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Intelligenza artificiale, chi sono gli esperti in Parlamento?

Innovazione Digitale Ia

Dal Pd alla Lega passando per Azione e M5S: tutti i (pochi) parlamentari esperti di innovazione digitale e intelligenza artificiale

Lo scorso 28 marzo ha preso il via l’intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica. La finalità è sostenere i progressi tecnologici e scientifici che contribuiscono allo sviluppo economico del nostro paese. Un terreno molto delicato come abbiamo potuto vedere dallo scontro tra Garante per la privacy e OpenAI, che ha portato al momentaneo stop di ChatGPT nel nostro paese. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è un tema che, ormai, ha travalicato i confini dei laboratori informatici o degli interessi di appassionati del settore, divenendo argomento nel nostro quotidiano. Il rilascio di software di Ai sempre più raffinati mette in discussione l’organizzazione del lavoro e rischia, se non governato, di avere un effetto dirompente sul mercato del lavoro. Per essere agenti del cambiamento e non subirlo è indispensabile partire dalle competenze. Ma quali sono i parlamentari esperti di Intelligenza Artificiale e innovazione?

CHI FA PARTE DELL’INTERGRUPPO PARLAMENTARE INNOVAZIONE

Competenze in materia di innovazione tecnologica le rintracciano all’interno dell’intergruppo parlamentare per l’Innovazione che vede la presenza di esponenti di diversi partiti politici e non ha un presidente perché punta a operare basandosi su una leadership collettiva. Compongono l’intergruppo: Aurora Floridia (Asv), Anna Laura Orrico (M5S), Giulia Pastorella (Az-Iv), Lorenzo Basso (Pd), Maurizio Casasco (FI), Giulio Centemero (Lega), Federico Mollicone (FdI).

GLI ESPERTI DI INNOVAZIONE DIGITALE NEL PD: LORENZO BASSO E ANTONIO NICITA

Se proviamo a estendere lo sguardo a tutto il Parlamento di esperti in materia di innovazione digitale non ne rintracciamo poi molti. Fanno parte di questo ristretto gruppo i senatori Lorenzo Basso e Antonio Nicita del Partito Democratico. Il primo è un imprenditore del settore digitale e possiede il 10% di Mesa Srl, un’azienda che si occupa di “trasformazione digitale sulle tecnologie Microsoft” e sulle piattaforme di proprietà dell’azienda e di sviluppare e implementare “tecnologie innovative per l’automazione intelligente dei processi quali sostenibilità, risk e compliance, controllo di gestione, cyberdefence ed employee engagement”. Nel corso dell’ultima legislatura ha presentato, come primo firmatario, un ddl su “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica” e, tra le attività non legislative, è intervenuto alle Comunicazioni del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, sulle linee programmatiche del Governo in materia di innovazione tecnologica.

Antonio Nicita, invece, è un docente della Lumsa e visiting scholar al Center for Research in Regulated Industries della Rutgers Business School, Usa. I suoi ambiti di competenza sono: concorrenza, law&economics, economia delle istituzioni, teoria dell’impresa, economia digitale e media. Tanto che accanto alla carriera accademica ha svolto incarichi presso Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), la Commissione europea presso la DG Competition ed è stato membro della task force del Ministero per l’Innovazione tecnologica. Ha presentato come primo firmatario i DDL S. 199 “Disposizioni in materia di servizio pubblico radiotelevisivo”.

LE CARENZE DELLA LEGGE DI BILANCIO 2023

In un approfondimento di Agenda Digitale, Lorenzo Basso e Antonio Nicita, lamentavano che non ci fosse abbastanza spazio per i temi dell’innovazione nella legge elettorale del 2023. “La Legge di Bilancio 2023 sembra rinunciare a esprimere un qualsiasi indirizzo sulle politiche di innovazione e digitalizzazione, delegando di fatto l’intera questione al PNRR– lamentavano -. Questo approccio rappresenta però un errore che rischia di costare caro all’Italia, perché non riconosce il valore di innovazione e digitalizzazione come risposta alla stagflazione”. I due senatori rintracciano l’assenza della “revisione delle aliquote del Piano Transizione 4.0” così come di adeguate risorse per la cibersecurity, per la promozione dell’innovazione in agricoltura e delle materie STEM tra i più giovani.

