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ISTAT: a rischio 45% imprese. Landini: blocco licenziamenti a ottobre
Le imprese italiane sempre meno solide per colpa della crisi pandemica, lo certifica l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT): «solo l’11% risulta solido»
Secondo la “mappa della solidità” delle imprese redatta dall’Istat, per colpa del Covid-19 le realtà italiane sono sempre più fragili ed esposte al rischio insolvenza.
I NUMERI DI ISTAT DELL’ANEMIA DELLE IMPRESE
Il report infatti indica che «circa il 45% di esse è strutturalmente a rischio: esposte a una crisi esogena, subirebbero conseguenze tali da metterne a repentaglio l’operatività». Queste imprese sono “numerose” nei settori a basso contenuto tecnologico e di conoscenza. All’opposto, «solo l’11% risulta solido, ma spiega quasi la metà dell’occupazione e oltre due terzi del valore aggiunto complessivi».
È quanto emerge dal Rapporto 2021 sulla competitività dei settori produttivi presentato questa mattina dall’Istat. Le variazioni anomale del 2020 – viene spiegato – riflettono le violente oscillazioni dell’export e del fatturato settoriali, dovute alle misure di contenimento della pandemia di Covid-19 introdotte in Italia e all’estero.
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Sul piano internazionale, gli analisti rilevano come “con l’eccezione della Cina, che nel secondo semestre ha pienamente recuperato i livelli di attività precedenti la pandemia (registrando una crescita pari al +2,3 per cento su base annua), tutte le principali economie mondiali sono state interessate da una fase recessiva, relativamente meno intensa negli Stati Uniti (-3,5 per cento) rispetto ai paesi europei (con cadute comprese tra il -11 per cento della Spagna e il -4,9 per cento della Germania). La crisi ha avuto un impatto immediato e dirompente anche sui flussi di commercio estero, con flessioni significative in media d’anno sia dell’import sia dell’export”.
LANDINI: BLOCCO LICENZIAMENTI A OTTOBRE PER TUTTI
Intanto, sul fronte dei sindacati, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è tornato a chiedere «che ci sia un intervento sul blocco dei licenziamenti: è necessario avere una data unica» e quindi «portare dal 30 giugno al 31 ottobre» lo stop per tutti. «È importante, siamo ancora dentro l’emergenza». «Contemporaneamente è aperto il confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Avere questo periodo che evita di aprire strada ai licenziamenti credo sia un tema importante», ha rimarcato Landini.