Fari accesi sul neo ministro Giuli e incontri off limits per la stampa alla riunione…
Istat, nomi e tempi del post Blangiardo
Con Blangiardo out, in pole come successore Francesco Maria Chelli, attuale presidente facente funzioni dell’Istat. C’è il nodo dei tempi e della scadenza del cda
Con i grandi istituti nazionali pubblici, centrali nelle politiche socio-economiche e sanitarie del Paese, la maggioranza di centrodestra sembra non avere un buon rapporto. All’Inps e all’Inail, ad esempio, dopo mesi si è arrivati a fatica a nominare i presidenti e i consigli di amministrazione, con lo ‘scontro’ che si è spostato adesso su chi sarà chiamato nel ruolo di direttore generale.
All’Aifa, l’Agenzia del farmaco, dopo più di un anno dall’avvio della riforma della governance e varie proroghe delle relative commissioni ormai scadute, era stato confermato come presidente per un anno, a titolo gratuito, il prof. Giorgio Palù. Il quale, però, dopo due settimane ha sbattuto la porta, accusando il ministro Schillaci di mancanza di dialogo e condivisione degli obiettivi. Il risultato è che ancora adesso l’Aifa continua a rimanere senza una vera guida, dopo che tra l’altro è stata abolita anche la figura del direttore generale.
ALL’ISTAT FINISCE L’EPOCA BLANGIARDO
Passiamo all’Istat. Per un anno la maggioranza, nel caso specifico la Lega, si è incaponita sul nome del demografo Gian Carlo Blangiardo, pronto a succedere a sé stesso alla presidenza dell’Istituto nazionale di statistica, che ha guidato dal febbraio 2019 al 22 marzo 2023. Un nome costantemente respinto dalle opposizioni e al centro del muro contro muro all’interno dello stesso centrodestra. Così, di fronte all’impossibilità del candidato di ottenere il parere favorevole delle commissioni parlamentari, che in questo caso richiede una maggioranza qualificata, il governo ha deciso di alzare bandiera bianca, comunicando di ritirare la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di confermare Blangiardo alla presidenza dell’Istat.
“In fondo ho un’età, va bene anche cambiare” ha detto l’ormai ex presidente dell’Istituto a Repubblica. “Io credo – ha aggiunto – di aver svolto il mio lavoro di presidente dell’Istat in modo super partes, anche se rivendico di poter esprimere le mie posizioni su certi temi come privato cittadino. E ci sono argomenti che non sono né di destra né di sinistra: possiamo forse dire che il dramma della natalità riguardi una parte o l’altra? Riguarda il futuro dell’Italia”.
COSA SUCCEDE ADESSO?
Con Blangiardo out cosa succede adesso? Bisogna stare attenti alle date e alle varie scadenze. Intanto il contesto. Da dieci mesi, dal 15 maggio 2023, il presidente facente funzioni dell’Istat, in quanto componente anziano del Consiglio dell’Istituto, è Francesco Maria Chelli, 64 anni, ordinario di Statistica economica al Politecnico delle Marche. Inoltre, dal 22 febbraio sul sito dell’Istat è già presente l’«avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la individuazione del presidente dell’istituto», che taglia fuori lo stesso Blangiardo, in pensione dal 2019 e dunque professore emerito, non più ordinario.
L’ITER E IL PROBLEMA DEI TERMINI DEL BANDO E DELLA SCADENZA CDA
Per risolvere il rebus resta ora meno di una settimana: l’avviso pubblico lanciato lo scorso 22 febbraio dal ministero della Pubblica Amministrazione scade il 23 marzo. Chiusa la gara, il ministro Paolo Zangrillo valuterà le candidature, attraverso un’apposita commissione, con il nome finale da sottoporre al Cdm e poi, per il previsto parere, alle commissioni parlamentari competenti. Ricevuto l’ok, ci sarà infine la deliberazione definitiva del Consiglio dei ministri e il decreto di nomina del presidente della Repubblica.
“Nel frattempo, però, – come scrive Milano Finanza – c’è un piccolo ma non trascurabile problema: a fine aprile decade anche il cda, che va nominato per metà dal presidente. Ma il presidente, per quella data, non ci sarà ancora”. Il Consiglio è un organo fondamentale nella vita dell’Istituto perché approva tutti i documenti programmatici e il piano di attività e potrebbe anche essere prorogato fino a giugno
CHELLI IN POLE PER LA ‘CONFERMA’ NEL RUOLO DI PRESIDENTE
Occhi puntati quindi sulla rosa di candidati alla presidenza. In pole ci sarebbe lo stesso prof. Chelli, cattolico di destra, vicino allo stesso Blangiardo. Ecco cosa scrive il Corriere della Sera: “Chelli, figura tecnica, ha saputo guadagnarsi in questi 12 mesi un consenso trasversale nelle forze politiche, oltre che nell’istituto, dove è stato direttore del Dipartimento per la produzione Statistica dal 2021 al 2022”.