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Non solo nazionalizzazioni, il PNRR parte dalla concorrenza

Concorrenza Pnrr

L’Italia dovrà aprirsi una volta per tutte alla concorrenza, questa volta sul serio, perché lo prevede il PNRR e, soprattutto, lo impone l’Europa in cambio dei fondi d’aiuto

Accanto alle statalizzazioni dell’Ilva, di Alitalia e Autostrade si apre una stagione che va in senso contrario: quello di nuove norme per favorire il gioco della concorrenza. Sono alla base del PNRR, ma, soprattutto, delle condizioni poste dall’Unione in cambio degli aiuti. Il motivo è duplice: da un lato si vuole creare davvero un libero mercato di accesso per i 27 Paesi membri, dunque gli imprenditori esteri devono essere posti nelle condizioni di investire in Italia, senza monopoli e oligopoli a frenarli, dall’altro si vuole liberare parti del mercato e consentire l’ingresso a nuovi attori e, soprattutto, capitali.

LE PROPOSTE DELL’ACGCM

L’intelaiatura sarà quella delle proposte formulate dall’Antitrust guidata da Roberto Rustichelli: rimozione delle barriere all’entrata nei mercati, riforma del settore degli appalti pubblici, sviluppo delle infrastrutture per la crescita e la competitività, interventi per assicurare efficienza e qualità dei servizi pubblici locali, promozione di un’economia sostenibile, interventi nel servizio sanitario e settore farmaceutico.

Tengono banco poi i suggerimenti sulla sospensione del codice appalti per accelerare gli investimenti del Recovery plan ed evitare che i lavori si ingolfino nelle pastoie burocratiche (la destra vorrebbe procedere addirittura abrogando l’intero corpus, PD e soprattutto M5S frenano temendo si faccia un regalo a corrotti e corruttori). A tal proposito l’Autorità di Rustichelli proponeva di controbilanciare con la creazione di una task force per vigilare sulle grandi opere finanziate con le risorse in arrivo dalla Ue.

PNRR,I SETTORI INTERESSATI DA MAGGIOR CONCORRENZA

Tra le liberalizzazioni in studio, c’è sicuramente il settore delle Tlc: in merito si prevede di concentrarsi soprattutto sulle aree bianche del Paese, quelle cioè tutt’ora scoperte dalla rete. Una sfida interessante, visto che finora sono state snobbate dai protagonisti. Asset di Stato vecchi e nuovi godranno di regole a favore della concorrenza, soprattutto sul fronte delle concessioni: per esempio per la gestione dei porti, dighe, energia idroelettrica. Riforme sono attese nel campo della distribuzione del gas naturale e del trasporto pubblico locale. Sul fronte della Sanità, finirà in discussione l’iter di nomina dei dirigenti ospedalieri e, si auspica, il tramonto dell’era dei primari nominati dalla politica. Un altro buon motivo per ringraziare l’Unione europea.

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