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Nelle etichette del vino nessun riferimento al cancro. Perché quella a Bruxelles è una vittoria italiana

Etichette Vino

Le etichette sulle bottiglie non conterranno avvisi minacciosi e foto spaventose: Coldiretti sostiene che sia stata sventata la “demonizzazione” del vino, un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone. Non sono passati nemmeno gli emendamenti peggiorativi che volevano equiparare il tabacco riscaldato, un prodotto innovativo, al tabacco combusto

C’è differenza tra un bicchiere di vino e un pacchetto di sigarette. In sostanza è quanto ha ufficializzato l’Europarlamento con un voto molto importante per l’Italia, che si è battuta in tutte le sedi perché non passasse questo messaggio. «C’è differenza tra consumo nocivo e consumo moderato di bevande alcoliche, e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro».

Passa l’emendamento, sostenuto dal nostro Paese e pure dalla Francia, i principali produttori di vino del Vecchio continente, al Piano di azione anticancro approvato martedì 15 febbraio dall’Europarlamento che, nella formula originale, avrebbe altrimenti inserito sulle etichette dei prodotti avvisi e immagini simili a quelli apposti sui pacchetti di sigarette e, più in generale, su tutti i prodotti relativi al tabacco. La sostituzione del riferimento alle avvertenze sanitarie in etichetta con l’invito a fornire informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol è passata con 392 voti contro 251.

L’ITALIA E LA FRANCIA SALVANO LE ETICHETTE DEL VINO

Passano dunque in aula gli emendamenti depositati dagli eurodeputati della “maggioranza Ursula” Paolo De Castro (Pd, S&D), Herbert Dorfmann (Svp, Ppe) e Iréne Tolleret (Renaissance, Renew) con 381 voti contro 276, e 386 voti contro 270. Dal testo finale è stato cancellato anche il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta, e introdotto l’invito a migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche con l’inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol.

È stata approvata anche una formulazione meno rigida in merito al divieto di sponsorizzazione di prodotti vinicoli negli eventi sportivi, mentre è stato bocciato l’emendamento che modificava il riferimento al ricorso alla tassazione tra le opzioni per scoraggiare il consumo di bevande alcoliche.

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Esulta Coldiretti: “E’ stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del “Cancer plan” proposto dalla Commissione Europea” come richiesto, insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, nella lettera scritta al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici.

Sulla medesima linea Federvini: “Esprimo soddisfazione che gli emendamenti a sostegno dell argomentazione che vada combattuto l’abuso e non consumo puro e semplce di alcol siano passati – ha commentato Micaela Pallini, Presidente di Federvini – , siamo contenti che il Parlamento abbia capito che non era il caso di usare una linea troppo spinta. Il programma Ue si rivolge a stili di vita non sani che hanno ripercussioni sulla slaute, come cancro e altre malattie. Chiaramente dobbiamo educare le persone a consumare in modo intelligente l’alcol e a capire cosa stanno consumando. La moderazione è importante, ma noi come Paese del Sud dell’Europa usiamo da decenni la dieta mediterranea come base della nostra alimentazione, e siamo tra i Paesi più sani del mondo”.

IL VINO IN NUMERI

L’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con le bottiglie Made in Italy che – sottolinea la Coldiretti – sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia – conclude – si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.

COS’È IL CANCER PLAN

L’iniziativa contestata da Francia e Italia rientrava nel piano strategico contro il cancro, condiviso da tutti gli Stati Membri che ha come scopo migliorare la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la qualità di vita di pazienti ed ex pazienti. Il piano può contare su un fondo comunitario da 4 miliardi di euro e attingere da altri fondi: dall’EU4Health ai programmi Horizon Europe e Digital Europe, passando per i Recovery Plan dei singoli Stati. Le linee guida che sono state votate la scorsa serata all’Europarlamento in sessione plenaria sono state scritte dalla Special Committee on Beating Cancer (Beca). Toccherà poi alla Commissione europea emanare le direttive regolatorie che, una volta approvate dal Parlamento, vincoleranno gli Stati Membri.

TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO ANCHE IL MONDO DEL TABACCO RISCALDATO

Ma la battaglia è duplice e si sta giocando anche nel campo del tabacco riscaldato. “Sicuramente, rispetto al testo iniziale che era molto duro nei confronti degli alcolici e del tabacco e nonostante alcune posizioni molto ‘talebane’, abbiamo ottenuto qualche risultato sui prodotti alternativi al fumo tradizionale e questo è positivo per l’Italia, che insieme al Giappone, è uno dei paesi più impegnati in quella filiera”, ha commentato all’Adnkronos Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia e relatore ombra per il gruppo Ecr in commissione Beca dell’Europarlamento. “Si è riconosciuto che il tabacco riscaldato e il vaping rappresentano un’alternativa al fumo tradizionale e questo ci permetterà di continuare su questa strada”.

“Resta la questione – ha proseguito l’europarlamentare – che riguarda le accise e la tassazione. C’è una spinta a aumentare la tassazione e i prezzi minimi sia per quanto riguarda gli alcolici e il tabacco il che rappresenta un po’ un controsenso visto che questo potrebbe contribuire ad aumentare comportamenti illeciti. L’Ue su questo tema comunque non ha l’autorità per imporre politiche fiscali agli stati membri”, ha concluso Fiocchi.

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