GIULIA PASTORELLA: DA HP AD AZIONE

La vice presidente di Azione, Giulia Pastorella, unisce nel suo cv una formazione classica a esperienze professionali in ambiti digitali: laurea a Oxford in filosofia e lingue moderne, master a Sciences Po a Parigi e un PhD in Affari Europei presso la London School of Economics, responsabile per cinque anni delle relazioni istituzionali di HP, prima per il Regno Unito, poi a livello Europeo e infine a livello globale su aspetti legati a cybersecurity e data policy e poi Direttrice delle relazioni istituzionali con le istituzioni europee di Zoom. Di queste due aziende possiede, rispettivamente, 991 e 137 azioni.

LE CRITICHE DI PASTORELLA AL GOVERNO SUI PIANI PER L’AI

In un recente articolo per Agenda Digitale la parlamentate di Azione ha contestato la scelta del Ministro Adolfo Urso di dedicare l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale di Torino ai “comparti automotive e aerospaziale”. A questo aggiunge che “nel nostro Paese il mercato dell’intelligenza artificiale sta crescendo in modo alquanto deciso, nonostante – o forse grazie – alla poca intrusione del regolatore. Secondo dati del già citato Osservatorio Artificial Intelligence, infatti, nel 2022 il mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha toccato i 500 milioni di euro (si tratta dell’insieme della prospettiva del fatturato generato de aziende operanti nel nostro paese specializzate nell’intelligenza artificiale), registrando una crescita del 32% rispetto al 2021 (380 milioni di euro), di cui più del 73% realizzato in Italia mentre il restante 27% è rappresentato dall’export”. L’augurio della vicepresidente di Azione per i prossimi anni è che “il Governo riesca a impostare, seguendo le ottime indicazioni contenute nella strategia per l’intelligenza artificiale italiana, una solida governance oltre che un sistema di accompagnamento e incentivi alle aziende che volessero utilizzare o sviluppare una tecnologia che non è più oramai un sogno futuro ma una realtà presente”.

LE ESPERTE DI INNOVAZIONE E DIGITALE DEL M5S: ALESSANDRA TODDE E CHIARA APPENDINO

Il Movimento 5 stelle è stata la prima formazione politica a puntare sul digitale. Questo dovrebbe essere garanzia per la presenza in Parlamento di numerosi esperti in materia tecnologica e digitale. Non è proprio così anche perché la regola dei due mandati impone un turnover anche delle competenze. Tra i pentastellati due degli esperti in materia di innovazione tecnologia e digitale sono Alessandra Todde e l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino. La prima è stata viceministro dello sviluppo economico nel corso del Governo Conte II e fondatrice e Ceo di Energeya, azienda acquisita da  FIS Global,  una fintech con clienti nei settori: Financial Institutions, Securities & Investments, Insurance, Merchants, Enterprise, Technology, Retail e Restaurants. Della stessa azienda è stata Senior Advisor Energy Markets, oltre che Sales Director South & Eastern Europe in Sungard, Client Relationship Manager Sud Europa in Nexant e amministratrice delegata di Olidata dal luglio 2018 all’aprile 2019. Chiara Appendino, attuale Vicepresidente della Federazione Italiana Tennis, da sindaco di Torino, dopo il polo nazionale per l’intelligenza artificiale (I3A) ha promosso la fondazione di un nuovo polo tecnologico per PMI e startup al fine di sviluppare e testare prodotti e servizi.

INNOVAZIONE DIGITALE NEL CENTRO DESTRA: CENTEMERO E MOLLICONE

Volgendo lo sguardo verso la maggioranza il numero di parlamentari non è confortante. Di questo ristretto gruppo fanno parte Federico Mollicone, deputato responsabile innovazione e cultura di Fratelli d’Italia, e Giulio Centemero, della Lega. Quest’ultimo possiede il 10% della DT CONSULT,  società che si occupa dell’internazionalizzazione delle aziende, e 5700 azioni di “I love panzerotti”, una catena di ristoranti italiani negli USA. Centemero è primo firmatario della proposta di legge 107 su “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti”. L’on. Mollicone, è stato tra i primi a parlare di sovranità digitale.  “Dalle materie prime alle competenze, il sistema da strutturare per favorire un sano processo di transizione digitale è quello della sovranità digitale europea – ha detto Mollicone nell’ambito del format di The Watcher Post -. E l’Italia può contribuire: basti pensare che sul nostro territorio sono stati trovati importanti giacimenti di litio. Non solo, il sistema Europa deve investire sulla disponibilità di. semiconduttori e competenze per l’intelligenza artificiale”.

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