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La RAI paralizzata dallo sciopero e sui collaboratori esterni Laganà scrive all’Ad

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Secondo il consigliere RAI Laganà “Il tema autori esterni e collaboratori esterni nei programmi di rete è stato affrontato senza significativi risultati durante la scorsa consiliatura”

Come Policy Maker ha avuto modo di anticipare, la RAI di matrice draghiana guidata da Carlo Fuortes promette di essere maniacalmente attenta alle spese, con tagli agli incarichi apicali per evitare stipendi stellari e, soprattutto, dotata di una catena di comando molto corta per ridurre le possibilità, per la politica, di dire la sua. Intanto, il debutto della programmazione autunnale subisce i contraccolpi della maxi agitazione dei lavoratori della Tv di Stato indetta dal 23 agosto al 14 settembre, che ha fatto slittare, tra gli altri, la prima puntata di stagione di UnoMattina. E tra i problemi sul tavolo del CdA, c’è appunto quello dei collaboratori esterni cui la RAI si appoggia per le sue trasmissioni.

Secondo quanto scrive il consigliere Riccardo Laganà sui suoi social “occorre valutare compiutamente il tema valorizzazione risorse interne, gestione del personale, primi utilizzi, distribuzione del lavoro, eventuali abusi di utilizzo di costosi contratti di collaborazione, esclusiva, conflitti di interessi, corretta gestione e distribuzione del lavoro nelle redazioni e area editoriale in genere”.

E dato che, aggiunge Laganà, “Il tema autori esterni e collaboratori esterni nei programmi di rete è stato affrontato senza significativi risultati durante la scorsa consiliatura”, il membro del CdA RAI ha inviato questa mail al nuovo amministratore delegato.

Gentile Amministratore Delegato,
faccio riferimento al tema dell’utilizzo dei collaboratori esterni in alcuni programmi quotidiani.
In particolare mi riferisco alla nuova stagione produttiva di Uno Mattina autunno/inverno prossimamente in onda su Rai Uno.
Parlando con diversi colleghi e secondo alcune informazioni in mio possesso, risulterebbero in forza al programma 22 autori di cui 10 esterni e tra questi ben 5 capo autore. I rimanenti sono colleghi stabilizzati con il cd “giusto contratto”, dunque in organico RAI, e comunque nessuno di essi risulta avere la funzione di capo autore con evidente squilibrio e penalizzazione delle risorse interne.
Risultano altresì 12 collaboratori ai testi, 9 di questi contratti di lavoro autonomo e 7 registi/filmaker anche essi inquadrati come collaboratori esterni.
Premetto che non si tratta di chiudere totalmente al mercato esterno, in alcuni casi portatore di valore aggiunto, si tratta di valutare se e come distribuire meglio il lavoro e ottimizzare il modello produttivo, anche alla luce della crisi dei conti RAI, nonché dare le giuste opportunità a quelle lavoratrici e lavoratori di solito destinati alla panchina della produzione multimediale.
Di questo tema e dell’alto numero dei collaboratori esterni, in programmi come quello in oggetto, se ne discusse durante la precedente consiliatura in occasione di un comitato consultivo, composto da tre consiglieri e il Presidente Foa, intitolato “Sviluppo e valorizzazione del prodotto radiotelevisivo” conclusosi nel maggio 2019 e del quale vorrei evidenziare uno stralcio delle conclusioni consegnate al precedente AD Salini:
”All’esito dell’esame, il Comitato segnala il rilevante valore aggiunto costituito dalla produzione interna, sia in termini di stimolo alla creatività aziendale, sia in relazione all’efficacia della supervisione editoriale, nonché in considerazione della maggiore economicità che la stessa presenta rispetto all’appalto.
In tale ambito, si raccomanda l’utilizzo preferenziale di figure editoriali, scenografi e registi interni all’Azienda, limitando il ricorso alle professionalità esterne ai soli casi di produzioni di particolare rilievo per le quali si voglia disporre di professionalità specifiche presenti sul mercato. Al riguardo, viene rappresentata la necessità di concludere quanto prima il progetto aziendale di mappatura delle competenze, specie con riferimento all’area editoriale e produttiva, con la finalità di conoscere e valorizzare il personale interno, creando specifici percorsi di crescita.
Il Comitato segnala altresì l’opportunità di porre attenzione alle squadre autoriali, nella considerazione che gli autori vengono a volte contrattualizzati in numero eccessivo e con modalità che spesso non favoriscono avvicendamenti in grado di generare processi di innovazione. (…)
La necessità di rinnovamento è avvertita soprattutto per quanto riguarda Uno mattina, la cui impostazione appare datata e bisognosa di un restyling comunque rispettoso della tradizione e delle aspettative del pubblico di riferimento.
Con riferimento alle figure registiche, il Comitato rileva l’opportunità che la gestione delle stesse sia affidata ad un unico presidio aziendale, superando l’attuale ripartizione fra Reti e Produzione, al fine di consentire una migliore visibilità delle specifiche competenze maturate e delle aree di specializzazione (es. sport, riprese in esterno, intrattenimento ecc.), con l’obiettivo di valorizzare le risorse interne e contenere il ricorso agli appalti esterni, motivati da infungibilità.
L’esigenza di migliorare l’efficacia dei processi suggerisce altresì l’opportunità di istituire una figura di riferimento a presidio degli stessi sia in ambito amministrativo a supporto dell’editoriale, sia in ambito produttivo (line producer).”
Tanto premesso, chiedo cortesemente di verificare il rispetto della procedura di affidamento degli incarichi di lavoro autonomo (AD/0007546) del 27 gennaio 2021 a tutt’oggi ancora in vigore.
C’è da aggiungere che una eventuale riduzione dei collaboratori esterni nel programma in oggetto ed una conseguente ridistribuzione – in accordo con la Direzione di Rete insieme al validissimo e molto competente Capostruttura dott. Stefano Rizzelli- del carico di lavoro verso le risorse interne attualmente disponibili, troverebbe ampio riscontro nel quadro più generale delle azioni mirate al contenimento dei costi, della valorizzazione del personale prevista dal Contratto di Servizio, nel CCNL, nel Piano Trasparenza e Prevenzione della Corruzione e non ultimo nella relazione sulla gestione RAI 2019 della Corte dei Conti.
Caro Amministratore Delegato, sono consapevole del momento complicato e dei numerosi impegni, specie in questi primi mesi di lavoro nel CdA RAI, ma dal mio punto di vista e con ragionevole certezza, un eventuale intervento su un tema così spinoso e sentito sarebbe un grande segnale di discontinuità, attenzione e fiducia verso tutte le colleghe e colleghi RAI.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti o integrazioni.
Un caro saluto.
RL

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