skip to Main Content

Le continue baruffe sulla Gregoretti

Gregoretti

Mentre Di Maio e quasi tutti gli altri grillini si sono già schierati per il processo a Salvini per la Gregoretti, Conte è più prudente… I Graffi di Damato

Nanni Moretti ai tempi delle contestazioni che muoveva ai vari Massimo D’Alema e Walter Veltroni, accusandoli che mai avrebbero riportato il loro partito a vincere governando come avevano fatto sino ad allora, avrebbe probabilmente definito “una cosa di sinistra” l’incursione natalizia del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella tormentatissima Taranto: la città pugliese sotto molti aspetti emblematica della crisi industriale e politica del Paese. Dove il capo del governo ha avuto anche la prontezza di spirito di contestare la “passerella” rimproveratagli dagli immancabili critici che inseguivano fotografi e operatori televisivi contestando a sua volta le proteste, perché nessuno li aveva invitati o sollecitati a quel suo presunto spettacolo opportunistico, propedeutico al tentativo di salvataggio dell’ex Ilva e di un  decreto legge in arrivo col nome di “cantiere Taranto”.

LO SCONTRO SULLA VICENDA GREGORETTI

Beh, il professore sta migliorando le sue prestazioni comunicative, bisogna riconoscerlo. Un’altra prova si è avuta con la frenata compiuta sulla strada dello scontro ad ogni costo col suo ex ministro dell’Interno Matteo Salvini indicata e cercata da Luigi Di Maio ed altri grillini a proposito della vicenda Gregoretti: la nave della Guardia Costiera bloccata per tre notti a fine luglio nel porto di Augusta con più di 100 migranti, regolarmente soccorsi ma in attesa di distribuzione fra più paesi dell’Unione Europea.

Nonostante l’archiviazione proposta dalla Procura di Catania, Salvini rischia il processo per sequestro di persona, di cui è stata chiesta l’autorizzazione dal cosiddetto tribunale dei ministri etneo al Senato, che la negò per un’analoga vicenda occorsa con la nave Diciotti, anch’essa della Guardia Costiera, riconoscendo a Salvini di essersi mosso allora nell’interesse superiore dello Stato.

Ebbene, mentre Di Maio e quasi tutti gli altri grillini si sono già schierati per il processo sostenendo che l’allora ministro leghista dell’Interno per la Gregoretti agì da solo, senza le coperture precedenti del governo, Conte ha più prudentemente dichiarato al Messaggero di ieri: “Mi  pronuncerò a tempo debito, consulterò le carte e poi parlerò”, probabilmente alla giunta delle immunità del Senato che ha in esame la pratica. “Per ora — ha precisato il presidente del Consiglio — si è espressa la segreteria generale di Palazzo Chigi, che ha dato atto che non è stato un tema mai dibattuto nel Consiglio dei Ministri”. Ma della vicenda Conte e gli altri esponenti di governo  non potevano essere certamente  all’oscuro, essendo rimasta abbastanza su tutte le prime pagine dei giornali.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top