Da giorni vari retroscena si concentrano sui rumors relativi al progetto politico che ruoterebbe intorno…
La logistica ha le gomme a terra? Intervista a Ferrajoli, Federauto Trucks
A Policy Maker, Gianandrea Ferrajoli, numero 1 di Federauto Trucks: “Il parco veicoli non si rigenera solo con gli incentivi, resta obsoleto e continua a inquinare e a minacciare la sicurezza delle strade”
Anche il settore dei veicoli commerciali e industriali è stato seriamente danneggiato dalla pandemia e, aspetto non secondario, si è visto escludere dal PNRR. Abbiamo intervistato il presidente di Federauto Trucks, Gianandrea Ferrajoli, per comprendere le istanze che il comparto indirizza all’esecutivo. Le urgenze sono tante: “La situazione che presenta l’Italia, – ha detto a Policy Maker – con un parco datato 14 anni, è ormai unica nella Comunità Europea”. Mentre sulle risorse del Recovery Fund destinate quasi esclusivamente alle ferrovie, il principale esponente di Federauto Trucks ha commentato: “I vari segmenti non sono in competizione, anzi, solo con una integrazione sinergica saremo in grado di rinnovare il settore e stimolare una crescita con ricadute positive sull’intera economia del Paese”.
L’intervista al numero uno di Federauto Trucks
Policy Maker: Nel sostegni bis non hanno trovato posto gli incentivi per la rottamazione di macchine inquinanti a favore di nuovi modelli maggiormente sostenibili. Ce ne stiamo forse dimenticando? E cosa fanno gli altri Paesi europei?
Gianandrea Ferrajoli: Guardando alla condotta di Francia e Germania, dove il parco circolante ha un’età media rispettivamente di 9 e 8 anni, risulta evidente che la cosiddetta “transizione ecologica” era già stata posta al centro dell’agenda dei due Paesi ormai da qualche anno…
PM: Alla luce di questi dati, qual è la situazione del parco auto e camion italiano? È particolarmente vecchio e inquinante?
GF: La situazione che presenta l’Italia, con un parco datato 14 anni, è ormai unica nella Comunità Europea. Abbiamo solo il 16% di veicoli Euro 6 e un altrettanto 16% di veicoli Euro 0, Euro 1, Euro 2. Tutto il resto dei truck circolanti, appartenente alle categore Euro 3, Euro 4 ed Euro 5, nella maggior parte dei casi presenta un’anzianità che va oltre i 10 anni.
PM: E gli incentivi servono a sostituire progressivamente i veicoli più vetusti?
GF: Una delle principali criticità, che come Federauto presenteremo a luglio insieme ad Anfia e Unrae, è che gli incentivi, destinati a chi acquista un veicolo industriale nuovo, vengono nella gran parte dei casi usufruiti da aziende strutturate che sostituiscono veicoli Euro 6 (di 3-4 anni in media) con altri veicoli Euro 6 più nuovi, lasciando i vicoli euro 0,1,2,3,4 in circolazione. Dunque il parco non si rigenera, restando obsoleto e continuando a inquinare e a minacciare la sicurezza delle strade.
PM: Qual è la situazione del comparto dopo oltre un anno di pandemia?
GF: Anche nei mesi più aspri della crisi sanitaria, quelli in cui abbiamo sperimentato un severo confinamento, la logistica è stata in prima linea per garantire un approvvigionamento costante alla popolazione. Si può dire che la filiera non si sia mai fermata, confermando una verità spesso dimenticata: ossia il settore è nevralgico per l’economia del Paese. La pandemia ha agito da spartiacque: le aziende che avevano già avviato investimenti su digitale e nuove tecnologie hanno consolidato un vantaggio competitivo irreversibile rispetto agli altri che sono naturalmente rimasti indietro.
PM: Il comparto della logistica beneficia del boom dell’e-commerce e del proliferare delle consegne a domicilio? In quale percentuale?
GF: Il boom dell’e-commerce ha cambiato le logiche di molte aziende nel settore dei trasporti. L’ultimo miglio, fino all’ultimo centimetro, è esploso. Basti pensare che le spedizioni legate agli acquisti online sono aumentate del 103% durante il lockdown e del 68,5% nel post lockdown. Si tratta di una tendenza che non passerà velocemente.
PM: Ci sono stati cambiamenti rilevanti nei modelli di business che vale la pena sottolineare?
GF: In questa cornice, è molto interessante osservare come il settore della logistica stia virando da un modello tipicamente b2b, a una dimensione b2b2c. La crescita esponenziale di molte startup americane, come Doordash e Uber Eats, è un chiaro segnale che a breve tutto il perimetro delle consegne verrà completamente ridisegnato in chiave green & smart.
PMI: Il PNRR destina molte risorse alle ferrovie, lasciando in ombra il trasporto su gomma. Come giudicate questa decisione? Quali modifiche vorreste?
GF: Dobbiamo superare l’approccio frammentato e ragionare sempre più in ottica intermodale. I vari segmenti non sono in competizione, anzi, solo con una integrazione sinergica saremo in grado di rinnovare il settore e stimolare una crescita con ricadute positive sull’intera economia del Paese.