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Lobbisti pro-Qatar, perché il vero obiettivo di Alp Services sono i Fratelli Musulmani

L’agenzia con sede a Ginevra, in Svizzera, è la vera protagonista della questione lobbying del Golfo. L’articolo di Der Spiegel e il punto sull’Italia

Continua l’estate calda delle relazioni più o meno nascoste tra i Paesi del Golfo e il Vecchio Continente. Ovvero, sul lobbying pro-Qatar e sul vero obiettivo di Alp Services: i Fratelli Musulmani.

Tutti i dettagli.

LOBBYING PRO QATAR: OBIETTIVO FRATELLI MUSULMANI

La vicenda è quella ormai ben nota dei presunti legami lobbistici tra Qatar e Europa all’interno della lotta per la prevalenza tra le monarchie del Golfo. L’attore manovriero di tutto è l’agenzia di spionaggio svizzera Alp Services, che si intreccia anche con l’ormai dimenticato (forse) Qatargate scoppiato tra i palazzi di Bruxelles a fine 2022. Ne hanno scritto in tanti e la questione è calda quanto le temperature di queste settimane, perciò ne sentiremo ancora parlare. E ne ha scritto di recente anche il Der Spiegel nel numero 28/2023 dell’8 luglio.

Come racconta il settimanale tedesco, “Alp Services concentra gran parte della sua attenzione sui Fratelli Musulmani”, il movimento dell’Islam politico nato in Egitto nel 1928 e votato alla creazione di uno stato musulmano. Il legame con il Qatar è semplice: questa monarchia “sostiene e offre rifugio ai membri dei Fratelli Musulmani da paesi come Siria, Egitto e Yemen, oltre a concedere loro tempo di trasmissione sull’impero mediatico Al Jazeera con sede in Qatar e proiettare l’influenza del paese nella regione”, dettaglia lo Spiegel.

Il primo caso è quello di Hazim Nada, che nel 2018 è stato identificato dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Alp Services. Commerciante di petrolio prima, oggi a capo di Aehra con cui vuole entrare in Tesla, è stato l’obiettivo di questa rete di spionaggio per via dell’appartenenza del padre ai Fratelli Musulmani, anche se lui si è sempre detto estraneo alla politica e non fa parte della confraternita.

NON SOLO FRATELLI MUSULMANI

In relazione ai Fratelli Musulmani (e alla Germania, ecco perché ne scrive lo Spiegel) c’è anche il caso della Ong Islamic Relief Worldwide “fondata a Birmingham nel 1984” e “designata come organizzazione terroristica negli Emirati Arabi Uniti”. La stessa Germania, ma non solo in Europa, hanno assistito finanziariamente questa organizzazione. Anche qui la Alp Services ha assistito.

“La Germania – racconta il settimanale – è un importante paese bersaglio per gli Emirati Arabi Uniti. È, dopo tutto, sede di milioni di musulmani. Gli svizzeri sono anche pienamente consapevoli della sensibilità tedesca quando si tratta di denunce pubbliche di minoranze religiose”.

E i legami con i Fratelli Musulmani raccontati dallo Spiegel coinvolgono anche un’altra organizzazione, Islamic Relief Deutschland (IRD), e un politico della Cdu: Christoph de Vries.

Il governo tedesco nel 2019 fornì 2,5 milioni di euro alla IRW, dal 2020 ogni finanziamento è stato sospeso. Ma anche nella Repubblica federale il peso di Alp Services continua in termini di pressione, non tanto a vantaggio dell’indipendenza europea bensì dell’Arabia Saudita. Un’altra monarchia del Golfo.

COS’E’ E COSA FA LA ALP SERVICES

Come raccontato su Policy Maker il mese scorso, digitando Alp Services su internet, il primo rimando è ovviamente al sito ufficiale dell’agenzia. Ma il portale è al momento piuttosto scarno, poiché in fase di aggiornamento: “Nuovo sito in costruzione, disponibile a breve”.

I riferimenti di contatto, però, ci sono tutti. Alla voce chi siamo si legge: “offriamo servizi di consulenza approfondita, politica, aziendale e di comunicazione su misura per le esigenze dei nostri clienti”. E proprio tra questi ci sono, secondo l’inchiesta, gli Emirati Arabi Uniti, a cui è stata recapitata una lista di nomi di politici e funzionari europei, imputati di favorire i rapporti con Doha, con il Qatar.

“La nostra posizione a Ginevra, un centro per la diplomazia, governato dal principio della neutralità, garantisce la nostra indipendenza dalle agende politiche”, si legge nella pagina di presentazione dell’agenzia. “La nostra rete globale, costruita in tre decenni, ci collega a paesi vicini e lontani, fornendoci l’accesso a informazioni e contatti inestimabili”.

Strateghi, analisti e comunicatori. Così si definiscono in Alp Services. Trent’anni e più di esperienza, oltre 80 Paesi coperti, valori: discrezione, trasparenza e disponibilità.

ANCHE L’ITALIA COINVOLTA NEL LOBBYING CON IL GOLFO

C’è anche l’Italia nel calderone dei lobbisti coinvolti in questa vicenda. Qualche giorno fa raccontavamo su questo giornale di come “ad oggi conosciamo pochissimi nomi che in Italia lavorano, dichiarandolo, per i paesi del Golfo”. C’è Matteo Renzi, anzitutto: il senatore e leader di Italia Viva è spesso impegnato in conferenze a casa del principe saudita Mohamed Bin Salman.

Per il resto, c’è molto poco di “aperto” sui profili interessati da accordi o amicizie con le ambasciate dei Paesi del Golfo. E, ad oggi – notavamo sempre su Policy Maker a fine luglio –  non esiste un registro della trasparenza, come in sede europea, che attesti chi sono gli italiani (agenzie di lobby o singoli) che lavorano per uno Stato come Arabia Saudita, Qatar o Emirati Arabi. Ma la materia c’è e pian piano uscirà fuori altro di croccante.

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