Il ministro Giuli ha nominato Francesco Spano vicecapo di gabinetto al Mic. Insorgono i cattolici…
Marattin lascia Renzi e parte la slavina al Centro, in attesa di Costa, Gelmini e Carfagna
Italia Viva perde una pedina importante, l’addio di Marattin potrebbe essere l’inizio di un rimescolamento all’interno delle forze centriste
Il dado è tratto. Luigi Marattin ha detto addio a Matteo Renzi e a Italia Viva, confermando in una conferenza stampa quello che era già nell’aria da tempo. Lascia Iv insieme a 4 dirigenti territoriali di Italia Viva, Emanuele Cristelli (Friuli Venezia Giulia), Valeria Pernice (Verona), Giorgia Bellucci (Rimini) e Alessandro Pezzini (Lodi). In una recente intervista aveva anche precisato che la sua non è una battaglia personale, anzi. “Non sono da solo. Circa 300 dirigenti territoriali di Iv e 100 ragazzi delle nostre scuole di formazione hanno firmato documenti di piena contrarietà. E poi ci sono tantissimi iscritti”.
MARATTIN: “CON NOI CENTINAIA DI DIRIGENTI TERRITORIALI”
Concetti ribaditi anche oggi: “Le uscite da Italia viva sono già iniziate nei giorni scorsi, un paio di centinaia di persone sono con noi, cento dirigenti territoriali e altri arriveranno. Per molti di noi questa non è solo la fine di un percorso durato 5 anni, per me 15 anni, ringrazio Matteo Renzi per avermi concesso l’opportunità di avere il grande onore di lavorare prima a palazzo Chigi e poi in Parlamento”, ha aggiunto.
“NO ALLA SCELTA DEL CAMPO LARGO”
Perché Marattin ha deciso di lasciare Italia Viva? “Non condividiamo la scelta fatta dalla dirigenza di Iv di aderire al campo largo, nel metodo e nel merito” ha spiegato. “Dalla giustizia al fisco, all’ambiente, all’energia, alla politica estera, alla scuola, su tutte queste dimensioni politiche le posizioni del campo largo sono antitetiche a quelle che hanno costituito la cifra del renzismo in questi anni e su cui i dirigenti ed i militanti di base hanno dato l’anima”, ha concluso il parlamentare.
MARATTIN LANCIA ‘ORIZZONTI LIBERALI’
Che farà ora Marattin? Per prima cosa ha già formalizzato il passaggio in Parlamento al gruppo Misto, ha precisato di non voler aderire ad Azione, per poi annunciare la costituzione dell’associazione ‘Orizzonti liberali’. “In queste ore – ha sottolineato – Mario Draghi sta presentando il suo rapporto all’Ue. Non c’è un partito che abbia quell’agenda lì, un partito che sposi quella linea che in questo momento il presidente Draghi sta esponendo in quel rapporto. E’ un campo completamente sguarnito o quasi. Noi abbiamo deciso di fondare un’associazione ‘Orizzonti liberali’. Sarebbe velleitario e anche poco serio uscire da un partito e fondarne un altro. I partiti sono una cosa seria, non devono nascere da un capo. Perché i partiti personali hanno ammazzato non solo il terzo polo ma la politica italiana. Con questa associazione intendiamo raggiungere altre realtà che stanno già lavorando a questo obiettivo per arrivare a creare un’interfaccia politica di quel rapporto Draghi che oggi in Italia non ha interpreti”.
ITALIA VIVA PROVA A MINIMIZZARE
Nel frattempo da parte di Italia Viva è già partita la contro narrazione: “I numeri delle persone che hanno seguito Luigi Marattin, sia per quanto riguarda i dirigenti che gli iscritti, sono: 1 parlamentare su 16, 0 consiglieri regionali su 19, 11 membri dell’assemblea nazionale su 350, un centinaio di iscritti su 24.000”. Così fonti di Iv.
COSA SUCCEDE ADESSO AL CENTRO? E TAJANI GONGOLA
La domanda che gli addetti ai lavori si pongono adesso è se l’addio di Marattin può rappresentare la slavina per l’implosione dei due partiti di Centro che negli ultimi anni hanno caratterizzato, principalmente con colpi sparati a salve, la politica italiana, ovvero Italia Viva e Azione.
Tutti gli occhi sono puntati ora su Enrico Costa, il deputato di Azione (anche lui piemontese), ex Pdl, già ministro e punto di riferimento in Parlamento sui temi legati alla giustizia, che potrebbe essere in procinto di rientrare formalmente nell’alveo del centrodestra. E cosa faranno Mara Carfagna e Mariastella Gelmini? La decisione di Carlo Calenda di appoggiare il centrosinistra alle regionali in Liguria, sostenendo il candidato Andrea Orlando, avrà ripercussioni interne? Si realizzerà la profezia di Renzi che il Centro in Italia ormai è morto e in questa fase storica non ci sono alternative al bipolarismo?
Di certo è che Forza Italia e Antonio Tajani gongolano. A trarne vantaggio in termini di consenso e di ampliamento della propria classe dirigente potrebbero essere proprio gli azzurri.
CHI E’ LUIGI MARATTIN
Classe 1979, professore universitario, piemontese, tifoso juventino, eletto nel 2018 con il Pd, Marattin è stato tra i primi ad aderire al progetto di Renzi con Italia Vica. Nel 2022 è stato rieletto alla Camera dei Deputati nella lista unica “Italia Viva-Azione”, come capolista nel collegio plurinominale Cuneo-Asti-Alessandria. Negli ultimi mesi è stato (insieme a Enrico Costa) tra i principali sostenitori di una federazione di Centro tra Italia Viva e Azione. Professore Associato (SECS P01 – Economia Politica) Dipartimento di Scienze Economiche – Università di Bologna (dal 12/12/2013: Abilitazione Nazionale a Professore Ordinario in Politica Economica), vanta un Master of Science in Economics University of Warwick (UK).