti nel pieno della pandemia, mentre l’attenzione di tutti, Bruxelles compresa, era rivolta al Covid, è giunto il soccorso dello Stato, rappresentato dall’ingresso nel capitale dell’Invitalia di Domenico Arcuri.

MORSELLI PRESTO IN BICI?

Ma andiamo con ordine. Perché Lucia Morselli, donna dai mille successi e dalla tempra invidiabile, che al Corriere aveva confidato che le rare volte in cui rientra a casa e il marito la vede scura in volto le dice «tranquilla, se poi va male ti regalo una bici e andiamo a fare una passeggiata», ma quella bici non l’ha mai ricevuta “perché — si schermisce — «professionalmente ho avuto una vita facile. È sempre andata bene»” è riuscita nella mirabile impresa di arrivare a tanto così da una lettera di licenziamento che potrebbe avere la firma di tutti gli azionisti dell’attuale maggioranza?

IL LICENZIAMENTO PER UN POST SU UNA FICTION

All’origine di tutto (ma sarebbe solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso) il licenziamento in tronco del dipendente del siderurgico di Taranto, Riccardo Cristello, di 45 anni, avvenuto per un post sui social. Nessuno sgarbo particolare, sostiene l’operaio, solo l’invito a vedere la fiction di Canale 5, “Svegliati amore mio”, serie tv che racconta la difficile convivenza tra un’acciaieria e l’alto tasso di malati di tumore in una città immaginaria. Per l’ArcelorMittal a guida Morselli, probabilmente più attenta ai social che ai diritti dei dipendenti, si è trattato di un post “gravemente lesivo dell’immagine e della reputazione aziendale”.

IL GIALLO DEL MESSAGGIO INCRIMINATO

Sull’esatto contenuto del post s’è creato un piccolo giallo: c’è chi sostiene che Cristello avrebbe condiviso un intervento ben più aspro (“Assassini, in nome del profitto la vita dei bambini di Taranto non conta”), ma è difficile verificare dato che il suo profilo è chiuso e impermeabile agli accessi esterni che non rientrino nella sua cerchia di amicizie. In Rete gira uno screenshot, in cui si legge anche: “non mi meraviglio che interessi forti si siano mossi per occultare l’ennesima che colpisce i bambini della nostra città”, ma per lo stesso motivo non possiamo confermare la sua autenticità. La medesima accusa è piombata su un altro dipendente, che però, profondendosi immediatamente in scuse pubbliche, ha ottenuto la concessione graziosa di mantenere il proprio posto.

LA POLITICA NON HA BISOGNO DI CATTIVA RECLAME

La Lady di ferro non vuole tornare indietro su Cristello, che non s’è pentito, ma anzi ha ottenuto il pieno appoggio dei sindacati e di Sabrina Ferilli, protagonista della fiction, pronta a pagargli i legali. E così ora Morselli è isolata: la politica che già è entrata tra mille imbarazzi nella claudicante e inquinante Ilva non ha certo bisogno di altra cattiva pubblicità. Scrive Repubblica: “Il ministro dello Sviluppo economico [il leghista Giancarlo Giorgetti ndR ] non nasconde ai suoi collaboratori l’insoddisfazione sull’attuale gestione dell’Ilva, anche se dal Mise non arrivano conferme sulle voci di pressing dello stesso Giorgetti nei confronti dei Mittal per un cambio della guardia”.

Il primo che si era mosso a favore dell’operaio era stato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ma sempre Repubblica riporta i mal di pancia in ambito forzista: ieri la deputata di Forza Italia, Vincenza Labriola, ha invitato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, a porre il veto sulla riconferma dei responsabili di ArcelorMittal: «Non si può accettare che al fianco dello Stato ci sia chi ha depauperato il siderurgico, chi ha smantellato gli impianti, chi ha ritardato i pagamenti, chi ha licenziato per un post, chi, con il suo fare, ha creato tensioni sociali di non poco conto».

LO SCREZIO TRA L’ACCIAIERIA E IL MINISTERO

In un comunicato stampa, Arcelor Mittal Italia “conferma di aver fornito al Ministro Orlando le spiegazioni richieste riguardo al licenziamento dell’operaio di Taranto”. Una dichiarazione che sembra avere irritato ulteriormente il ministro Orlando tanto che fonti del ministero del Lavoro hanno subito ribattuto facendo sapere ai media che l’invio per conoscenza della contestazione disciplinare “non rappresenta e non esaurisce la richiesta di chiarimento rivolta al management dell’azienda”. Insomma, per la politica il caso è ben lungi dal chiudersi.

Ricordiamo che l’accordo per la parziale nazionalizzazione dell’Ilva prevede un aumento di capitale di AmInvest Co. Italy Spa (la società in cui Arcelor Mittal ha già investito 1,8 miliardi di euro e che è affittuaria dei rami di azienda di Ilva in Amministrazione Straordinaria) per 400 milioni, che darà a Invitalia il 50% dei diritti di voto della società.

COME SARÀ LA ILVA MEZZA STATALE

A maggio del 2022 è programmato, poi, un secondo aumento di capitale, che sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di Arcelor Mittal. Al termine dell’operazione Invitalia sarà l’azionista di maggioranza con il 60% del capitale della società, avendo Arcelor Mittal il 40%. Lo Stato avrà il diritto di nominare tre consiglieri d’amministrazione: il primo sarà Franco Bernabè (ex timoniere di Eni e Telecom), nel duplice ruolo del presidente, mentre per le altre due poltrone i papabili sono Stefano Cao (ad uscente di Saipem) ed Ernesto Somma (head of innovation di Invitalia).

ARCELORMITTAL FARÀ L’INDIANO CON MORSELLI?

Al gruppo francoindiano spetterà la nomina dell’Ad, ma ad ArcelorMittal non conviene mettersi contro il suo nuovo socio, ovvero lo Stato, e sebbene avesse dato mandato a Morselli di attuare il lavoro che nessuno vorrebbe fare (ottimizzare, licenziare, tirare la cinghia), ormai l’immagine della manager potrebbe essere troppo lordata dalle tensioni sociali dell’ultimo periodo e ancorata all’immagine della vecchia Ilva, per mantenerla nel repulisti green che Invitalia e governo da un lato e indiani dall’altro stanno progettando, soprattutto per ottenere i fondi europei del Next Generation Eu. La Lady di ferro potrebbe così essere presto lasciata a casa. Sarebbe la sua prima sconfitta: ma per sua fortuna ha il marito che la consola. E forse potrà pure usufruire del bonus bici…

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